domenica 28 dicembre 2008

Un momento di passeggero sconforto! Vorrei avere avuto meno musica ma mille altre cose al suo posto che renderebbero la mia vita migliore di ciò che è....

Ero molto più felice
Sai chi me lo dice?
Lo specchio.....

Così cantava, non a torto, Giorgia Todrani, meglio e più comunemente nota a tutti come Giorgia nel 1995, l'anno in cui vinse Sanremo con un altro bellissimo brano («Come Saprei») che non era quello di cui ho citato l'inizio qui sopra e che si chiama Riguarda Noi . Mi sono trovata oggi per caso a riascoltare il suo album in cassetta che avevo preso all'epoca, Come Thelma e Louise. Bello, album molto bello, che mi piace ascoltare quando il mio umore è non proprio allegro, come in questo momento.

Oggi è una giornata di quelle non proprio moralmente felicissime per me. Una tipica giornata nelle quali ogni tanto ricasco puntualmente. Quelle in cui se potessi prenderei uno a uno tutti i miei dischi (vinili compresi) e li butterei giù dalla finestra.

Perché, vi chiederete, sapendo del mio grandissimo amore per la musica in generale? É presto detto. In questi momenti mi rendo conto di quanto poco conti la musica nella vita, o per spiegarmi meglio, quante cose questa offra, molto migliori della musica stessa, che qualsiasi altra persona ha e invece a me mancano.

In questi momenti mi sento sola e capisco quanto sia effettivamente e concretamente vuota per certi versi, la mia esistenza. Non vi preoccupate, ormai mi conosco bene, so che questo momento di malumore è una cosa transitoria e passerà presto.

Ci sono però momenti sgradevolissimi come questo, infatti in cui mi trovo a pensare a quanto sarebbe stato bello se nella mia vita segnata da un handicap permanente fosse entrata un po' meno musica, ma in compenso qualcosa di più importante che tutte le altre persone hanno tranne me, tipo, che ne so, un fidanzato che mi voglia bene e mi accetti per quello che sono, oppure la patente....

Non so se mi spiego e chi mi legge si rende conto di quello che dico però garantisco che ci sono effettivamente momenti di sconforto pesantissimi in cui dico la cosa che forse sarebbe per me la più importante di tutte:

«Quanto vorrei avere un disco in meno ma un amico vero in più, una persona vera accanto....»

ed ecco che subito scatta l'istinto che mi porta a desiderare di buttare giù dalla finestra tutti (e ripeto tutti) i miei dischi, Cd, Cassette vorrei letteralmente vederli sparire, o ancora meglio romperli con le mie stesse mani in mille pezzettini!!!!

Cosa che logicamente, a ragion veduta non metterò MAI in pratica, ci mancherebbe, perché tengo troppo alla mia collezione di supporti fonografici, accumulata in anni e anni di avido consumo musicale!

Non ho la forza di scrivere altro adesso, ho solo una gran voglia di piangere, avevo solo il bisogno se non altro di sfogare qui il mio dolore, almeno per iscritto. Mi sento già meglio, devo dire.

Più gli anni passano, più cresco, più mi rendo conto che quando questi stati d'animo controversi e grigi quando mi capitano sono più difficili da allontanare e fanno sempre male, molto male!!!

Non c'è niente da fare. Il proverbio però ha ragione, del resto chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti!!

Mi consolo pensando che non farò MAI una cosa del genere come sbarazzarmi della mia amata musica, malumore momentaneo e insopportabile a parte. So che la musica è il mio bene più grande da sempre e Jim Morrison diceva in effetti che "La musica sarà la tua sola amica fino alla fine». Nemmeno a lui posso dare torto !!!!

Se non ci fosse stata la musica (ed è un discorso che faccio in generale, non solo riferito ai Sonohra) credetemi probabilmente io non sarei più in vita da un pezzo, tantomeno penso sarei qua a scrivere il mio blog!!! La musica in fin dei conti è la mia principale ragione di vita! Senza di lei mi resterebbe davvero ben poco di cui gioire ed essere felice senza sentirmi «diversa» dagli altri!!!

Elena

P.S.: Se mi riesce di venire a Verona, parlando seriamente dato che ho già Sweet Home Verona, ho preso l'orologio e non lo devo più cercare nemmeno quello, potrei pensare di prendere almeno il Greatest Hits di Giorgia in 3 CD, Spirito Libero, l'ultimo uscito; mi sembra bello, e certe canzoni mi ricordano i tempi delle Superiori... Vedremo!!!

sabato 27 dicembre 2008

Cari Luca e Diego,
come state, cuoricini? Bene, voglio sperare! Questo è un saluto veloce, che mi permette di ritrovarmi subito anche con tutti gli altri miei lettori dopo 3 intensi giorni di pausa. Avete passato bene, la Viglilia, Natale e S. Stefano? Cosa avete trovato sotto l'albero? Pace, tanta pace, riposo e gli affetti più cari mi auguro. É, più di ogni altra cosa, forse, tutto ciò che meritate.
Io mi sono divertita, da matti, se non fosse per una forte influenza ancora in pieno corso con febbre alta, raffreddore, e una brutta tosse che mi ha tenuto inchiodata al mio letto tutta la Notte Santa.
Pensate, io ho scartato i mei regali la mattina di Natale stando a letto, febbricitante e infreddolita nonostante le numerose coperte. Non è mai successo questo prima d'ora. Pazienza, c'è sempre una prima volta per tutto e nonostante i fastidiosi sintomi di influenza, anche questa è stata un'esperienza positiva, insolita, diversa dalle altre.
Ho poi trascorso ore piacevoli in compagnia con i miei cugini davanti a un lauto pranzo chiacchierando con tutti i parenti che solitamente non vedo mai (o pochissimo) durante il resto dell'anno.
Come Luca, cosa scusa? Sei curioso e vuoi sapere cosa ha ricevuto la vostra Sonohrina a Natale?
Hai ragione tesoro, per il momento mi limito a dire che mi sono arrivate un sacco di cose, anche quella preziosa e belissima che avevo scritto qua ma che pensavo impossibile ricevere proprio a Natale! Già, bravo Diego, hai indovinato dicendolo sottovoce. Ho ricevuto l'orologio della Cronotech col quadrante che ricorda il Big Ben, esattamente nel modello che desideravo io! Incredibile!!! Babbo Natale è stato davvero generoso!!! Vi dico che non ci credo ancora, non sono riuscita a sfoggiarlo, mi limito a rimirarlo nella sua bellissima scatola, ancora piacevolemente allibita!!! Il mio regalo è proprio bello!!!
Guarda stella, avrò tempo di spiegare il resto dei regali a te e tuo fratello essendo più precisa e dettagliata nei prossimi post, promesso; lo posterò qui fra qualche giorno quando starò meglio.
La mia prima preoccupazione ora è di non prendere troppo freddo dato che sono ancora con qualche linea di febbre e se scrivo troppo le mani mi si gelano, cosa che non va bene. Io devo stare al caldo il più possibile, riposare e non prendere freddo, altrimenti non guarisco, e io voglio guarire perché prossimamente (dopo Capodanno, meteo permettendo, non appena anche mia sorella avrà le ferie) mi aspetta la gita a Verona con Simona, cosa che già avevamo rimandato in un primo momento. Voglio assolutamente vedere i presepi in Arena e stavolta non vorrei avere ostacoli!!!! Speriamo bene!!!
Un abbraccio, vi voglio bene, sempre!!!
Elena

lunedì 22 dicembre 2008

A Luca, Diego e a tutti i lettori del mio blog mille auguri di pace da Elena e Daniela

UN AUGURIO SPECIALE E SENTITO PER QUESTO NATALE A LUCA, DIEGO
E PIU' IN GENERALE A CHIUNQUE LEGGE IL MIO BLOG
DA ELENA (A DESTRA) E MIA SORELLA DANIELA (A SINISTRA)

Cari Luca e Diego,


purtroppo nemmeno ieri sono riuscita ad aggiungere quello che doveva essere il mio post quotidiano. É stata una intensa giornata che ha visto concentrarsi in poche ore uno stressante ma divertentissimo rush finale di acquisti prenatalizi. la giornata è finita in superbellezza a casa della nostra amica Simona, ma non voglio dirvi di più.

So che da tre giorni in qua vi state chiedendo a vicenda se Babbo Natale esaudirà o meno i miei desideri (questo è da vedersi, molto dipende anche da voi stessi)o se ho per caso trovato già in giro ciò che desideravo. Mah.... puntini di sospensione!
Lasciando alla vostra mente un breve ma benefico dubbio in proposito oggi volevo solo preoccuparmi di pubblicarvi questa bella foto scattata da me e mia sorella venerdì scorso in una posa da brindisi augurale che di comune accordo abbiamo deciso di dedicare a voi e a chiunque segue con affetto, regolarmente i miei scritti sul blog.
Domani sarà il mio ultimo giorno di lavoro fino al prossimo 8 gennaio e onestamente non vedo l'ora di finire per potermi riposare un po'. Se Dio vuole queste feste saranno bene o male movimentate. Nei primi giorni dell'anno nuovo, tempo permettendo, potremo venire a Verona per un po' di shopping, recuperando così la gita già rimandata in precedenza causa maltempo.
Dato che a partire da domani mi prendo volutamente qualche meritato giorno di pausa anche dal mio blog, vi lascio con due teneri ricordi che mi legano a Natale, ovvero una pubblicità del Pandoro Bauli in voga nel Natale 1988 e una sigla di un cartone risalente invece a due anni prima, quando tu Diego avevi da pochi giorni visto la luce. In quel periodo questo cartone veniva trasmesso per la prima volta, io ero una bimba di seconda elementare. Che commozione!!!
Ciao a tutti, un abbraccio forte, Luca, Diego, vi voglio bene, sempre!!!!
Elena

«BACIAMOCI CON BAULI» 1988



SIGLA DEL CARTONE ALLA SCOPERTA DI BABBO NATALE
(NATALE 1986)



sabato 20 dicembre 2008

Cerimonia degli auguri natalizi di «Comer Industries SpA», venerdì 19/12/2008. Elena incontra personalmente la DJ Clarissa Martinelli di Radio Bruno e naturalmente parla di Luca e Diego, anche con amici e colleghi...

Buongiorno confettini,

scusatemi, ieri non sono riuscita a scrivervi nulla poiché c'è stata la tradizionale cerimonia degli auguri di Natale organizzata dalla Ditta di cui sono dipendente e siccome prima di quest'anno non vi avevo mai partecipato facendo così una «sorpresissima» ai miei colleghi di lavoro, semplicemente increduli nel notare la mia presenza a eventi di questo genere cui non sono solita partecipare; ieri ho passato tutto il giorno a truccarmi, profumarmi e farmi bella per questo evento non indifferente, di gran classe.

La cerimonia augurale si è svolta appunto ieri sera presso l'Ente Fiere di Reggio Emilia. Oltre alla cena di gala per tutti i dipendenti completamente offerta dalla Ditta per cui lavoro c'è stata anche una simpatica serata di spettacolo, intrattenimento, cabaret, musica e danza, coadiuvati dalla professionale presenza sul palco spettacoli, di Clarissa Martinelli ed Enrico Gualdi di Radio Bruno. Era attivo anche un attiguo lounge bar e angolo discoteca con la musica del DeeJay Simone Ruscetta, che penso conosciate bene anche voi.

É stata una bellissima serata, che non ha certo mancato l'ennesima gioiosa e festosa occasione per me di pensarvi intensamente, parlare ancora una volta con infinito entusiasmo ai miei amici e colleghi (sempre benissimo, è chiaro) di voi, della vostra musica e far presente con grande fervore il mio profondo affetto nei vostri confronti, soprattutto facendolo giustamente notare  alla gentilissima DeeJay Clarissa Martinelli, con cui ho avuto l'opportunità di parlare di persona e scattare questa bella foto ricordo. Senza dimenticare che le ho citato, tra altre cose, tranquillamente, il fatto di essere stata davanti alla sede di Radio Bruno quando voi siete venuti a Carpi per l'intervista da lei effettuata lo scorso 23 ottobre. Che orgoglio dire che ero l'unica Sonohrina sfegatata ventinovenne davanti a Radio Bruno in trepida attesa!!!

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Autografo Clarissa Martinelli
L'AUTOGRAFO DI CLARISSA MARTINELLI, CON DEDICA.

Ho trascorso questa bella serata in compagnia ed allegria con mia sorella, la mia amica e collega Sabrina e un sacco di altri colleghi, di lavoro felicissimi della mia più che mai festosa presenza per questa serata al di fuori del solito ambiente di lavoro. Un'esperienza positiva sotto ogni punto di vista, sicuramente da ripetere!!!


Bacioni tatini, vi voglio bene!!!

Elena

giovedì 18 dicembre 2008

Rimanere conquistati da una finalmente geniale pubblicità recentissima!!!!

Cari Luca e Diego,
di solito qui ho inserito pubblicità non proprio recentissime, guidata più che altro dai miei ricordi che pian piano riaffiorano alla mente.

Non è certo il caso di questo altro spot in onda in questi giorni, quello di cui vi dicevo ieri, degli orologi Cronotech!


Da quanti anni non trovavo uno spot in questi giorni in onda così piacevolmente e maledettamente geniale al primo colpo? Venti forse, o anche più!!! Ragazzi, francamente questa pubblicità è stata roba da rovesciarsi per me che sono malata di Sonohra, Duran Duran e Gran Bretagna!!!!



Ieri ho visto gli ultimi due secondi di questo spot ed è stata una cosa da urlo anche perché francamente, pensandoci bene questo non è un capriccio, devo ammettere che mi manca proprio un orologio come si deve, da grandi occasioni.

Insisto sul fatto che sono interessata a reperire assolutamente non i modelli colorati che si vedono nello spot, ma il modello della stessa collezione col quadrante bianco, tempestato di zirconi in puro stile Big Ben!!! Madonna che roba!!! Spero proprio di trovarlo! Sarebbe il massimo!!!!

Parto il prima possibile in avanscoperta, missione possibilmente veronese!!!!

Ragazzi hellllp!!! I'm looking for u and for a shop selling my personal new clock!!!
Love ya guys, every day a little bit more!!!

Elena

mercoledì 17 dicembre 2008

Elena scrive una lettera autografa a Babbo Natale. E chiede quanto segue:


Caro Babbo Natale,

lo so che probabilmente penserai che il ricevere una lettera da una giovane donna quasi trentenne e ormai adulta come me potrebbe non avere a prima vista molto senso. Ti capisco sai? Tuttavia ho deciso di prendere carta, penna e cartuccia di inchiostro, assolutamente convinta dalla sana costituzione, per nulla materiale di ciò che sto per chiederti.
C'è una canzone di Jovanotti che dice: "Il primo treno che non ci sali e che magari non torna più". Niente di più vero, credo. Mai perdere le occasioni che ci si presentano come proficue nella vita, perché poi potremmo pentirci anche amaramente di certe decisioni non prese al momento giusto, perché questo potrebbe non ripresentarsi più. Ci sono infatti alcune cose che vorrei cogliere l'occasione di dire e che ritengo piuttosto importanti da esporre. Lo faccio subito.
Bando alle ciance, ora, cosa mai devo «chiederti» quest'anno, dato che non ho nulla di materiale da domandare? Vediamo....
  • Fai in modo che lo splendido anno 2008 ancora in corso non abbia mai fine, o meglio, dato che è praticamente impossibile formulare una richiesta del genere, ti chiedo di far si che il prossimo anno 2009 sia un felice seguito per la mia vita di tutto ciò che di più bello, colorato, stimolante, e magicamente positivo si è finora verificato, specialmente, appunto nel corso di questi quasi 12 ultimi mesi.
  • Spero che Simona (e con lei Catia, Clara, Monica, Luca, Diego, Jacopo e chinuque altro magari legge il mio blog puntualmente) continuerà ad essere l'amica/o vera che ho da poco scoperto di avere con immensa gioia grazie a Luca e Diego e alla loro musica, proprio lei l'amica che da tutta la vita ho desiderato e che mai più vorrei perdere a questo punto. Non credo di chiederti la luna. Ciò che desidero è che questo sentimento che mi unisce, ci accomuna, diventi più forte e ben saldo nel corso del tempo. Proteggi la nostra amicizia!!!!
  • Se possibile fa che possa avere salute per me e per chiunque mi è caro. Vorrei continuare a uscire più spesso e vivere nuove esperienze di socializzazione, positivamente con mia sorella e amici, in colorata allegria più di quanto abbia mai fatto sinora; più che mai adesso, per merito indiretto della musica Luca e Diego ho capito che la vita merita di essere vissuta a stretto e diretto contatto col mondo reale in parecchie piccole grandi occasioni che incontriamo sul nostro cammino; insomma per ciò che questa offre quotidianamente!!!
  • Ti chiedo ancora di far si che possa realizzare il mio concreto, serio desiderio di reincontrare ancora di persona Luca e Diego, e più precisamente di parlare direttamente a Roberto Tini per chiedergli di poter entrare a collaborare attivamente (se possibile col forum ufficiale di Luca e Diego) ma anche e soprattutto per far capire ancora meglio a chi della musica fa veramente il proprio lavoro, quali sono i sogni, i desideri, le speranze, le piccole scoperte che toccano il cuore di chi per contro, come me, usa questo potente mezzo di espressione invece per compagnia, conforto o come preziosa guida, risorsa, forza personale, interiore; per vivere bene le proprie emozioni giorno dopo giorno. Perché sono convinta che anche in una canzone è possibile talvolta trovare una esauriente risposta, spesso decisiva a molte profonde domande che puntualmente ci poniamo nel corso della nostra esistenza.

Con questo ho concluso. Non mi aspetto che i miei desideri «assurdi» ma sentiti vengano esauditi, tuttavia sono sicura che essa verrà comunque letta anche se non so da quanti e da chi, ma so bene che Babbo Natale non esiste.....

Affido perciò questo foglio immaginario al proprio bizzarro, ignaro destino.... Chissà! La vita a volte è molto amara e io lo so bene, ma ci sono anche tanti momenti indimenticabili da vivere, e mai come in questi mesi ho impresso nel mio cuore questa dolce, reale constatazione....

Buon Natale a tutti!!!

Elena


Cronotech Big Ben Lady Solo Tempo come voi Sonohra: É immediato amore, praticamente a prima vista!!!!

Cari Luca e Diego,

oggi volevo porvi una domanda un po' atipica e per certi versi forse particolare!

Secondo voi è possibile innamorarsi, perdutamente, follemente di un oggetto come di una persona sin dal primo momento che lo vediamo? Credete al classico colpo di fulmine? Io sì!

Adesso vedo Diego che abbassa gli occhi sorridendo, con le gote leggermente rosse, così teneramente imporporite per la pronunciata e ormai riconosciuta timidezza, mentre Luca si affretta a rispondere: «Naturalmente! Sai quante chitarre abbiamo visto e poi comperato pochi secondi dopo, sentendo che era praticamente amore a prima vista?».

Ve lo chiedo perché come mi era già capitato a febbraio con voi la prima volta che vi ho visto a Sanremo proprio oggi è successo ancora una volta pure a me di innamorarmi follemente di qualcosa che ho visto un solo attimo in TV. Ed è stato ancora amore a prima vista. Zac! Mi ha colpita e affondata in un secondo, come avete fatto voi quasi un anno fa!!! Cos'è?  Dalla pubblicità meravigliosa che vi posto qua sotto potrete intuirlo, forse.

Di che si tratta esattamente, allora? Guardate qua. É qualcosa tipo il mio cuore, qualcosa che indirettamente scandirà con regolare ritmo ogni futuro secondo bello o brutto della mia vita, delle vostre canzoni, dei nostri futuri incontri, dei vostri concerti che vedrò, di tutto ciò che insomma farò prossimamente!

Questo orologio ha il quadrante fichissimo, somigliante e disegnato sul modello del «Big Ben» l'orologio del campanile  vero e proprio che si trova a Westminster, sulla «Clock Tower» (Torre dell'Orologio) a Londra.

Potrete facilmente capire anche voi (dato il mio storico amore per tutto ciò che è la Gran Bretagna e i suoi simboli nel mondo)  me ne sono innamorata, davvero di questo orologio da polso  e perdutamente, solo dopo averlo visto due secondi in TV!!!  Bellissimo!!!! A me piace da matti questo modello col quadrante bianco, con l'orario ben visibile  in perfetto stile inglese, ovviamente adatto a una giovane donna!! Preziosissimo anche l'astuccio, voi cosa dite???? Mi starebbe troppo bene al polso!!!!

 

Chronotech BIG BEN LADY Solo Tempo Donna Acciaio Cod. CT.7896LS/M91Cassa in Acciaio con Zirconi
Vetro Prismatico Minerale AntiGraffio
3 ATM Water Resistant
Movimento Analogico a 3 Sfere
Datario
Bracciale in Acciaio
Marcato sulla cassa, sul cinturino, sul fondo. Confezione originaleGaranzia 24 mesi

LUCA: Wow!!! Elena, senti, possiamo farti una domanda?

ELENA: Certo, pulcini, prego!

LUCA: Dove pensi di comperare questo fantastico orologio prezioso?

ELENA: Se mi riesce vorrei farlo in un'oreficeria a Verona, quando verrò con Simona per vedere i presepi o i mercatini. Vedremo. Non è che magari potete consigliarmi qualche negozio in città che possa avere l'orologio che avete visto più sopra boys? Ve ne sarei grata, davvero.....Vi giuro che l'ho visto solo da poche ore e già non riesco più a togliermelo dalla testa!!! É fenomenale!!!! Sembra stato disegnato apposta per me!!!

Sapete che vi dico tatini miei? Ho una mezza idea che questo costosissimo orologio sarà mio molto presto, indipendentemente dal prezzo che mi chiederanno in finale! Si vive una volta sola accidenti!!!!!

Ciao tesori, bacione, vi voglio bene, sempre!!!

Elena

martedì 16 dicembre 2008

Invento uno slogan per voi. Vi piace????

«Alla forza creatrice del sole
sono stati un dì rubati
i Fiori d'Arancio e di Vaniglia
racchiudendo in due gocce di incantevole bellezza
I voluttuosi, intensi profumi
Nati da sì tal radioso sbocciare»


«Vorrei cantare insieme a voi

Di magica armonia....»
Già, il mio sogno, espresso quasi per scherzo in questo modo dentro di me è diventato concreta realtà per la prima volta proprio lì...a Casoni di Luzzara!E chi se la scorda una serata così????!!!!
Attimi del genere non dovrebbero mai avere fine!!
Ciao cuoricini!!! Vi voglio bene!!!! Elena


lunedì 15 dicembre 2008

A volte sento
Mille strumenti vibrare
E mormorarmi alle orecchie,
E a volte voci che,
Pur se mi sono svegliato
Dopo un lungo sonno,
Mi fanno addormentare di nuovo.
E poi sognando
Vedevo spalancarsi le nuvole
E apparire ricchezze
Pronte a cadere su di me,
Così svegliandomi,
Piangevo per sognare ancora.
William Shakespeare - La Tempesta
diese 
Penso che sarei indubbiamente subito pronta a cedere il 70% della mia nutrita, amatissima collezione di dischi in vinile in cambio di sentirti anche solo  leggere questi versi di Shakespeare. Nota bene che non ho scritto "cantare" ma "leggere" il che implica uma leggera differenza.
Se li cantassi, si verificherebbe proprio quello che i Duran dicevano in Save a Prayer, potrei dire di aver conosciuto il Paradiso.
Sono giorni e giorni che comunque ti immagino interpretare gli ultimi versi di questa poesia. Stavolta non provo neanche a raccontare perché dato che tu conosci bene il mio stile di scrittura mi ci vorrebbero almeno 3 giorni per descriverti. Ciao «nuvoletta».....
Così svegliandomi
piangevo per sognare ancora......
Elena

Una fiaba tra le mie preferite di sempre, perché descrive anche quello che tu sei, Diego: Il Principe Felice!

Cari Luca e Diego,
finora ho sempre detto che in uno di voi due (ovvero Luca) ho sempre riconosciuto per numerosi aspetti che ritengo tu abbia comuni nientemeno che al protagonista di una bella storia, proposta anche a cartoni animati in passato cioè il Piccolo Principe di cui ho già parlato qui spesso e volentieri.
A quale altro personaggio fantastico ma infinitamente buono potrei invece paragonare te, questa volta Diego, dato che ancora non ci avevo pensato?
É ovvio che mi viene subito in mente un racconto scritto in questo caso da Oscar Wilde che sempre di un principe parla e che si intitola "Il Principe Felice". Ho letto questa commovente storiella per la prima volta in seconda media e mi era piaciuta subito così tanto nella sua semplicità che qualche anno dopo mi avevano regalato addirittura il libro con questa fiaba e tante altre geniali novelle e raccontini scritti sempre da Wilde.
Fratellini, voi avete mai letto questa commovente, bellissima storia? Voglio scrivervela tutta qui sotto personalmente, in versione integrale l'ho letta così tante volte nella mia vita che quasi la so a memoria, lo garantisco.
Non credo di aver bisogno di spiegare personalmente perché ho scelto questo famosissimo racconto per parlare ancora una volta di te o perché penso che tu sia l'essere vivente che incarna il "Principe Felice" caro Diego.
Leggi questa fiaba e ci arriverai da solo, anche perché secondo me ti sei reso conto chi è veramente la persona che fa col cuore un'affermazione del genere su di te dunque non vedo perché infatti dovrei spiegarmi ulteriormente. Il racconto dice tutto da solo.
E io, ripeto vedo candidamente, gioiosamente frase dopo frase, delinearsi, buono e pacifico niente altro che il tuo ritratto, anche dal punto di vista caratteriale.
IL PRINCIPE FELICE - OSCAR WILDE
Alta sopra la città, su una lunga, esile colonna sporgeva la statua del Principe Felice. Era tutto dorato di sottili foglie d'oro fino, i suoi occhi erano due lucenti zaffiri, e un grande rubino rosso luccicava sull'elsa della sua spada. Tutti lo ammiravano. “E' bello come una banderuola” osservò un giorno uno degli assessori di città che ambiva farsi una reputazione d'uomo di gusto; "però è meno utile" si affrettò a soggiungere, per timore che la gente lo giudicasse privo di senso pratico, cosa che egli non era affatto. "Perché non sai comportarti come il Principe Felice?" chiese una madre piena di buon senso al suo bambino che piangeva perché voleva la luna. "Il Principe Felice non si sogna mai di piangere per nulla". "Sono contento che a questo mondo ci sia qualcuno veramente felice" borbottò un uomo disilluso ammirando la splendida statua. "Assomiglia a un angelo" dissero i Trovatelli uscendo dalla cattedrale nei loro lucenti mantelli scarlatti e nei loro lindi grembiulini candidi. "Come fate a dire questo?" osservò il professore di matematica, "se non ne avete mai veduti!" "Oh, si, che ne abbiamo visti, nei nostri sogni!" risposero i bambini, e il professore di matematica aggrottò la fronte e fece la faccia scura, perché non trovava giusto che i bambini sognassero. Una sera volò sulla città un Rondinotto. I suoi amici se n'erano andati in Egitto sei settimane innanzi, ma egli era rimasto indietro perché si era innamorato di una bellissima Canna. L'aveva conosciuta al principio di primavera mentre volava giù per il fiume in caccia di una grossa falena gialla, ed era stato talmente attratto dalla sua vita sottile che si era fermato a parlarle. "Vuoi che m'innamori di te?" le aveva chiesto il Rondinotto, cui piaceva venir subito al sodo, e la Canna gli aveva fatto un profondo inchino. Così egli le volò più volte intorno, sfiorando l'acqua con le ali, e increspandola di cerchi argentei. Questa fu la sua corte, e durò tutta l'estate. "Proprio un attaccamento ridicolo," garrivano le altre Rondini, "E' senza un soldo, ma in compenso ha un sacco di parenti," e a dire il vero il fiume era zeppo di Canne. Poi, non appena venne l'autunno, le Rondini volarono via tutte. Quando se ne furono andate il Rondinotto si sentì solo, e incominciò a stancarsi della sua bella. "Non sa conversare" si disse, "e temo sia una civetta poiché seguita a frascheggiare col vento." E infatti, ogni volta che il vento spirava, la Canna si piegava con inchini graziosissimi."Riconosco che sei casalinga," prosegui il Rondinotto, "ma a me piace viaggiare e di conseguenza anche a mia moglie dovrebbero piacere i viaggi". "Vuoi venir via con me?" le chiese infine, ma la Canna scosse la testa, era troppo affezionata alla sua casa. "Tu mi hai preso in giro!" gridò il Rondinotto. "Me ne vado alle Piramidi. Addio!" e volò via. Volò tutto il giorno, e a sera giunse alla città. "Dove alloggerò?" si disse. "Spero mi abbiano preparato dei festeggiamenti."Ma poi notò la statua sull'alta colonna. "Andrò ad abitare lì," esclamò. "La posizione è bellissima, e ci si deve respirare dell'ottima aria fresca."
Così si posò proprio tra i piedi del Principe Felice. "Ho una camera da letto tutta d'oro" mormorò sottovoce tra sé e sé, guardandosi attorno e preparandosi per la notte, ma giusto mentre stava mettendo la testa sotto l'ala gli cadde addosso una grossa goccia d'acqua. "Che cosa strana!" esclamò. "In cielo non c'è neanche la più piccola nuvola, le stelle sono chiare e luminose, eppure piove. Il clima del Nord Europa è semplicemente spaventoso. Alla Canna la pioggia piaceva, ma questo era dovuto unicamente al suo egoismo". In quella cadde un'altra goccia. "A che serve una statua se non riesce a riparare dalla pioggia?" brontolò ; "bisogna che mi cerchi un buon comignolo," e fece per volarsene via. Ma proprio mentre stava per aprire le ali una terza goccia cadde, ed egli allora alzò gli occhi e vide... ah, che cosa vide ? Gli occhi del Principe Felice erano gonfi di lagrime, e lagrime rigavano le sue guance dorate. Il suo viso era cosi bello sotto la luce della luna che il piccolo Rondinotto si senti invadere da una profonda pietà. "Chi sei?" chiese. "Sono il Principe Felice". "Perché piangi, allora? Mi hai inzuppato tutto." "Quando ero vivo e avevo un cuore umano," rispose la statua, "non sapevo che cosa fossero le lagrime, perché abitavo nel Palazzo di Sans-Souci, dove al dolore non è permesso di entrare. Durante il giorno giocavo coi miei compagni nel giardino, e la sera guidavo le danze nella Grande Sala. Intorno al giardino correva un muro altissimo, ma mai io mi curai di sapere che cosa si stendesse al di là di esso, ogni cosa intorno a me era cosi bella! I miei cortigiani mi chiamavano il Principe Felice, e se il piacere è felicità, io ero veramente felice. Cosi vissi, e cosi morii. E ora che sono morto mi hanno messo qui tanto in alto che adesso vedo tutta la bruttezza e tutta la miseria della mia città, e sebbene il mio cuore sia di piombo altro non mi resta che piangere". "Come mai? Non é d'oro massiccio?" si chiese mentalmente il Rondinotto, perché era troppo educato per rivolgere ad alta voce domande di carattere personale. "Lontano lontano," proseguì la statua con la sua dolce voce musicale, "lontano in una stradina c'è una povera casa. Una finestra di questa casa è aperta e attraverso vi vedo una donna seduta a un tavolo. Ha il viso magro e sciupato, e le sue mani sono rosse e ruvide e tutte bucherellate dall'ago, poichè fa la cucitrice. Sta ricamando passiflore su un abito di raso che la più bella tra le damigelle d'onore della Regina indosserà al prossimo ballo di Corte. In letto, in un angolo della stanza, il suo bambino giace ammalato. Ha la febbre e vorrebbe mangiare delle arance, ma sua madre non ha nulla da dargli, fuorchè acqua di fiume, perciò il bambino piange. Rondinotto, piccolo Rondinotto, non gli porteresti il rubino che luccica sull'elsa della mia spada ? I miei piedi sono attaccati a questo piedistallo e io non mi posso muovere". "Sono aspettato in Egitto" rispose il Rondinotto. "I miei amici in questo momento volano sul Nilo, e discorrono con i grandi fiori di loto. Tra poco andranno a dormire nella tomba del gran Re, dove il Re stesso riposa nel suo sarcofago dipinto, avvolto in gialli lini e imbalsamato con aromi. Ha il collo adorno di una collana di giada verde pallida, e le sue mani assomigliano a foglie avvizzite". "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "non vuoi restare con me per una notte soltanto, ed essere il mio messaggero? Il bambino ha tanta sete, e la madre è cosi triste!" "Non credo che mi piacciano i bambini" replicò il Rondinotto. "L'estate scorsa, quando stavo sul fiume, c'erano due ragazzi maleducati, i due figliuoli del mugnaio, che mi tiravano sempre sassi. Naturalmente non mi hanno mai preso, si capisce: noi rondini voliamo troppo bene per lasciarci colpire, e del resto io vengo da una famiglia famosa per la sua agilità ; comunque però era una grave mancanza di rispetto". Ma il Principe Felice aveva un viso cosi doloroso che il Rondinotto ne provò pena. "Qui fa molto freddo" disse, "ma per farti piacere resterò ancora una notte e sarò tuo messaggero". "Grazie, piccolo Rondinotto" disse il Principe.
Cosi il Rondinotto colse il grande rubino che ornava la spada del Principe e volò sopra i tetti della città, tenendo stretto il gioiello nel becco appuntito. Passò accanto alla torre della cattedrale, su cui erano scolpiti i grandi angeli di marmo. Passò accanto al palazzo e udì un suono di danze.Una fanciulla bellissima si affacciò al balcone col suo innamorato. "Guarda che stelle meravigliose" egli le disse, "e come è meraviglioso il potere dell'amore ! " "Spero che il mio vestito sarà pronto per quando ci sarà il ballo di Stato" rispose la fanciulla. "Ho ordinato che sia ricamato a passiflore, ma le cucitrici sono talmente pigre ! " Passò sopra il fiume, e vide le lanterne appese agli alberi delle navi. Passò sul Ghetto, e vide i vecchi Ebrei che contrattavano tra di loro, e pesavano il danaro su bilance di rame. E finalmente giunse alla povera casa e vi guardò dentro. Il bambino si agitava febbrilmente sul letto, mentre la madre si era addormentata: era tanto stanca! Saltellò nella stanza e posò il grosso rubino sul tavolo, accanto al ditale della donna. Poi volò piano attorno al letto, e accarezza con le sue ali la fronte del piccolo, facendogli vento dolcemente. "Come mi sento fresco!" disse il bambino. "Forse incomincio a star meglio" e si addormentò di un sonno tranquillo. Allora il Rondinotto rivolò dal Principe Felice e gli raccontò quello che aveva fatto. "E' strano" osservò, "ma benché faccia un freddo cane adesso ho caldo." "Perché hai compiuta una buona azione" gli disse il Principe. Il piccolo Rondinotto incominciò a pensare, ma subito si addormentò: il pensare gli metteva sempre addosso un gran sonno. Quando il giorno spuntò, volò giù al fiume e prese un bagno. "Che fenomeno straordinario!" esclamò il Professore di Ornitologia che passava in quel momento sul ponte. "Una Rondine d'inverno!" E mandò al giornale locale una lunga lettera in proposito. Tutti la citarono: era costellata di un sacco di vocaboli che nessuno capiva. "Questa sera parto per l'Egitto" disse il Rondinotto, e questa previsione lo mise di ottimo umore. Visitò tutti i monumenti pubblici, e rimase a lungo seduto in cima al campanile della chiesa. Dovunque andava i Passeri cinguettavano e bispigliavano tra di loro: "Che forestiero distinto!" Cosicchè il Rondinotto si diverti un mondo. Quando la luna sorse rivolò dal Principe Felice. "Hai qualche commissione da darmi per l'Egitto?" disse. Sono di partenza. "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "non vuoi restare con me ancora una notte?" "In Egitto mi aspettano" rispose il Rondinotto. "Domani i miei amici voleranno fino alla Seconda Cateratta. Laggiù, tra i giunchi, se ne sta accovacciato l'ippopotamo, e su un grande trono di granito siede il Dio Memnone. Tutta la notte egli contempla le stelle, e quando risplende la stella del mattino proferisce un unico grido di gioia, e poi tace. A mezzogiorno i leoni fulvi scendono a bere all'orlo dell'acqua. Hanno occhi simili a verdi berilli, e il loro ruggito è più forte del ruggito della cateratta". "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "lontano lontano, dall'altra parte della città, vedo un giovane in una soffitta, appoggiato a una scrivania ingombra di carte, e in un boccale accanto a lui c'è un mazzolino di viole appassite. Ha i capelli bruni e crespi, le sue labbra sono rosse come una melagrana, e i suoi occhi sono grandi e sognanti. Sta sforzandosi di terminare una commedia per il Direttore del Teatro, ma ha troppo freddo per poter seguitare a scrivere. Non c'è fuoco nel suo camino, e la fame lo ha fatto svenire". "Va bene, aspetterò presso di te un'altra notte" disse il Rondinotto, che aveva proprio un cuore d'oro. "Devo portargli un altro rubino?" "Ahimè, non ho più rubini, ormai" disse il Principe, "tutto ciò che mi è rimasto sono i miei occhi, ma sono fatti di zaffiri rari, e furono portati dall'India più di mille anni fa. Strappane uno e portaglielo. Lo venderà al gioielliere, e si comprerà legna da ardere, e finirà la sua commedia". "Caro Principe" disse il Rondinotto, "io non posso fare questo" "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, piangendo, "ubbidiscimi, ti prego". Cosi il Rondinotto strappò l'occhio del Principe e volò fino alla soffitta dello studente. Era facile entrarvi, perché nel tetto c'era un buco. Il Rondinotto vi sfrecciò attraverso, e penetrò nella stanza. Il giovane aveva il capo affondato tra le mani, perciò non avvertì il frullio d'ali dell'uccello, e quando alzò gli occhi vide il bellissimo zaffiro adagiato in mezzo alle viole appassite. "Incominciano ad apprezzarmi!" gridò; "certo me lo manda qualche grande ammiratore. Adesso potrò finalmente terminare la mia commedia!" Ed era tutto felice. Il giorno dopo il Rondinotto volò giù al porto. Si posò sull'albero di una grossa nave e stette a osservare i marinai che a forza di funi calavano su dalla stiva pesanti casse. "Issa-oh ! " si gridavan l'un l'altro a mano a mano che le casse salivano. "Io vado in Egitto!" garrì il Rondinotto, ma nessuno gli badò, e quando spuntò la luna volò ancora una volta dal Principe Felice. "Sono venuto a salutarti" gli disse. "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "non vuoi rimanere con me ancora per questa notte?"
"E' inverno ormai" rispose il Rondinotto, "e fra poco arriverà la fredda neve. In Egitto il sole è caldo sulle verdi palme, e i coccodrilli riposano nel fango e si guardano attorno con occhi pigri. I miei compagni stanno costruendo un nido nel Tempio di Baalbec, e le colombe rosee e bianche li guardano, e tubano tra loro. Caro Principe, debbo lasciarti, ma non ti dimenticherò mai, e la prossima primavera ti porterò due gemme bellissime, al posto di quelle che tu hai regalate. Il rubino sarà più rosso di una rosa rossa, e lo zaffiro sarà azzurro come il vasto mare". "Nella piazza qua sotto" disse il Principe Felice, "ci sta una piccola fiammiferaia. I fiammiferi le sono caduti nella cunetta del marciapiedi, e si sono tutti bagnati. Suo padre la picchierà se non porterà a casa un po' di danaro, e perciò la piccola piange. Non ha nè calze nè scarpe, e la sua testolina è nuda. Strappa l'altro mio occhio e portaglielo, cosi suo padre non la batterà". "Resterò con te ancora per questa notte" disse il Rondinotto, "ma non posso strapparti l'altro occhio. Rimarresti completamente cieco". "Rondinotto, Rondinotto, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "fa come ti dico". Cosi il Rondinotto strappò l'altro occhio del Principe e sfrecciò giù nella piazza. Passò roteando accanto alla piccola fiammiferaia e le fece scivolare il gioiello nel palmo della mano. "Che bel pezzettino di vetro!" esclamò la bambina, e corse a casa ridendo. Poi il Rondinotto ritornò dal Principe. "Adesso sei cieco" disse, "perciò io resterò con te per sempre". "No, piccolo Rondinotto" mormorò il povero Principe, "tu devi andare in Egitto". "Resterò con te per sempre" ripetè il Rondinotto, e dormi ai piedi del Principe. Poi tutto il giorno seguente se ne stette appollaiato sulla spalla del Principe, e gli raccontò quello che aveva veduto in paesi lontani. Gli parlò dei rossi ibis, che sostano in lunghe file sulle rive del Nilo e col becco acchiappano pesciolini dorati ; gli parlò della Sfinge, che è vecchia quanto il mondo, e vive nel deserto, e conosce ogni cosa ; gli parlò dei mercanti che viaggiano piano al fianco dei loro cammelli e recano tra le mani rosari d'ambra ; gli parlò del Re della Montagna della Luna, che è nero come l'ebano, e adora un enorme cristallo ; gli parlò del grande serpente verde che dorme in un palmizio ed è nutrito da venti sacerdoti con focacce di miele ; gli parlò infine dei pigmei che veleggiano su un grande lago sopra larghe foglie piatte e sono sempre in guerra con le farfalle. "Caro Rondinotto" disse il Principe, "tu mi parli di cose meravigliose, ma più meraviglioso di qualsiasi cosa è il dolore degli uomini e delle donne. Non vi è Mistero più grande della Miseria. Vola sulla mia città, piccolo Rondinotto, e raccontami quello che vedi".
Cosi il Rondinotto volò sopra la grande città, e vide i ricchi gozzovigliare nelle loro splendide dimore, mentre i poveri sedevano fuori, ai cancelli. Volò in bui vicoli, e vide i visi bianchi dei bambini affamati che fissavano con occhi assenti le strade oscure. Sotto l'arcata di un ponte due ragazzini si stringevano l'uno all'altro cercando di riscaldarsi a vicenda. "Che fame, abbiamo ! " dicevano. "Non potete dormire laggiù" gridò la guardia, e i due bambini si allontanarono sotto la pioggia. Allora il Rondinotto tornò indietro e raccontò al Principe quello che aveva veduto. "Sono tutto ricoperto d'oro fino" disse il Principe, "tu devi togliermelo di dosso, foglia per foglia, e darlo ai miei poveri : i vivi credono che l'oro possa renderli felici". Il Rondinotto piluccò via foglia dopo foglia del fine oro, finchè il Principe Felice divenne tutto opaco e grigio. Foglia per foglia del fine oro egli portò ai poveri, e le facce dei bambini si fecero più rosate, ed essi risero e giocarono giochi infantili nelle strade. "Abbiamo pane, adesso ! " gridavano. Poi venne la neve, e dopo la neve venne il gelo. Le strade sembravano pavimentate d'argento, tanto erano lucide e scintillanti ; lunghi ghiaccioli, simili a lame di cristallo, pendevano dalle gronde delle case ; tutti giravano impellicciati e i ragazzini indossavano cappucci scarlatti e pattinavano sul ghiaccio. Il povero piccolo Rondinotto aveva sempre più freddo, ma non voleva lasciare il Principe ; gli voleva troppo bene. Raccoglieva briciole fuor dell'uscio del fornaio quando questi aveva la schiena voltata, e cercava di scaldarsi battendo le ali. Ma alla fine capì che era prossimo a morire. Ebbe giusto la forza di volare un'ultima volta sulla spalla del Principe."Addio, caro Principe" mormorò, "mi permetti che ti baci la mano? " "Sono contento che tu vada in Egitto, finalmente, piccolo Rondinotto" disse il Principe, "sei rimasto qui anche troppo tempo, ma tu devi baciarmi sulle labbra, perché io ti amo". "Non è in Egitto che io vado" disse il Rondinotto, "vado alla Casa della Morte. La Morte non è forse la sorella del Sonno ? " E baciò il Principe Felice sulle labbra, e cadde morto ai suoi piedi.In quel momento si udì nell'interno della statua uno strano crac, come se qualcosa si fosse rotto. Il fatto è che il cuore di piombo si era spaccato netto in due.
Certo faceva un freddo cane. Il mattino seguente per tempo il Sindaco andò a passeggiare nella piazza sottostante in compagnia degli Assessori. Nel passare dinnanzi alla colonna alzò gli occhi verso la statua : "Dio mio ! Com'è conciato il Principe Felice ! " esclamò. "Davvero ! Com'è conciato ! " esclamarono gli Assessori che ripetevano sempre quel che diceva il Sindaco, e andarono tutti su per vedere meglio. "Gli è caduto il rubino dall'elsa della spada, gli occhi non ci sono più, e la doratura è scomparsa" disse il Sindaco, "insomma, sembra poco meno che un accattone!" "Poco meno che un accattone" ripeterono in coro gli Assessori civici. "E qui, ai piedi della statua, c'è persino un uccello morto ! " proseguì il Sindaco. "Dobbiamo assolutamente emanare un'ordinanza che agli uccelli non sia permesso di morire qui ! " E lo Scrivano Pubblico prese appunti per la stesura del decreto. Cosi tirarono giù la statua del Principe Felice. "Dal momento che non è più bello non è nemmeno più utile" osservò il Professore di Belle Arti dell'Università. Quindi fusero la statua in una fornace e il Sindaco indisse un'adunanza della Corporazione per decidere quel che si doveva fare del metallo. "Dobbiamo costruire un'altra statua" disse, "e sarà la mia statua". "La mia" ripeté ciascuno degli Assessori, e litigarono. L'ultima volta che ebbi loro notizie stavano ancora litigando. "Che cosa curiosa ! " disse il sorvegliante degli operai della fonderia. "Questo rotto cuore di piombo non vuole fondersi nella fornace. Bisogna che lo gettiamo via". E lo gettarono infatti su un mucchio di spazzatura dove avevano buttato anche il Rondinotto morto. "Portami le due cose più preziose che trovi nella città" disse Dio a uno dei Suoi Angeli ; e l'Angelo Gli portò il cuore di piombo e l'uccello morto. "Hai scelto bene" gli disse Dio, "poichè nel mio giardino del Paradiso questo uccellino canterà in eterno, e nella mia città d'oro il Principe Felice mi loderà".

domenica 14 dicembre 2008

Cari Luca e Diego,

oggi non ho ancora avuto il tempo di scrivere nulla, ma non sono comunque potuta venire a Verona sfortunatamente, come avevo preventivato in un primo momento. La nostra gita prevista per oggi è stata rimandata causa persistente, maledetto maltempo. Ma è solo rimandata siate tranquilli, appunto, rimandata a brevissimo termine oltretutto perché le vancanze di Natale sono ormai imminenti, perciò avremo tutto il tempo per rifarci fra qualche giorno, in piena libertà di pensiero, magari non appena inizia il 2009.

Ieri sera vi ho aspettato per lungo tempo alla trasmissione di Pippo Baudo su Rai Uno, tuttavia vi confesso che non sono riuscita a reggere a un sonno che si faceva ogni secondo più pesante. Così non ce l'ho proprio fatta a vedervi, tesori, mi spiace. A un quarto a mezzanotte sono andata sotto le coperte tiepide, ho stretto forte al cuore il vostro morbido cuscino e sono quasi subito crollata sotto il peso di un'improrogabile bisogno di profondo riposo, provocato anche dalla vergognosissima, spasmodica, noiosa e quantomai inutile attesa a cui il «Pippo Nazionale» mi ha sottoposto stavolta con mia grande delusione. Ma non ce l'ho con voi, non temete. No, questo mai.

Passando a cose più rilassanti che vorrei dire, oggi Simona è venuta nel pomeriggio a trovarmi con la sua mamma e mi ha fatto molto piacere perchè abbiamo passato qualche ora in allegria a parlare (bene, benissimo ovviamente) di voi e mille altre cose interessanti, che hanno avvicinato ancor più le nostre rispettive famiglie. Sono contenta di aver rivisto la mia amica, è sempre un piacere stare in sua compagnia. Di lei posso finalmente dire che le voglio un gran bene, e comunque dico senza dubbio ciò che ho fino a prima di incontrare lei sempre (inutilmente) sperato di poter dire di un amico vero, più precisamente le parole di una ennesima vecchia sigla della mia infanzia, cara al mio cuore che diceva così:

É l'amico è
Una persona schietta come te
Che non fa prediche
E non ti giudica
Fra lui e te divisa in
Due la stessa anima

Non so come mai però, cambiando ancora una volta discorso adesso vi confido che ho appena chiuso gli occhi e sto tentando di immaginare come risulterebbe la canzone Save A Prayer, ovvero il più grosso successo pop dei Duran Duran, uscito originariamente nel 1982, se a interpretarlo foste eh eh, voi due. Credo morirei di gioia, non esagero affatto nel dire così.



E ripensando infatti a questa canzone, Save A Prayer appunto, proprio adesso, in questa sera vicina al Natale il mio morale, si tinge ora di una tenera, immancabile ed inevitabile malinconia velata di sentimento e preziosa nostalgia per un tempo e persone  a me strettamente vicine in passato che ho conosciuto e di cui sento la mancanza ma che ora non ci sono più.

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Cosa darei nel sentire le vostre voci e chitarre sposarsi ora  perfettamente in tutto questo splendido e classico brano specialmente nel pezzo di romantico ritornello in cui si dice:

«...Some people call it a one night stand

but we can call it paradise...»

«...Alcuni la chiamano una notte

Ma noi possiamo chiamarlo paradiso...»

Vi voglio bene ragazzi!!! Sempre!!!! Don't forget it!!!

Elena

sabato 13 dicembre 2008

Santa Lucia mi ha portato...E io ho espresso un desiderio a lume di candela! Chissà!! Che toccante atmosfera!!!!

Luca e Diego:

«Allora Elena, come è andata? Dicci, siamo curiosi, cosa c'era nel pacc0 che ti è arrivato per Santa Lucia? E come dicevi tu ieri sera, è vero che con questo dono al di fuori della musica ti capita di pensare di più a noi? Dai, fai la brava Sonohrina, racconta, noi siamo qui, ti ascoltiamo!!!».

Ciao patatini,

eh, si è proprio vero anche io ho ricevuto un regalo extra di Santa Lucia, e malgrado il mio dono non ha propriamente a che fare con la musica vi confermo che vi sento ancora più vicini a me! Come mai?

Un secondo tati, ora vi spiego con calma, una cosa per volta, cos'è questa fretta? Comprendo benissimo la vostra smania! Mi avete chiesto cosa c'era nel mio pacco e ve lo dico subito.

Conteneva una scatola rosa rettangolare grande al cui interno trovavano posto un flacone di docciaschiuma al profumo di orchidea cinese in crema morbida, rosa vellutata, un deodorante aromatico spray della stessa tenera  essenza e uno splendido piccolo vasetto nero lucido di ceramica, tipo portacandela all'interno del quale c'è un alloggiamento in cui è possibile collocare al suo interno una candelina di quelle piccole, rotonde, quelle che io ho sempre chiamato «le candeline dei desideri» tanto per capirci. Su questo vasetto sono incise a mo' di decorazione due stelle e una luna. Troppo carino. Me lo sono messo sul giradischi subito, davanti alla vostra cornice.

Sono stata molto contenta. Dopo avere aperto il pacco ed essermi spruzzata i polsi di questa nuova, delicata essenza quasi inebriante, ho riposto il deodorante e il bagnoschiuma con cura nel mio armadio, mentre ho voluto accendere subito la candelina che stava sul portacandela che ho messo stabilmente  davanti alla vostra foto in cornice.

Mi sembrava una bella cosa poter dire in silenzio una preghiera a Santa Lucia e nel contempo esprimere un desiderio. Le note della vostra canzone «L'Immagine» hanno accompagnato questo momento. Subito dopo aver acceso la candela, è partita, dolcissima la canzone, e io ho spento le luci della mia stanza. Una piccola fiammella viva, luminosa e brillante  si è improvvisamente sprigionata dal portacandela ed è diventata per quasi quattro successivi minuti, l'unico bagliore che rischiarava la  mia camera, giusto il tempo di pensare a un desiderio e intanto ascoltare col cuore la canzone, appunto,  a esclusivo lume di candela, in un'atmosfera di toccante magia.

«Inventerò l'immagine che vuoi.....»

Hai ragione,  in quel mentre caro Diego, posso proprio dire con emozione di aver affidato completamente alla vostra musica, alla tua voce in particolare  (anche grazie all'intensa luce brillante della mia candelina che in quegli istanti rappresentava simbolicamente il desiderio che stavo esprimendo in silenzio, segretamente, dentro di me) l'importante compito di prelevarlo dal mio cuore, proteggerlo, colmarlo di pace, felicità e portarlo con sé lassù, nell'infinito cielo notturno, oltre l'umida pioggia freddissima  che da tre giorni in qua cade incessante sul mio paese, Reggiolo.

Non so se questo desiderio si realizzerà, sento che comunque ciò che ho  espresso è una cosa vera,  forte, sentita e nel suo piccolo, grande come il mondo.

Ciao ragazzi, vi voglio bene, sempre!!!

Elena

venerdì 12 dicembre 2008

Incredibile! Santa Lucia è arrivata anche da me, ma scarto il pacco stasera! Qualunque cosa sia, sarà qualcosa che mi farà pensare di più a voi, ne sono sicura!!!

Non vi preoccupate boys,

non sono impazzita, tantomeno sono più una bimba da credere ancora alla bella favola di Santa Lucia!
Tuttavia si dice che c'è una parte di noi che rimane sempre giovane ed è bello conservare queste tradizioni. Vi posso assicurare che oggi è davvero arrivato un pacco regalo piuttosto grosso anche a casa mia! Io non l'aspettavo affatto anche perché non ho chiesto nulla, proprio niente!!!
Di sicuro non si tratta di Sweet Home Verona perché già ce l'ho e voi lo sapete. In teoria doveva essere (anzi è, senza dubbio) quello il mio vero e proprio regalo di Santa Lucia.
Ancora non so dirvi che ci sia in questo regalo per me, esattamente, perché il mio pacchettino, come dicevo prima è comparso oggi, dopo che ho scritto il precedente post,  sono sincera.
Ma so vincere la cuirosità. Il pacco lo scarto stasera coi miei famigliari, come vuole la tradizione della mia zona, in questa piovosa notte reggiolese di dicembre; però qualunque cosa sia sento che indipendentemente dal pensiero è qualcosa che in qualche modo  mi farà comunque pensare un po' di più a voi, alla vostra musica e questo mi rende felice, tanto felice!!!
Ciao cuoricini, buonanotte, di nuovo buona Santa Lucia a tutti e due, sperando vi porti tante belle cose!!!! Vi voglio bene, sempre!!!!
 
Elena

Stanotte arriva Santa Lucia....Ma voi siete stati «bimbi» buoni quest'anno? Direi di si, e tanto anche!!!!

Cari Luca e Diego,

oggi sono di fretta, veramente ho solo il tempo di augurarvi un'ottima notte di Santa Lucia.


Teoricamente, si dice come sapete, anche sul veronese questa santa porta giocattoli nelle nostre zone, la notte tra il 12 e 13 dicembre solo ai bimbi buoni, mentre a quelli cattivi non porta nulla, al massimo solo carbone!

E voi due vi siete comportati bene quest'anno? Secondo me si, tanto tanto.

Non so come mai, comunque il cuore mi dice che Santa Lucia venga ancora adesso  anche da voi, soprattutto quest'anno che avete vinto Sanremo!

Chissà che vi porta, sono cuoriosa. Niente carbone vorrei sperare!

Una chitarra ecco, forse, l'ennesima!!! Sbaglio???? E voi siete «a nozze»...

Bacione tati, buona Santa Lucia!!!!

Elena

giovedì 11 dicembre 2008

Luca, Diego, dimenticavo di precisare...

...che se il fattore età deve essere considerato come requisito puramente «discriminante» in merito all'essere fan o meno, vorrei dirvi che la vostra musica piace tanto anche alla mia mamma che attualmente di anni ne ha 53.

Ma cosa ne pensano i miei lettori di quello che ho scritto oggi?

Cari utenti Sonohrini giovani e meno giovani, affezionati della mia pagina in generale, c'è ora una domanda anche per voi nella colonna a sinistra dove metto i sondaggi:

Indipendentemente dal mio parere precedentemente già esposto in merito e basandovi su quello che generalmente scrivo sul mio sito, secondo voi io sono una fan come Clizia Gurrado si o no?

Forza gente, votate per favore, ho bisogno anche del vostro gradito parere, è importante per me saperlo!!!

Oltre al voto, se volete potete anche lasciare dei commenti. Fatemi sapere il vostro parere, per favore, grazie!!!!

Elena

Io per voi la «moderna» Clizia Gurrado? Ma siamo matti? Fan si, ma saggia!!!!


Cari Luca e Diego,

nel 1986, ci fu un film alquanto stupido, tratto da un libro uscito l'anno prima che non era da meno secondo me. Qui sopra potete vederne un pezzettino. Chissà se lo avete mai visto questo film. Mi pare ora di vedere i vostri visetti curiosi anche se non riuscirei a dirvi cosa mi rispondereste. Davvero. Non saprei.

Quest0 film, tornando all'argomento del post di oggi ha «rovinato» la mia reputazione di fan dei Duran Duran (anche se più giovane come età), segnandola per sempre, nonostante io sappia bene di non essere il tipo di fan che viene descritto qua. Ma cosa si raccontava precisamente in questa trama? Dal filmato credo possiate intuirlo, comunque ve lo scrivo, così potrete rendervi conto del perché io non sono assolutamente d'accordo con questa storia che ha dell'assurdo. Io mi sento quasi ferita, presa in causa in un punto di vista che non mi compete come ammiratrice. Anche se è una storia vecchia, voglio dirvi il mio punto di vista.

Mi sento coinvolta erroneamente nonostante tutto sia come fan storica dei Duran Duran e parlando di tempi più recenti anche come fan dei Sonohra, quale sono in effetti. Ora capirete meglio perché.

Questa, era in poche parole la trama dell'intero film di cui vi parlo, e la spiego volentieri anche alle vostre ammiratrici più giovani perché è giusto che sappiano. In fin dei conti c'è un detto che dice che «la storia insegna».

La quindicenne Clizia Gurrado vive con il fratellino ed i genitori a Milano, dove frequenta il liceo Berchet. E' infatuata di Simon Le Bon, capo indiscusso dei Duran Duran ed insieme alle compagne Rossana ed Elena non fa che collezionare dischi e fotografie del divo idolatrato. Mentre Elena è corteggiata da Cody ed il giovane Alex comincia ad avere una qualche presa sul cuore di Clizia, giunge la notizia che i Duran canteranno in Italia, per il Festival di San Remo. Clizia accompagnata da Alex si precipita in Liguria, nella speranza di incontrare di persona Simon. Già sconvolta perché è corsa la voce che Le Bon sta per convolare a nozze, le capita di apprendere che proprio a San Remo, alla vigilia della esibizione, il cantante è scivolato ed è stato ricoverato in ospedale. Correndo verso l'edificio, Clizia cade e si ritrova anche lei con una gamba ingessata. Dopo avere a malapena scorto da una finestra la lussuosa macchina di Simon, non resta alla ragazza che salire sulla moto di Alex che la riporta a Milano: dove prevedibilmente il bravo ragazzo le offrirà sogni più realizzabili.

A questo punto credo non sarà difficile per nessuno intuire il perchè io dissenta amaramente, così tanto con questo film e a ogni suo riferimento seppure vago con ciò che i Duran (e ora anche voi) rappresentate per me.

Principalmente, per questi motivi:

  1. Come prima cosa viene in mio aiuto l'età anagrafica. Nel film di cui vi parlo, si racconta di una ragazza adolescente di 15/16 anni (questo però nell'ormai lontana epoca del 1986, l'anno della tua nascita Diego, erano altri tempi) , io adesso ne ho quasi il doppio anagraficamente di anni e si presume che una persona che sta presto per tagliare le sue prime 30 primavere quale sono io infatti debba comportarsi da persona matura ed adulta, giusto?
  2. Nonostante la mia già citata passione per i Duran e per voi (che viaggiano entrambe sullo stesso piano, ribadisco) penso di aver reso chiaro che a me il classico fattore fisico e di immagine importa poco, poco per non dire nulla. Ciò che conta per me, sia parlando dei Duran Duran che di voi sono le emozioni che sapete trasmettermi puntualmente innanzitutto con la musica; anche se una buona fetta del pubblico che segue questi fenomeni, da sempre molto spesso della musica non gliene frega niente, è un vero peccato. La musica invece è cosa che per me è sempre stata fondamentalmente prioritaria, assolutamente vitale, ci mancherebbe.
  3. Luca, Diego, avete capito è stato tremendamente bello per me chiedevi un bacio, incontrarvi di persona già 2 volte, cosa che con i Duran invece non sono mai riuscita a fare, tuttavia sapete anche voi che mi avete visto entrambi coi vostri occhi quali sono le mie difficoltà ed è chiaro che non arriverei mai a rompermi una gamba pur di vedervi, è la cosa più assurda. Capisco il mio essere fan (e io lo sono da anni) ma con tutto il bene che voglio a voi e che ho sempre voluto ai Duran non lo farei mai a tal punto da mettere a rischio la propria incolumità o quella di chi deve starmi accanto. Voi cosa ne dite?
  4. Escludendo tutto quello che ho detto prima, non credo accetterei mai onestamente alla mia età di sposare uno di voi due (troverei sinceramente impossibile la cosa, anche se foste voi stessi a proporre a me che sono più vecchia il matrimonio, andiamo, è ridicolo) perché so comunque che non sarei il tipo di moglie adatta per voi. A causa della mia situazione personale non sarei certo in grado di seguirvi ovunque in tour, vi vedrei pochissimo e io questo non lo sopporterei. Mi manchereste da morire. Io, nelle mie difficoltà ho bisogno della presenza costante di un uomo che sappia darmi una mano, che sia innanzitutto presente, cosa che non potrei ottenere a priori nell'ultima ipotesi che ho formulato.

Concludendo, vi confermo che mi piace molto essere fan, vostra come di molti altri. Ma la realtà è diversa, e io sono una persona per natura molto realista, per una serie di concause personali che non posso certo ignorare o fingere che non esistano.

Non abbiate paura, ragazzi, credo di non essere affatto come Clizia Gurrado ai tempi, e anzi vi ringrazio perché tramite questo sito mi date l'opportunità di prendere una volta per tutte, dopo anni e anni le meritate distanze morali e personali dal tipo di fan scimmiottata nel film Sposerò Simon Le Bon.

Cosa che comunque non mi impedisce di volervi sempre con tanta gioia ed immenso affetto un casino di bene! Ciao tati!!!

Elena

martedì 9 dicembre 2008

Zum Zum Zum, se n'era accorta anche Mina 41 anni fa! Che voi per me sareste stati una grande festa senza fine!!!!!

Cari Luca e Diego,


dato che ne stavo parlando ammirata nel precedente post ascoltate bene cosa chiede La Tigre Di Cremona ai suoi telespettatori introducendo personalmente questa fenomenale  sigla da lei cantata in questo filmato del 1967. Ve lo scrivo qua sotto.

«Vi è mai capitato di svegliarvi alla mattina con il motivo di una canzone che si ripete, si ripete, si ripete, nella vostra testa? Certo, vi è capitato, capita a tutti».

Credo che esprima bene in pochissime semplici, immediate parole proprio quello che è capitato curiosamente anche a me dal momento in cui voi siete entrati, quasi in punta di piedi, «armati» null'altro che di vitale, gioiosa e maledettamente musicale  prepotenza, felicemente, dolcemente, continuamente, nel mio quotidiano, con ognuna delle vostre canzoni. Che bello!!! Grazie Mina, ti voglio bene, tutti te ne vogliamo!!!!

.......Ti chiedi che cosa ci fa
La banda qui nella mia testa
E invece sapessi che festa
Sentirla suonare, suonare, suonare.....
......Ho una banda che mi suona nella testa
Ho una banda al gran completo
che mi suona
Trentasettemila note
E in ogni nota ci sei tu....
sonohra2gf3


Del resto, se ricordate, proprio io avevo già espresso più volte su queste pagine la personale ricorrente adorabile  sensazione interiore in cui descrivo di percepirvi suonare sempre, esibendovi in un concerto lunghissimo, infinito, a tutte le ore del giorno e della notte. Un concerto che voi tenete instancabilmente lì,  nella mia anima, anche quando dormo o quando sono in silenzio,  no?

Caspita, come vedete Mina nella sigla  sapeva già tutto questo ancora prima che io nascessi!!!! Forte!!!

Ciao tesori, vi voglio un gran bene, tanto quanto ne voglio a Mina, almeno!!!

Bacione!!!

Elena


Mina, 1958-2008: 50 anni di strabiliante carriera nel mondo delle sette note. La stessa che auguro anche a voi!!!!

mina

Cari Luca e Diego,

poco prima che faceste oggi la vostra spettacolare e sempre troppo breve comparsa prevista a Scalo 76 nella fascia pomeridiana, vi attendevo comparire trepidante sul divano del salotto di casa mia e per smorzare un attimo la comprensibile tensione stavo frattanto sfogliando il numero di TV Sorrisi e Canzoni attualmente in edicola.

Nel giornale di questa settimana viene, con mio grande piacere, dato ampio risalto a un servizio bellissimo (ricco di fantastiche foto) ripercorrente i 50 anni della carriera musicale di Mina, che ricorrono quest'anno. Già, la mitica Mina, proprio lei, l'inossidabile «Tigre Di Cremona» la Madre di Tutte Le Cantanti, La Voce Delle Voci, e non credo sia necessario andare  avanti con termini simili poiché penso di aver nominato una «costola», (se mi permettete l'uso di questo termine) della storia della musica leggera italiana, a cui tutti dovremmo quantomeno inchinarci. Vi confesso che (nulla togliendo a voi, no, questo mai e poi mai, lo ripeto ancora una volta e certo non mi stancherò di farlo in futuro, sino allo sfinimento) però Mina è sempre stata, è, e sarà sempre Mina,  su questo nessuno discute. Credo che anche voi e chiunque mi legge sia d'accordo con me, no? 

Devo ammettere che io purtrtoppo, pur amando da morire questa cantante  ho sinora  potuto permettermi solo un suo azzeccatissimo cofanetto di successi da 3 CD «Platinum Collection» , edito alcuni anni fa in una pregiata confezione argentata, limitata, da regalo. Una raccolta vissutissima nota dopo nota, con anima e cuore che avrei certamente già ridotto esattamente come il vostro Liberi Da Sempre, ovvero a condizioni inservibili, viste le innumerevoli riproduzioni, se solo fossero stati dischi  in vinile. Tuttavia mi piace da matti. Di sicuro, nonstante la mia ancora piuttosto giovane età mi ritengo orgogliosamente una fan sfegatata anche di Mina, malgrado, per motivi anagrafici non conosca (a menadito) che una minima parte della sua vastissima discografia.

Certo che però oggi pensavo, felice nel leggere l'ennesimo articolo lusinghiero su di lei: «Chissà come sarò io fra 50 anni!!!». Di sicuro nonna, forse bis addirittura, (si spera di arrivarci, in buona salute anche mentale) circondata dall'affetto di figli e nipotini. Augurandomi che pure voi due possiate continuare a pregiare la mia futura terza età della vostra compagnia e musica. Perché voi vi meritate a pieni voti la stessa carriera musicale che Mina ha costruito in tutti questi anni. Ne sono sicura. E non credo di esagerare nel porgervi questo ennesimo augurio, non indifferente, se considerate la fama consolidatissima della vostra collega sopra citata. So che voi potete farlo, avete già gettato ottime basi in questo anno. A voi ora la perspicacia e il non facile compito di poter continuare cosienziosi, sicuri e sereni su questa strada costellata di soddisfazioni ma anche di incognite. Nella speranza che anche la sottoscritta, che fra cinquant'anni avrà ottanta anni, potrà felicemente raccontare ai suoi nipotini ciò che grazie alla vostra musica e a voi (che me l'avete fatta conoscere) ho vissuto, cominciando così: «Io ho conosciuto i Sonohra questi due grandi artisti e fratelli veronesi. Posso dire di averli visti debuttare al Festival di Sanremo, sin da giovani erano dei veri virtuosi della chitarra! Sapete, avevo già 30 anni allora, li ho incontrati più volte personalmente e mi hanno pure baciata entrambi......»

Che ne dite, frugoletti, purtroppo, la vostra storia è appena cominciata, avete ancora tanta strada da fare, ma il proverbio dice che chi ben comincia è già a metà dell'opera. Tuttavia, che dite,  pensate di farcela ad aiutarmi a realizzare questo desiderio, ovvero di festeggiare una carriera musicale lunga almeno 50 anni? Lo spero per me che sogno di vedervi ancora in TV per quell'anno e per voi. Fermamente.

Grazie per essere stati così carini, come sempre ed avermi risposto sorridendo compiaciuti, poiché vi immmagino proprio così adesso: «Elena, grazie,  ci proviamo....».

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lunedì 8 dicembre 2008

This is my next project....

Speriamo solo faccia bel tempo!!!!!

Luca, Diego incrociate le dita

per noi, please!!!

Cuoricini miei, siete avvertiti,

dite pure  alla

mamma che ci prepari un caffé caldo

perché domenica prossima,

se tutto va bene

potremmo davvero passare nuovamente

a trovarvi durante il nostro giro

a zonzo per la città,

perché no? Non assicuriamo nulla,

comunque.

Verona è assolutamente

fantastica, specialmente in questo periodo

prenatalizio dall'atmosfera

così particolare!

Ci sono i mercatini di Natale!

Io vi dico sinceramente

che scherzi a parte,

ho da sempre un grandissimo

sogno personale da realizzare

ovvero vedere la mostra dei presepi

allestita tradizionalmente in Arena!!!!

Aspettateci, fiorellini, stiamo

arrivando!!!!!!!!!!!!!

Elena

Daniela

Simona

«I Grandi Fratelli», quelli veri! Alla faccia del reality di Canale 5!!!!

 

Immagine

«Due grandi occhi che guardano il mondo

Senza paura ma con attenzione.....»

Scusate cari lettori,

sbaglio o stamattina ho la strana

sensazione di essere, ehm, quantomeno,

come dire, spiata, seguita da due sguardi

intensi, buoni e curiosi  che indagano in

ogni mio minimo  gesto,

direttamente qui, adesso, gingendo

addirittura nella mia

stanza mentre lavoro sul mio

sito?????? Voi cosa ne pensate?

Mah, non so, forse è solo una mia

infondata ma meravigliosa

impressione piena di dolce sicurezza!!!!!

Tuttavia, devo confessarlo anche se mi

vergogno, improvvisamente mi gira la

testa e mi sento un pochettino  a

disagio....... Boh!!!

Elena

 

domenica 7 dicembre 2008

Così è la vita ragazzi miei....



.....Così è la vita amore mio

e tu che mi cammini accanto, accoglila

trasforma in un sorriso questo pianto

così è la vita amore mio

tu fammi grande questo tempo,

sollevami, tu dammi

forza

tu dammi cemento

Così è la vita in te la riconosco

con i suoi rovi e i suoi frutti di

bosco....
MARIELLA NAVA - Così è la vita
1999
Direi che alcuni dei versi di questa canzone di Mariella Nava sono tutto ciò che mi sento teneramente di dedicarvi stasera. Perché ho capito che in questi versi fantastici si parla anche di voi e del ruolo importantissimo e speciale che la vostra musica porta puntualmente nella mia esistenza.
Ormai siete grandi e avete appreso a vostre spese che la vita, (la mia, la vostra, quella di qualunque altra persona) è proprio così, secondo me; un'esperienza che si rivela in ogni modo indimenticabile, miei cari Luca e Diego. Preziosa, imprevedibile, dolce, forte, bizzarra, talvolta ci mette alla prova e si dimostra amara ed estremamente difficile da affrontare, ma è pur sempre ed indiscutibilmente un prezioso dono che ci viene elargito, anche nel suo momento più nero.....
Voi cosa ne pensate????
'Notte cuoricini! Vi voglio bene!!! Sempre!!!
Elena