venerdì 11 febbraio 2011

Cari Luca e Diego,

come andiamo? In questo periodo non ho molto da dirvi; sto lavorando molto, sono indaffarata e al centro di importanti avvicendamenti nel mio ambiente di lavoro da cui mi capita di rado di togliere il pensiero. Nonostante abbia ripreso pieno servizio già da una settimana non sono poi, ahimè ancora riuscita a liberarmi del tutto dalla brutta bronchite che mi ha colpito diverso tempo fa.

Naturalmente sto molto meglio e non ho più febbre (altrimenti la mia dottoressa non mi avrebbe dato il permesso di riprendere la mia attività professionale) ma non mi sono ancora liberata della tosse anche se è diminuita molto.

Purtroppo oggi ho solo il tempo di immaginare abbracciarvi forte forte, niente altro. É chiaro che non dimentico di avere un sito che deve andare avanti. É un impegno che ho deciso di prendere e che continuerà di sicuro, ma il tempo libero a mia disposizione, non è già da un po’, più quello dei primi mesi in cui ho deciso di intraprendere questa bella esperienza.

Dato che ci sono voglio approfittarne per salutare il mio nuovo collega Alessio che ben presto coglierà il testimone da un altro collega che lavorava in ufficio con me, Davide, passato di recente ad altro incarico. Al suo posto, in via definitiva dall’inizio di marzo, Alessio si troverà a lavorare a stretto contatto con me.

Ora che sta ancora ambientandosi faccio il possibile per far sentire a suo agio il nuovo arrivato istruendolo man mano ai suoi nuovi compiti e quello che mi auguro è che anche per lui col passare del tempo ci saranno grosse soddisfazioni.

Voi cosa fate, frattanto, di bello? Vi immagino alla mia stessa stregua. Lo so che abbiamo due professioni completamente diverse, io e voi, voi ed io. La mia mansione, come potete immaginare è principalmente confinata allo stare seduta dietro una scrivania assorta tra mille documenti, per buona parte del mio tempo. Non un grosso sforzo fisico, cosa che forse a voi, invece, dovendo stare parecchio in piedi capiterà di più.

Però sappiate che sotto altri punti di vista anche il mio ruolo, sentirsi cioè sulle spalle la responsabilità della completa gestione di buona parte della contabilità interna di una grossa azienda non è assolutamente cosa da poco. Questo sempre naturalmente. Ma soprattutto quando ci sono nuovi arrivi di colleghi completamente spaesati in ufficio come in questi giorni.

Pensate, a me, da quando lavoro stabilmente capita addirittura di tornare a casa e continuare comunque a pensare al lavoro. Anzi sono sincera. Io ci penso così tanto, molto spesso, che le prime due cose che mi chiedo tra me e me di solito sono: “Sarò riuscita a dare col mio operato giornaliero tutto il meglio, il massimo di me stessa sul lavoro? E i miei colleghi, i superiori, saranno contenti di me, dei risultati che sono in grado di produrre?”.

A voi succede?

Vedete ragazzi, colei che è stata la mia insegnante di Ragioneria, ai tempi in cui io ancora studiavo, ci diceva: “Quando lavorerete non avrete più compiti da fare come succede a scuola, ma vedrete che il pensiero vi correrà comunque molto spesso al lavoro, e avrete il peso di una responsabilità a tutti gli effetti, ancora più gravosa ed impegnativa della scuola, se possibile”.

Cara profe, se al momento in cui scrivo il post anche lei sta per assurdo leggendo le parole di questa lettera a due dei miei artisti preferiti, la saluto caramente e la ringrazio.

La ringrazio di cuore perché mi ha insegnato tante cose utili anche al di fuori della sua materia che é comunque la base portante e fondamentale della mia figura professionale. Mi ha insegnato cose che mi sono state valide anche nella vita di tutti i giorni. Compresa quella che ho appena raccontato in breve a Luca e Diego. Sappia che l’ho imparato a mie spese col tempo, ma non ho mai avuto dubbi su ciò che ci diceva quando ancora ero dietro ai banchi di scuola, francamente. Lo immaginavo. Aveva ragione lei!!

Un abbraccio!!!!

Elena

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