martedì 30 novembre 2010

Cari Luca e Diego,

mentre voi rimettete piede nella capitale londinese, in queste stesse ore, come anche voi saprete, qui è iniziato il passaggio definitivo alla TV digitale terrestre. Un evento che attendevo. Non senza qualche perplessità.

Sapete io vivo in provincia di Reggio Emilia, al confine con la provincia di Mantova. Ma da sempre l’antenna installata sul tetto della mia abitazione è orientata verso il ripetitore che serve la provincia di Verona. Difatti come testata regionale di Rai Tre ho sempre captato il Veneto, non Emilia Romagna!!!!

Nonostante per la provincia di Reggio Emilia, il progressivo spegnimento del segnale TV analogico sia stato attivato da sabato scorso, io ho cominciato solo stamattina appena alzata ad inoltrarmi nel colorato e variegato mondo della nuova televisione digitale, che aspettavo ansiosamente da tempo. Era ora!!!

Fino a ieri sera tardi sul digitale non vedevo altro che qualche sporadica TV locale dalla scarsissima programmazione, ricca perlopiù di televendite antipatiche e di dubbio gusto trasmesse ad ogni ora, praticamente la cosa più noiosa che si siano inventati di trasmettere in TV. Insomma fino a ieri era una cosa semplicemente vergognosa!

Finora, vista dunque la gamma di programmi, praticamente trascurabile, che ricevevo fino a poche ore fa sul digitale, mi aveva sempre messo in dubbio l’introduzione di questo modo di vedere la TV e pensavo: “Ma vuoi vedere che questo digitale terrestre è tutta una fregata per farci spendere soldi in decoder o televisori nuovi, o peggio mi tocca chiamare ancora l’antennista per pensare di cambiare l’antenna perché la mia magari è troppo vecchia per questo genere di cose, difatti c’ha già 20 anni sulle spalle?”.

Solo stamattina ho avuto però la piacevole conferma che probabilmente non sarà così e se tutto prosegue come in questo momento, mi sa che la mia vecchia antenna durerà ancora per un bel pezzo e rinasce adesso a una nuova fase della propria esistenza senza l’intervento di un tecnico o il benché minimo controllo. Meglio così. Non ho ancora avuto modo e tempo di rendermi conto meglio di quanti e quali nuovi canali potrò vedere gratuitamente sul digitale da ora in avanti, con una qualità di audio ed immagine senza pari ma avrò occasione di farlo nei prossimi giorni anche perché l’arrivo di nuove emittenti nazionali o locali, (per il mio paese, questo a partire da oggi) a quanto mi dicono è sempre in agguato!

Il digitale terrestre potrà avere tutti i vantaggi del mondo e questo non lo metto in dubbio. Piace anche a me dopotutto stare al passo con i tempi, amo la tecnologia. Ma non credo che questa nuova tecnica di trasmissione del segnale televisivo potrà mai riportarmi ai fasti della TV analogica che non ho mai dimenticato, quella trasmessa quando ero bambina. Non completamente almeno. Io la vedo dura.

Nella indubbia varietà dei programmi che ora il DTT è in grado di trasmettere in maggior numero rispetto all’analogico ed anche ad alta definizione, non posso personalmente, parlando di TV, non ripensare con un sorriso ad alcune emittenti analogiche che hanno fatto la mia storia di bimba ed adolescente e di cui mi va di accennarvi volentieri, anche se si tratta di emittenti scomparse da una vita.

Non credo, tanto per cominciare che voi possiate ricordare alcuni canali analogici famosissimi che andavano alla grande come per esempio Telecapodistria, che io ricordo di aver visto per almeno 5 o 6 anni della mia vita fino a quando sono stata alle elementari almeno. Questo nome di sicuro non vi dice niente, siete giovani. E come dimenticare anche la TSI (Televisione Svizzera Italiana) o ancora “Junior TV”, che la mia antenna di allora captava la mattina, trasmessa alcune ore al giorno sulle frequenze locali di “Telesanterno Odeon TV”. Su Junior TV venivano trasmessi, per un certo periodo della giornata programmi dedicati ai bambini o ragazzi; cartoni animati, soprattutto, che sono poi rimasti nel cuore di tutti i bimbi della mia generazione.

La mattina io, prima di andare a scuola (ero in seconda elementare) su Junior TV guardavo sempre “Coccinella” e “Gigi La Trottola” due cartoni mitici, senza dimenticare i “Transformers”, “Devil Man” o i “GI Joe”. Mi piacevano anche le storie da maschio come queste ultime devo dire. Non tutte, ma qualcuna si. Mi appassionavano, ti ci affezionavi.


Mi sembra praticamente impossibile che voi due vi possiate anche ricordare, naturalmente, di Videomusic. Perlomeno non la primissima, quella che per Reggio Emilia e provincia trasmetteva continuamente sul canale Uhf 51 e di cui io ho fatto in tempo a guardare parecchi programmi addirittura leggendari. Io ricordo bene alcuni special che ho rivisto con emozione da alcuni supporti dell’epoca tempo fa con le mie amiche duraniane. C’era Red Ronnie giovanissimo!!!!


Il suo logo somigliava molto a quello di MTV che era nata in America solo qualche anno prima, nel 1982. Videomusic era il diretto concorrente “made in Italy” dell’emittente americana, ma (i più grandicelli concorderanno) il suo palinsesto non aveva nulla a che vedere coi programmi perlopiù insipidi trasmessi adesso dalla versione italiana di MTV.


Mi ricordo che allora la mia antenna dell’abitazione non era girata su Videomusic e col televisore a colori non l’ho mai potuta ricevere almeno non nel suo momento d’oro. Questo l’ho fatto solo quando abbiamo poi fatto montare un filtro particolare che ancora mancava all’impianto di casa, ma quella era la fine degli anni 90 periodo in cui l’emittente toscana era (purtroppo) stata ceduta a TMC perdendo di valore ed agonizzando fino a scomparire, sostituita infine dallo strapotere totale di MTV.

Io Videomusic sin da bambina potevo però vederla comunque grazie a un furbo e praticissimo televisore portatile da viaggio in bianco e nero che avevamo comprato e di cui io mi ero impossessata collocandolo nella mia camera. O che all’occorrenza potevo spostare anche in camera da letto oppure metterlo fuori all’aperto nelle sere d’estate; il quale aveva una fantastica antennina propria tipo quelle della radio, che si allungava e poteva essere orientata in tutti i modi. Quanti bei ricordi di anni ed anni di emozione anche se la mia TV di allora era in bianco e nero! E che musica era quella di Videomusic!!!

Riuscirà ora il neonato ma dilagante digitale terrestre, con le sue mille promesse e canali, a confermarsi una scelta vincente, non togliendo nulla a quanto ho già televisivamente vissuto con orgoglio sinora? Speriamo!!!

sabato 27 novembre 2010

Non so com’è, ma ho appena finito di ascoltare Parsifal, e non me ne sono persa neanche un secondo, così come era giusto che fosse. Il piatto del giradischi si è appena fermato e il braccetto dell’apparecchio è tornato alla posizione di inizio con un tonfo sordo. Sarà cosa superflua ma rendo noto che adesso ho entrambe le mani così gelide che a confronto un pezzo di ghiaccio si squaglia.

Come mai? Penso che la risposta più ovvia a questa reazione sapresti senz’altro darmela proprio tu sorridendo Diego. “Cose di ordinaria amministrazione. É l’emozione Elena, si tratta solo di pura e semplice emozione.” E ti do ragione sai?!

Se i Pooh, con la loro celeberrima suite di rock sinfonico, in soli 10 minuti di tempo, mi hanno letteralmente congelato gli arti superiori, cosa farò, mi chiedo, a questo punto, quando fra qualche giorno avrò anche io tra le mani il vostro dischetto nuovo e sentirò per la prima volta, volutamente, la vostra ultima canzone????

Chi vivrà vedrà!

Un bacio grande a tutti e due! Buon compleanno Diego ancora una volta! Divertiti!

Vi voglio bene!

Elena

27 novembre: Buon Compleanno dolce "cavaliere della musica"!!!

Caro Diego,

diverso tempo fa ho ricevuto per posta la gradita lettera scritta a mano da una mia cara amica che abita lontana. Mi spiegava che le sarebbe piaciuto passare un pomeriggio in compagnia con me e diceva che desiderava tanto che io e lei potessimo trascorrere assieme del tempo così io avrei potuto raccontarle tante belle storie, cosa che generalmente amo molto fare ogni tanto, in special modo su queste pagine.

Se oggi la piccola Clara potesse davvero essere qui con me, in queste ore in cui tu compi 24 anni, ti confido, Diego, che non potrei scegliere giorno migliore e momento più appropriato per raccontarle volentieri la storia della vita di Parsifal.

Parsifal. Ma chi è questo personaggio dal nome evocativo, affascinante e volendo un tantino misterioso? Lo spiego subito.

Parsifal è uno dei tanti Cavalieri della Tavola Rotonda, i quali prestano servizio presso la corte del mitico Re Artù.

La mia professoressa di italiano, ai tempi delle Medie mi aveva narrato una tra le tante storie legate alle vicissitudini di questo docile personaggio che mi è, da quel momento, rimasto sempre nel cuore.

Quella che ho imparato io ai tempi della scuola, detta molto brevemente, narra di questo giovane dalle fattezze incantevoli, che (così pare) fosse nato a notte fonda, e avesse trascorso una prima parte della sua vita vivendo felice tra i boschi di una sperduta e rigogliosa foresta. Fattosi ragazzo forte, intelligente ed estremamente obbediente, spinto dal vivo desiderio interiore di diventare cavaliere, Parsifal si reca una bella mattina alla Corte di Re Artù. E viene dunque accolto nell’esercito reale dapprima come semplice scudiero di Lancillotto. Poi diverso tempo più tardi (una volta ufficialmente nominato a sua volta Cavaliere della Tavola Rotonda) grazie alla spiccata purezza propria del suo cuore è l'unico tra tutto l’esercito del re a cui viene concesso il grande merito ed onore di poter ammirare con i propri occhi il Santo Graal.

Esistono infatti differenti versioni di varia natura e lunghezza che narrano in maniera sempre diversa l’avventurosa leggenda legata alla vita di Parsifal. Non so se quella che abbiano raccontato a me sia quella più accreditata, però io la storia di Parsifal la sapevo così, almeno a grandi linee.

Richard Wagner, il famoso compositore di musica classica ha tratto, sempre da questa conosciuta leggenda, una pregevole opera lirica.

I Pooh dal canto loro, nel 1973, rendono valido omaggio musicale a questa valorosa figura medievale, ponendo a chiusura di uno storico loro album, una spettacolare “pagina di musica”, un capolavoro che porta il titolo del nome del cavaliere.

Mi auguro tu la conosca Diego, accidenti! Ci spero davvero, dato che tu e Luca avete per di più duettato proprio con uno a caso come Dodi Battaglia a Sanremo quest’anno.

É un brano storico, Parsifal, rappresenta un punto portante, focale, basilare nell’intera produzione musicale dei Pooh. Una canzone che bisogna quasi conoscere per forza, a mio parere chiunque dovrebbe poterla apprezzare, a prescindere da tante altre portate al successo sempre da loro.

A quei tempi, sai, (lo ripeto, siamo nel 1973) era davvero raro sapere che una band come i Pooh poteva permettersi di duettare con una vera e propria orchestra sinfonica completa di tutti gli elementi. Ed era considerato insolito e strano, se vogliamo, anche il fatto che gli stessi Pooh potessero mescolare la loro risaputa impronta di rock italiano romantico facendosi accompagnare da una melodia di chiaro stampo classico, che nulla aveva dunque a che fare col loro consueto genere artistico.

Solo i Pink Floyd erano riusciti, qualche anno prima, a fare con successo un simile esperimento del genere suonando in “Atom Heart Mother” contemporaneamente con l’orchestra. Senza saperlo sono riusciti a lanciare così una moda. Da cui i Pooh evidentemente con questa loro formidabile suite musicale, traggono chiara ispirazione.

In questo brano scritto da Valerio Negrini si racconta una piccola parte della leggendaria vita di Parsifal. Un pezzo significativo e molto semplice che definirei “forte” e “squisitamente leggero e delicato” allo stesso tempo; e che oggi più che mai, Diego, lascia che te lo dica, mi fa pensare a te in maniera incredibile! Sono contentissima e mi ritengo fortunata di potertene liberamente parlare con sincerità attraverso il mio blog. Se ti avessi incontrato di persona non ce l’avrei certo fatta a dirti che questa canzone mi ricorda te in tutta la sua interezza. Non esagero se definisco questo testo una poesia in musica a dir poco da brivido. Quello stesso brivido di preziosa emozione che provo io adesso mentre penso che ti dedico questa struggente melodia con orchestrale.

Perciò adesso siediti comodo Diego,e comincia a scartare lentamente il mio “regalo”. Rilassati, chiudi gli occhi qualche istante, spalanca le orecchie ed il cuore, preparati a ricevere, viviti questa canzone nel profondo come meriti; lasciati rapire dalla sua suggestiva, toccante e benefica atmosfera lungo tutti i suoi 10 lunghissimi ed emozionanti minuti.

PARSIFAL

Chiaro è il mattino
che nasce dall'Est
questa foresta è tua.
Nato selvaggio
puro nell'anima
non sai paura cos'è.


Quei cavalieri
simili a Dei
non li hai mai visti però
non paura nasce dentro.
Folle nell'alba
tu vuoi conoscere
ciò che nel bosco non c'è
hai scoperto il tuo destino.


Il tuo destino
nel nome che tu avrai
Re della luce sarai
corri, corri
corri, corri.


Parleranno a te
di Dio
del Re
le fanciulle in fiore
nel viaggio
vedrai
in un grande sogno antico
la tua nuova vita
solitario ti sospingerà
e un dubbio ti conquisterà.


L'incantata età
straniera
di lei
non è gloria o vento
ma dolce
realtà
dentro l'erba alta al fiume
le tue armi al sole e alla
rugiada hai regalato ormai
e sacro non diventerai
qui si ferma il tuo cammino.



É proprio grandioso questo pezzo, non credi? Lo è esattamente come te Diego. Parsifal è il migliore componimento musicale a cui penso proprio potessi riferirmi pensandoti. Sai bene che sono ormai abituata a dedicarti una canzone da quando ho il blog, quando so che compi gli anni. Affido perciò ai Pooh l’onore di porti quest’anno i miei migliori auguri, tra le splendide parole di questa loro canzone. Senza dimenticare la seconda parte orchestrale che le segue dolcissima e maestosa, a tratti quasi commovente, dal chiaro sapore di opera lirica.

Adesso fuori c’è una giornata fredda ma molto bella, soleggiata, col cielo limpido. Tutto attorno a me, qui in casa c’è un inaspettato istante di calma, pace e silenzio, così mi ascolto questo bel disco dei Pooh che è in riproduzione a tutto volume sul piatto del mio giradischi. E tra queste note di natura classica, meravigliose, onestamente, io avverto sin dal primo istante, viva, vera e deliziosamente presente l’eterna persona di Parsifal in tutta quella che ci è stata tramandata come la sua forza, la sua affascinante e concreta nobiltà d’animo.

Ti penso, frattanto, tutta contenta, dolce Diego, e ti faccio dunque di nuovo tanti, tanti, tanti, e tanti cari auguri dal cuore per il proficuo proseguimento del tuo cammino esistenziale, sperando che da queste 24 magnifiche ore così importanti tu possa ricevere mille entusiasmanti conferme che ti fortificheranno l’anima, o più in generale, tu possa ottenere giorno dopo giorno ciò che di meglio alla tua giovane esistenza desidereresti ancora chiedere.

Ciao piccolo, grande, festeggiatissimo Diego!!! Ti abbraccio forte tra queste righe con tantissimo affetto ed altrettanta semplicità!!!! Possa tu sempre essere, in epoca moderna, come Parsifal un grande, onorato e ricordato cavaliere molto speciale, nel tuo caso, anziché di re, al completo e fedele servizio della musica!!!!

Bacioni, stella!!!!

Elena

P.S. E chi si perde, a questo punto, il prossimo film sulla saga dei Cavalieri della Tavola Rotonda, Excalibur e sulle storie legate al ciclo di Re Artù? Questo è poco ma è sicuro. Io NO!!!!!!

lunedì 22 novembre 2010

Passerottini,

ecco, lo sapevo. La mia amica Simona mi ha appena mostrato la magnifica copertina di quello che una volta si chiamava “Mini LP” e che sarà prossimamente in uscita come la vostra ultima fatica discografica. Complimenti! Che rielaborazione toccante, intensa ed intima dei vostri visi! La trovo adorabile e non ho detto ancora niente. A volte le emozioni per essere espresse bene hanno bisogno di tempo e non è sempre facile coglierle al volo neanche con le parole più ricercate.

Non vi preoccupate che lo prendo il vostro dischetto, ve lo dico già adesso. Ci mancherebbe d’altronde. Avevate forse qualche dubbio a proposito? “There’s A Place For Us” deve assolutamente esserci al più presto tra la mia collezione, è una cosa naturale, quasi vitale, paragonabile al respiro o al battito del cuore! É semplicemente il minimo gesto che potrebbe fare una fan come me, anzi, sarà una cosa prioritaria a tutto il resto questa, data la sua imminente uscita nei negozi. Sono contenta di non averla ancora sentita la vostra canzone perché voglio farlo direttamente una volta che avrò il Cd tra le mani. Non mi rovino la sorpresa.

E farò come una volta, che un brano era davvero inedito nel vero senso della parola e non esistevano mezzi di sorta che dessero anteprime di nessun tipo su un brano in via di preparazione fino alla pubblicazione effettiva di un disco nei negozi; esattamente come quando io andavo a chiedere alla barista del bar dietro casa mia quali fossero le novità a 45 giri regolarmente in arrivo nel suo fantastico, mastodontico juke-box che amavo far funzionare, come di consueto con le classiche monetine da inserire di volta in volta nella macchina.

Quanti sogni si libravano alti nel cielo, incredibilmente vivi e liberi, direttamente dalla mia animuccia in quei momenti! E il primissimo ascolto dei nuovi singoli che sapevo avrei amato da quel momento in avanti, per tutta una vita, mi dava puntualmente un’emozione tutta particolare, all’immancabile sapore di frutta!!!

Ragazzi, sapete che c’è? Ho visto la vostra copertina del CD poco fa e ho immaginato felicissima per un secondo lunghissimo che quel meraviglioso ritratto moderno con i vostri teneri visetti affiancati potesse invece essere la copertina di un vinile. Ho pensato questa cosa con tanto affetto, ulteriormente caldeggiata dai pensieri di questi giorni che mi riportano immancabilmente all’uso tuttora quotidiano di questo antico formato e supporto musicale quasi scomparso. E che mi convincono sempre più sul fatto che secondo me, in diversi aspetti della vostra musica pulsano ancora gli anni 80.

E ora già so che stanotte sognerò di stringere forte tra le braccia il vostro nuovo disco in formato LP, con le copertine di cartone, che avevano un così buon odore una volta. Ed erano così grandi e assai minuziose nei dettagli dell’immagine che quasi potevi trarne un quadro da appendere al muro per decorare la tua cameretta, tipo poster.

Fantasie della mia mente dolcemente nostalgica e niente più, questo lo so, però grazie a voi e a questo pensiero la mia giornata di oggi è stata migliore. E penso proprio che con questo breve scritto mi preparerò ancora meglio per la prossima importantissima scadenza in calendario che meriti un post.

Ma questa è un’altra storia e ve la racconterò solo fra qualche giorno.

A presto cuoricini.

Affettuosamente vostra,

Elena

domenica 21 novembre 2010

Porgo sentite condoglianze agli interisti…

e mi complimento al contempo con il grande Chievo e coi colleghi tifosi per la spettacolare “disfatta di Caporetto” impartita questo pomeriggio dai "mussi volanti" presso il Bentegodi ai nerazzurri!!!! Fenomenale!!!!!

Sergio Pellissier, il nr. 1. Noi trentenni si che abbiamo la testa a posto mio caro!!!! Ti voglio bene tanto quanto ne voglio ai Sonohra è garantito!!!

Cosa farò domattina in ufficio al proposito è presto detto!

Sciarpa clivense che ben conoscete in bellavista attorno a me per tutta la giornata lavorativa (tanto ho la scusa che soffro di cervicali e la sciarpa che è di pile e tiene tanto dolce caldo mi preserva il collo dall’umidità di questi giorni) con fascia lutto al braccio per i colleghi interisti in evidente crisi. E capuccino pagato a turno dai suddetti colleghi avversari per tutta la settimana ventura a beneficio esclusivo della sottoscritta!!!! Oh yeah!!!! Così si fa!!!!

Baci bimbi!!!! Vi voglio bene! Diecimila volte!!!! Forza Chievo olé olé!!!!

Elena

P.S.: Certo che oggi ho proprio voglia di scrivere, non vi sembra? Devo recuperare il tempo perduto fuori da qua!!! Anche troppo forse! Ci sentiamo fra qualche giorno, è obbligatorio! Notte fagottini!!!!

DDitsisk

Questo 45 giri “Is There something I Should Know?” giace, tra molti altri suoi “fratelli” in fondo al mio preziosissimo scatolone pieno zeppo di vinili di ogni tipo. L’ho suonato parecchio da bambina, a partire dal 1983 quando stavo dalla nonna perché mi piaceva la canzone. Mi sa che se mi arrischio ad appoggiarlo ancora una volta al piatto del giradischi penso proprio che non ne uscirebbe altro che un indistinto fruscio quasi incomprensibile a causa del troppo uso che ha consumato nel tempo i solchi e il suono di questo pezzo graffiandoli così tanto che, fidatevi, le striature sulla plastica si vedono ancora distintamente anche ad occhio nudo.

Il suono va un po’ meglio per il lato B che ho ascoltato negli anni a venire sicuramente meno e che rappresentava comunque un gradevole brano esclusivamente strumentale eseguito dai Duran, ma non è che si migliori poi di tantissimo come resa musicale rispetto al lato A che ormai non suona più. Questo disco è stato usato tantissimissimo e si sente, c’è poco da dire!

Del resto allora, 27 anni fa, andava così, non esistevano gli Ipod, sarebbero stati considerati come cose da fantascienza. Gli MP3 men che meno, sembravano un sogno lontano anni luce o semplicemente una brutta parola che all’epoca della mia infanzia avresti definito quasi volgare.

I dischi in vinile, che in quel tempo erano ancora la maniera tramite cui si poteva diffondere efficacemente un nuovo singolo sul mercato dovevi sempre cercare di trattarli bene limitandoti nell’ascoltarli e tenendoli lontano dalla polvere il più possibile. Ma mica sempre ci si riusciva, nemmeno a me che oggi curo i miei vinili piuttosto scrupolosamente.

Guardo bene questa copertina ancora una volta. La trovo così tanto bella nonostante abbia già un sapore quasi antico e si avvicini ai 30 anni di età. E sapete cosa penso cari Sonohra guardando questa copertina? Che questa famigerata lettera D maiuscola mi ha fatto tanto pensare gioiosamente in questi anni. E questo pure ai giorni nostri se ci pensate bene. Noto con gioia che la lettera D mi porta proprio bene e penso gioiosamente a tanti cari ricordi passati e recenti. Legate a quel disegno riaffiorano magicamente una dopo l’altra ambienti, cose, situazioni simpatiche che ho vissuto. E persone, tante persone…. Questa D vuol dire tante cose eh eh!!! :-)

Buona domenica bimbi! Forza Chievo a proposito, quello sempre, anche se darà dura battere gli interisti, oggi, mi sa. Bacione.

La vostra Elena

P.s.: Domandina furba per le fan dei Sonohra che mi leggono. Ma non vi fa venire in mente proprio niente la meravigliosa lettera D così invitante ed in bella vista del mio 45 giri che vedete più sopra? Mhh, strano, molto strano!!!!

Posso capire che non penserete subito ai Duran Duran, ma siete giustificate per questioni di età, vi capisco, è normale forse non li conoscete ancora bene e non avete certo vissuto quella che è stata la mia infanzia e gli anni seguenti con la loro musica. Intendiamoci non pretendevo mi diceste questo, non avrebbe senso del resto.

Andiamo, su, pensate con un po' di impegno cosa, (o meglio chi) vi viene in mente osservando questa D? Non ci vuole una laurea per capirlo!!! Spremete quelle meningi!!!!! Avete capito dove voglio andare a parare? Spero di si!!!!!

C’è un posto per me e questo al momento è vicino ai Duran Duran. Senza mai scordare voi!!!

Colombelle,

buondì. Chiedo venia. Lo so, avete tutte le ragioni del mondo per essere “arrabbiati” con me. O quasi. Ma mi piace pensare che stiate invece sorridendo alla mia gioia. E forse è davvero così.

Si, questo è vero, la mia mente in questi giorni è presa da altro, anche nel tempo libero e non ho proprio tempo da dedicare a voi nonostante sappia bene che non ve ne state lì con le mani in mano. Anzi. Ma il tempo è tiranno. Ed io do precedenza ad altro musicalmente ora. Penso di essere pienamente giustificata, mi conoscete abbastanza bene.

Ma sapete, penso mi capiate, per me è così, quando ti dicono che la tua band preferita di sempre, quella che hai sempre amato e continui ad amare musicalmente più di qualsiasi altra, fa un disco nuovo dopo 4 anni di silenzio, la novità è grossa, e con  essa le speranze che i tuoi sogni non svaniscono, ma si illuminano di nuova linfa e colore. Il mio cuore di fan duraniana è in completo subbuglio e non capisce più nulla. Cose di ordinaria amministrazione. Ci sono abituata da una vita ormai.

Presumo che anche per voi sia normale ammirare a vostra volta un artista al di là del fatto che pure voi con la musica ci lavorate. E penso sarete ogni volta  felici di sapere che uno come Bon Jovi o Santana tanto per fare un esempio, il primo che mi venga in mente, faccia un nuovo disco.

Per quanto riguarda la mia band preferita di sempre, il primo amore musicale che abbia posseduto, di cui vi ho parlato più volte, i Duran Duran, stanno per uscire con un nuovo disco che sarà nei negozi a febbraio 2011        e ancor prima su Itunes a dicembre. E non me la sono sentita di abbandonarli proprio in questo momento. Quello in cui sfortunatamente per me anche voi state lanciando qualcosa di nuovo.  Non vi offendiate cuoricini, ma stavolta io scelgo i Duran che sono la mia storia sin dalla più tenera età. Avrò tempo anche per voi ma solo dopo che Simon Le Bon e soci saranno usciti col nuovo disco “All You Need Is Now”. Sono quasi obbligata a festeggiarli con i miei vecchi amici duraniani in attesa del nuovo tour mondiale che ci riunirà, dopo anni, finalmente tutti insieme fra qualche mese e a cui non si può mancare!!!!! Mi piacerebbe molto condividere con voi la mia gioia per le vostre nuove cose e per quelle dei Durans allo stesso tempo. E ogni tanto lo farò.

Questo blog continua anche nei prossimi mesi naturalmente. E tutto quello che scrivo sarà sempre dedicato a voi due soli anche se parlo di altri gradi della musica.  É giusto e anche bello sapere che ci sono anche altri grandi artisti che vi fanno compagnia nel mio cuore. E voi sarete onorati di essere al  loro fianco. Nel mio cuore di musicisti ce ne sono davvero tanti. Ma la passione che ho per i Duran Duran, anche adesso che hanno quasi tutti superato i 50 anni di età è più forte di quella per qualsiasi altro. Così come penso di voi per i Bon Jovi, Santana o BB King!

Un bacione, ci sentiamo, vi voglio tanto bene, anche se dovrete portare pazienza, non si può fare nulla è un periodo così. Del resto non è che una band internazionale e famosa quanto i DD sforni dischi o tour tutti i giorni no? I Duran hanno la meglio su di me ultimamente, lo ripeto! E questa è una cosa positiva anche in fondo! Mi darà nuova ispirazione per pensare a voi con ancora maggior affetto e continuare a nutrire questo blog dedicato a voi come merita, con tanti nuovi post.

La sempre vostra affezionatissima ma ora in completo ciclone duraniano,

Elena (posso firmarmi Rhodes con un certo orgoglio? Non vi offendiate, siate felici per me)

Sapete, a volte ricevo anche posta ordinaria con questo mio nomignolo posto accanto al cognome vero. E quando mi arriva posta di questo genere a casa è segno che c’è qualcosa di imperdibile sui Duran dentro!!!

Ho talmente tanto materiale su di loro accumulato nel corso di una vita (dischi d’epoca introvabili, ristampe in CD, libri, magliette, poster, zainetti ecc.) che non so più dove metterne ormai!!!!!! E che non cedrei per tutto l’oro del mondo.

P.S. Tutti i nuovi dischi del mondo non possono certo farmi dimenticare che c’è una data particolare e importantissima da ricordare che vi riguarda, e che si trova in piacevole avvicinamento. Che sarà onorata a tempo debito, fra qualche giorno, come merita, con un post di quelli come io sono in grado di fare e a cui vi ho abituato. Nei pochi minuti al giorno in cui, di recente Nick Rhodes e compagni mi lasciano in pace, penso intensamente a questo giorno. Non mancherei tale appuntamento per nulla al mondo.

giovedì 11 novembre 2010

Quest’oggi è stata una buona giornata. Infatti, nel tempo libero, solitamente il pomeriggio quando non lavoro, ho ricominciato a dare lezioni private.

Ora ho il compito di seguire un nuovo e timidissimo maschietto, un ragazzino di seconda media che si chiama anche lui Andrea, come lo studente che avevo l’anno scorso, ma è più giovane. É buono ed educato, silenziosissimo ed estremamente obbediente; al momento Andrea parla solo quando e se è interrogato. Visto fisicamente sembra quasi un bimbo delle elementari, fa tenerezza. Presenta evidenti difficoltà generali con la lingua inglese ed ha grosse lacune per questa materia sin dallo scorso anno, ma ho già capito che ha voglia di recuperare le sue insufficienze.

Per fortuna quest’anno ho di bello che non dovrò impiegare pomeriggi interi a mia volta china sui libri come nel caso dell’anno scorso col ragazzo che suonava la chitarra (e andava seguito in tutte le materie) perché questo ragazzino ha in effetti bisogno di aiuto solo in inglese e in un paio d’ore al pomeriggio, io me la cavo.

La mia prima lezione col nuovo ragazzino, quella in programma oggi appunto, è andata bene, però mi ci vorrà qualche tempo per conoscere meglio il mio nuovo alunno, lo trovo una personcina timida e quasi paurosa. Capirà presto che io non sono l’insegnante di cui avere timore ma di cui fidarsi per imparare benone.

Sai Diego, mi è quasi sembrato di immaginare di vedere proprio te in lui. Te quando eri piccolo e volente o nolente studiavi. Chissà che ricordi hai della tua carriera scolastica ormai lontana, me lo sto chiedendo curiosa. Da quello che mi è parso di capire non sono troppo entusiastici o sbaglio?

Tanto per incoraggiare il nuovo piccolo, dolcissimo studente Andrea gli ho detto, sfoggiando un convincente sorriso, che se la prossima estate riesco davvero ad andare in Inghilterra così come mi è stato prospettato, lo porto con me, a patto però che si impegni e si metta a studiare l’inglese come si deve. Altrimenti nisba!!!!

Cosa dite tesori, ce la farò ad aiutare efficacemente questo ennesimo ragazzino, così piccolo che pare un pulcino nato da poco e che è in difficoltà con le lingue straniere, per fargli recuperare un ottimo rapporto con la mia amatissima lingua anglosassone? Speriamo, io ce la metterò tutta, sono ben cosciente di quello che so fare e che l’inglese per me non ha più segreti da un pezzo.

Però è normale porsi queste dubbiose domande dopotutto, dare lezione significa anche aiutare una persona che fino a tre giorni fa non hai mai neanche visto nonostante abiti nel tuo paese e fargli capire nel giro di due minuti che di te si deve fidare, che lo aiuterai a studiare per tutto l’anno scolastico e sarai una sicurezza per lui, una fonte di riferimento nello studio. Mica facile…

Anche con Andrea il chitarrista mi ponevo questi interrogativi un anno fa. E sapete bene come è andata poi alla fine, anche perché tra me e lui è rimasta adesso una solida amicizia e siamo in regolare contatto pure ora che il chitarrista è andato alle superiori. Ma ogni bimbo è un caso a sé. E io chissà perché ho sempre paura di non essere un’insegnante all’altezza delle mie aspettative. Chissà. Speriamo vada tutto bene anche con questo bimbo!!! Ci terrei!

Bacioni. Vi abbraccio forte.

E

Ritrovo un vecchio compito a casa…

…risalente al periodo in cui frequentavo la prima superiore. Pensavo di aver gettato da tempo anche il quaderno con lo svolgimento di questo componimento, così come ho fatto con altre cose della scuola di allora.

E invece l’ho ritrovato proprio oggi, ammassato in fondo alla mia libreria. Lo pubblico con piacere questo compito, era una cosa breve e molto carina su come vedevo il significato e il valore dell’amicizia. Una cosa che, naturalmente avevo scritto proprio io. L’esercizio, che mi era stato affidato dall’insegnante di Religione, chiedeva così:

Immagina di dover fare la pace con un amico/a, con cui hai litigato per diversi motivi. Ti puoi esprimere solo attraverso una poesia o una lettera.

E che io ho appunto deciso di svolgere in questo modo piuttosto significativo:

Caro amico,

con questa lettera ti chiedo sincera scusa, ma ancora una volta l’egoismo ha prepotentemente vinto dentro di me. Più volte ho incautamente tradito la tua fedele e sentita amicizia. Può succedere a chiunque di sbagliare. Ma ti giuro, io non volevo. Ti prego, perdonami, facciamo la pace.

Tu per me sei il compagno più grande che si possa avere accanto in quell’emozionante viaggio chiamato vita. Allora dimentica la mia ennesima noncuranza. Ricominciamo da capo, uniamoci e portiamo nel mondo l’amicizia.

Facciamo conoscere questo meraviglioso sentimento tramite le piccole cose od azioni proprie di ogni giorno. Anche se non sarà facile cerchiamo d’ora in avanti di impegnarci a cercare di dare il nostro piccolo ma importante contributo comunicandolo a chiunque perché sulla terra possano un giorno non esserci più guerra, morte e distruzione. Cerchiamo di lottare insieme per sostituire tutto questo, diffondendo invece il calore fraterno dell’amicizia che, speriamo saprà, prima o poi, legare saldamente tutti i popoli.

Non dimenticherò mai ciò che tu mi hai insegnato sin dal momento in cui ci siamo conosciuti. Ti prometto che d’ora in avanti io farò il possibile per diffondere i tuoi messaggi. E anche tu, non dimenticarmi se puoi. Continua ad essere gioiosamente presente nella mia vita, ad aiutarmi a ritrovare la strada giusta dandomi fiducia, sorreggimi nei momenti più difficili, quelli in cui spesso, la vita si fa piena di perché.

Ti voglio bene.

Elena

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Nota Bene: All’epoca (ero una giovane studentessa di 15 anni) ci credevo ancora nel mito della vera amicizia. Solo qualche anno più tardi a mie dolorose spese ho capito definitivamente che l’amicizia vera non esiste, non solo per me, ma per ognuno di noi. Questo tipo di sentimento non è che un deludente miraggio….

Baci in tutta fretta cari cuoricini. A presto!

E

domenica 7 novembre 2010

Oh no!

“Colpo di scena” direbbe l’indimenticato Mike Bongiorno se fosse ancora tra noi.

Cuoricini, sono arrivata solo al quarto capitolo de “I Pirati Della Malesia” e succede proprio quello che non mi sarei mai aspettata! Chi l’avrebbe mai detto?

La straordinaria imbarcazione “Perla di Labuan” è attualmente alle prese con un disperato incidente di percorso e si trova a un passo dall’affondare completamente, in modo rapidissimo tra le acque, dopo un imprevisto scontro della grande nave contro le rocce che costeggiano Sarawak il luogo di destinazione della Tigre Della Malesia e del suo prode equipaggio di fidi marinai. Questo ha il compito di proteggere l’incolumità fisica di Ada, che sta viaggiando con loro sulla nave. Questa giovane donna è meglio conosciuta come “la Vergine della Pagoda d’Oriente” ed è cugina di Marianna, la defunta ed amatissima compagna del protagonista Sandokan.

E adesso cosa faranno? Riuscirà la Tigre Della Malesia coi suoi tigrotti al seguito a proseguire in tale nobile intento in ricordo dell’anima di Marianna? Non oso immaginare. Proseguirò la lettura solo nei prossimi giorni.

O al massimo, cari Luca e Diego aspetto il vostro ritorno da Londra per sapere il seguito, a me queste cose le potete dire, sarò un silenzio di tomba con gli altri, promesso. :)

Come andrà a finire la storia, scherzi a parte, ce lo stiamo chiedendo proprio tutti mi sa. Certo che deve essere un grande onore per due musicisti come voi immaginare di ricoprire il ruolo di fedeli seguaci della Tigre Della Malesia, anche se non avete la benda sull’occhio e tantomeno combattete con le scimitarre. Che fortuna, ragazzi miei, quanto vi invidio!!!! :)

Buona domenica tigrottini, per favore, dite da parte mia al vostro capo Sandokan che non si fa così, che la sua mitica “Perla di Labuan” non può affondare, non in questa maniera e subito, così all’inizio del libro. Non è giusto! Dopotutto è la barca più bella e veloce che si sia mai vista navigare!

E

P.s. In teoria avrei dovuto cominciare a leggere la storia di Sandokan a partire dal primìssimo libro della serie che illustra la vita di questo personaggio ovvero “I misteri della Jungla Nera” a cui fa immediato seguito il romanzo che io sto leggendo adesso, il secondo della serie; ma mi trovo comunque bene con la storia anche se non ho letto il primo libro. Un po’ avevo visto il telefilm che riassumeva una parte delle vicende e direi che con gli eventi che sto leggendo adesso combacia tutto.

Vi dirò, mi sa che prima o poi i romanzi di cui vi sto accennando me li dovrò leggere tutti, mi sta prendendo troppo la figura di Sandokan e consiglio i libri del “ciclo malese” a tutte le Sonohrine che abbiano voglia di leggere una storia mozzafiato ed emozionante. Questi romanzi saranno le prossime cose che mi occuperò di cercare personalmente non appena rimetto piede nella vostra città. Sissignori, la sottoscritta si fionda subito in libreria! Caro Salgari non mi sfuggi più adesso!

sabato 6 novembre 2010

Non mi dite che siete a Londra perchè….

Tigrotti,

buon sabato! Scusate, buonanime venete, posso sapere che ci fate belli belli, così, di punto in bianco tra le pagine di un famosissimo romanzo per ragazzi partorito dalla penna di Emilio Salgari, che si chiama “I Pirati Della Malesia”?

Andiamo subito al sodo. Pochi preamboli stavolta. Devo per forza ammettere che percepirvi tra i protagonisti e nelle parole di questa storia decisamente avventurosa, che leggo in questi giorni per la prima volta mi emoziona parecchio! E ho detto poco!

Dunque, qualche giorno fa ci si domandava che ci fate voi due a Londra in queste ore e io anche senza partecipare ad alcun tipo di sondaggio l’ho intuito subito! Ammettetelo, siete sul set e state girando il nuovo telefilm moderno con le varie avventure dei romanzi facenti parte del cosiddetto “ciclo malese salgariano" !!!! :-)

Il prode Sandokan, detto anche “Tigre Della Malesia” protagonista dei "Pirati" e di tantissimi altri emozionanti romanzi scritti appunto dal veneto Salgari, vi ha convocato a Londra con ogni probabilità perché vi appena ingaggiato nel suo impareggiabile team di seguaci! Non ci posso credere! Siete sempre a zonzo sulla sua mitica imbarcazione a nome “la Perla di Labuan” tra mille favolose avventure da vivere e musicare al suo fianco! Con destinazione diretta alle lontane terre e intricate foreste lussureggianti ed incontaminate della Malesia dico bene?

A dire la verità mi piace proprio immaginare che Sandokan questo valoroso uomo atletico, fedele di aspetto e sguardo fiero ma un po’ rude, insomma, colui che è un principe straniero buono e dall'animo sensibile, un personaggio letterario conosciuto anche come pirata, nell’ingaggiarvi vi abbia dato un paio di semplici ma resistenti chitarre classiche al posto di due taglienti scimitarre dal manico d’oro, insomma, diciamo che siete suoi servi, “i tigrotti” sul serio, ma due tigrotti speciali, eh si.

Comincio a leggere “I Pirati Della Malesia” (il secondo libro con le vicende di Sandokan) e l’unico di Emilio Salgari che ho in casa al momento, appunto, solo in questi giorni, e mi piace tantissimissimo lo ammetto; nonostante non sia a prima vista un genere che risulti gradito alle femmine!

Tranquilli non ci sono però solo sanguinosi combattimenti o scontri navali tra pirati, marinai e signorotti avidi e prepotenti, no di certo. Ogni aspetto di questo libro ha un lato bello perché sorprende. Merita davvero di essere letto e lo consiglio caldamente. Quando scene di questo tipo si presentano, sapete sono comunque davvero entusiasmanti, ben descritte nel corso della narrazione, non puoi proprio staccarti dal racconto, hai tutta la voglia di sapere come prosegue ulteriormente la vicenda.

Perché se Sandokan, questo eroe, e la sua banda sono di frequente immischiati in avventure mozzafiato c’è sempre un motivo valido di fondo, quello di far giustizia dai tiranni e proteggere una fanciulla, tenere alto il suo onore. In queste narrazioni c’è sempre anche il lato romantico, le avventure di Sandokan sono tutte a lieto fine. Ed è questo che apprezzo del vostro conterraneo Salgari, per ciò che ho potuto leggere sinora, poche pagine, ma lo finirò prestissimo il libro. É troppo bello!

Sandokan, si sa, odia profondamente gli inglesi, ma non potrebbe certo rifiutare una presenza italianissima come la vostra tra la gente che gli è fedele e lo rispetta, perché voi siete conterranei di colui che gli ha dato vita letteraria e piena notorietà, Emilio Salgari appunto. L’autore era nato proprio a Soave di Verona, paese di provincia che non mi è per nulla sconosciuto dato che ho parenti stretti che vivono li.

Nonostante i romanzi del Salgari, vi dirò, mi siano ancora quasi del tutto inediti conoscevo però già piuttosto bene da tempo la mitica figura televisiva di Sandokan perché la mia nonna guardava sempre il telefilm che c’era negli anni 70 con protagonista l'affascinante attore indiano Kabir Bedi che le piaceva da matti. E di cui nonna Gemma soleva parlarmi tantissimo quando ero bambina.

Qualche volta lo danno ancora questo colossale telefilm su qualche TV privata locale in tarda serata. Mi è capitato spesso di seguire negli ultimi anni alcune avvincenti puntate a colori di allora che mi hanno permesso di farmi un’ottima ed ulteriore idea sul mondo che ruota attorno a questo conosciutissimo personaggio.

Mi dichiaro solo adesso però follemente appassionata di racconti di questo genere. É davvero un bel leggere la storia di Sandokan, dei suoi amori, delle sue lotte estenuanti e dall'esito spesso incerto, degli intrighi, delle sue frequenti peripezie che ti lasciano col fiato sospeso . E per quanto riguarda la serie TV che lo celebrava anni fa i ragazzi giovani di oggi non sanno proprio che si perdono fidatevi.

Ecco perché ho anche liberamente immaginato che ci foste voi due a girare una ipotetica versione moderna di questo telefilm. I Cesaroni per quel che mi riguarda vi stanno proprio stretti. Ci sarebbe decisamente di meglio per voi come attori. Anche un ruolo in un romanzo salgariano volendo, perché no, visto che siete praticamente compaesani del Salgari e che nel 2011 ci sarà nientemeno che il centesimo anniversario di morte dello scrittore!!!! Grande omaggio questo, accidenti sareste perfetti per ricordare un altro volto che ha universalmente reso famosa Verona in tutto il mondo assieme a Shakespeare!!!!

E sempre parlando del telefilm in onda circa 35 anni fa c’era naturalmente la bellissima e leggendaria sigla finale cantata da Maurizio e Fabrizio De Angelis, artisticamente conosciuti come “Oliver Onions”, i quali sulle note conclusive della sigla di chiusura dicevano sempre una frase significativa che personalmente mi piace molto applicare e ripetere a me stessa il più possibile in ogni giorno della vita, soprattutto nei momenti più difficili. Il verso finale recitava così:

“Dammi forza ogni giorno, ogni notte

E il coraggio verrà.”



Buonanotte tigrotti, vi voglio bene! Viva la Tigre Della Malesia!

Elena

P.S. Un sentito ringraziamento particolare lo mando, oltre naturalmente ai Sonohra, stasera, a Kabir Bedi da parte della mia nonna che avrebbe tanto desiderato farlo. Poi agli Oliver Onions per aver scritto una sigla così bella e naturalmente ad Emilio Salgari da Soave di Verona con buona pace della sua prolifica e straordinaria anima di scrittore letterario, che, ne sono sicura, non scolorirà mai.

lunedì 1 novembre 2010

Halloween, streghe, spiriti e fantasmi? No grazie!!!!

No tesori,

non ho festeggiato Halloween stanotte e ne sono orgogliosa. E nemmeno mi è mai passato neanche per il più recondito andito del cervello di inserire in anni recenti questa usanza abbastanza recente in Italia tra quelle da ricordare. Spero proprio che questo non accada mai!!!

La ricorrenza di Halloween, come bene dovreste sapere pure voi non fa parte della nostra tradizione italiana, tipicamente cristiana e religiosa. Io la vedo solo come un’ulteriore pretesto poco edificante ed istruttivo per le nuove generazioni, tra i bimbi, tra i giovani, un motivo in più per aumentare ulteriormente il consumismo giusto prima dell’inizio del grande rush natalizio.

So che vi sembrerà strano sentire questo da me che sono una grande appassionata di tutto ciò che deriva dall’anglosassone o americano. Ma non di Halloween, non la gradisco proprio questa festa.

Sono sempre stata al corrente dell’esistenza di questa ricorrenza ma se solo ci fate caso, fino a una decina di anni fa, facciamo dodici quando io avevo appena smesso di studiare, dopo la fine delle Superiori, non era una ricorrenza contemplata anche in Italia dico bene? E mi spiace dopotutto, che queste sballate manie siano oggi giunte anche qui.

Papà, sapendo che amo le piante l’altro giorno mi ha portato in dono un pensierino, una piantina grassa bella e verde anche se ancora piccola che è  contenuta in un vasettino di ceramica decorato da un fantasmino molto bellino e una zucca intagliata che reggono un buffo cartello che dice “Booo”!!! Una cosa decorativa e carina dopotutto, me la sono messa qui in cameretta come simpatico soprammobile.

Ma io della ricorrenza  di Halloween proprio me ne sbatto, la mia idea di fondo non cambia, non è una cosa da festeggiare secondo me è poco rispettosa anzi, nei confronti di chi vive e di chi sfortunatamente non c’è più.  Non lo trovo, in particolare, un buon modo per onorare soprattutto l’anima e la memoria di coloro che ci hanno lasciato, anzi, mi fa personalmente ribrezzo l’idea delle streghe, di questa esaltazione della morte in tutti i modi  a scopo di divertimento, degli spiriti maligni, della gente che si traveste in maniera horror e quant’altro; insomma la festa di Halloween con tutto quello che ne deriva.

E le zucche, onestamente, piuttosto che perdere tempo a intagliarle con un ghigno spaventoso, preferisco mangiarle nel minestrone. Mia mamma fa spesso la minestra con la polpa di zucca ridotta a purea morbida. Ed è proprio buona bella calda, servita sul momento con un filo d’olio crudo a galleggiare in superficie. Si gusta appena fatta, soprattutto con l’arrivo delle prime piogge, di questi freddi autunnali.

Perché sprecare questo gustoso ortaggio per una sola notte, tanto per dar credito a un’usanza che mi rattrista e non è neanche nostra? Ridurla a metterci dentro candele quando sarebbe meglio mangiarsela in mille buoni modi differenti?

Tutto qua. Io ho solo espresso il mio più sincero parere. Poi ognuno fa quel che vuole, ci mancherebbe. Rispetto le decisioni altrui.

In questi giorni io preferisco andare in cimitero e dico una sentita preghiera a chi tra amici, parenti più o meno stretti, e conoscenti vari purtroppo non c’è più anche da diverso tempo ma continua a vivere sempre nei miei più cari ricordi.

A presto. Bacioni!

Elena