sabato 6 novembre 2010

Non mi dite che siete a Londra perchè….

Tigrotti,

buon sabato! Scusate, buonanime venete, posso sapere che ci fate belli belli, così, di punto in bianco tra le pagine di un famosissimo romanzo per ragazzi partorito dalla penna di Emilio Salgari, che si chiama “I Pirati Della Malesia”?

Andiamo subito al sodo. Pochi preamboli stavolta. Devo per forza ammettere che percepirvi tra i protagonisti e nelle parole di questa storia decisamente avventurosa, che leggo in questi giorni per la prima volta mi emoziona parecchio! E ho detto poco!

Dunque, qualche giorno fa ci si domandava che ci fate voi due a Londra in queste ore e io anche senza partecipare ad alcun tipo di sondaggio l’ho intuito subito! Ammettetelo, siete sul set e state girando il nuovo telefilm moderno con le varie avventure dei romanzi facenti parte del cosiddetto “ciclo malese salgariano" !!!! :-)

Il prode Sandokan, detto anche “Tigre Della Malesia” protagonista dei "Pirati" e di tantissimi altri emozionanti romanzi scritti appunto dal veneto Salgari, vi ha convocato a Londra con ogni probabilità perché vi appena ingaggiato nel suo impareggiabile team di seguaci! Non ci posso credere! Siete sempre a zonzo sulla sua mitica imbarcazione a nome “la Perla di Labuan” tra mille favolose avventure da vivere e musicare al suo fianco! Con destinazione diretta alle lontane terre e intricate foreste lussureggianti ed incontaminate della Malesia dico bene?

A dire la verità mi piace proprio immaginare che Sandokan questo valoroso uomo atletico, fedele di aspetto e sguardo fiero ma un po’ rude, insomma, colui che è un principe straniero buono e dall'animo sensibile, un personaggio letterario conosciuto anche come pirata, nell’ingaggiarvi vi abbia dato un paio di semplici ma resistenti chitarre classiche al posto di due taglienti scimitarre dal manico d’oro, insomma, diciamo che siete suoi servi, “i tigrotti” sul serio, ma due tigrotti speciali, eh si.

Comincio a leggere “I Pirati Della Malesia” (il secondo libro con le vicende di Sandokan) e l’unico di Emilio Salgari che ho in casa al momento, appunto, solo in questi giorni, e mi piace tantissimissimo lo ammetto; nonostante non sia a prima vista un genere che risulti gradito alle femmine!

Tranquilli non ci sono però solo sanguinosi combattimenti o scontri navali tra pirati, marinai e signorotti avidi e prepotenti, no di certo. Ogni aspetto di questo libro ha un lato bello perché sorprende. Merita davvero di essere letto e lo consiglio caldamente. Quando scene di questo tipo si presentano, sapete sono comunque davvero entusiasmanti, ben descritte nel corso della narrazione, non puoi proprio staccarti dal racconto, hai tutta la voglia di sapere come prosegue ulteriormente la vicenda.

Perché se Sandokan, questo eroe, e la sua banda sono di frequente immischiati in avventure mozzafiato c’è sempre un motivo valido di fondo, quello di far giustizia dai tiranni e proteggere una fanciulla, tenere alto il suo onore. In queste narrazioni c’è sempre anche il lato romantico, le avventure di Sandokan sono tutte a lieto fine. Ed è questo che apprezzo del vostro conterraneo Salgari, per ciò che ho potuto leggere sinora, poche pagine, ma lo finirò prestissimo il libro. É troppo bello!

Sandokan, si sa, odia profondamente gli inglesi, ma non potrebbe certo rifiutare una presenza italianissima come la vostra tra la gente che gli è fedele e lo rispetta, perché voi siete conterranei di colui che gli ha dato vita letteraria e piena notorietà, Emilio Salgari appunto. L’autore era nato proprio a Soave di Verona, paese di provincia che non mi è per nulla sconosciuto dato che ho parenti stretti che vivono li.

Nonostante i romanzi del Salgari, vi dirò, mi siano ancora quasi del tutto inediti conoscevo però già piuttosto bene da tempo la mitica figura televisiva di Sandokan perché la mia nonna guardava sempre il telefilm che c’era negli anni 70 con protagonista l'affascinante attore indiano Kabir Bedi che le piaceva da matti. E di cui nonna Gemma soleva parlarmi tantissimo quando ero bambina.

Qualche volta lo danno ancora questo colossale telefilm su qualche TV privata locale in tarda serata. Mi è capitato spesso di seguire negli ultimi anni alcune avvincenti puntate a colori di allora che mi hanno permesso di farmi un’ottima ed ulteriore idea sul mondo che ruota attorno a questo conosciutissimo personaggio.

Mi dichiaro solo adesso però follemente appassionata di racconti di questo genere. É davvero un bel leggere la storia di Sandokan, dei suoi amori, delle sue lotte estenuanti e dall'esito spesso incerto, degli intrighi, delle sue frequenti peripezie che ti lasciano col fiato sospeso . E per quanto riguarda la serie TV che lo celebrava anni fa i ragazzi giovani di oggi non sanno proprio che si perdono fidatevi.

Ecco perché ho anche liberamente immaginato che ci foste voi due a girare una ipotetica versione moderna di questo telefilm. I Cesaroni per quel che mi riguarda vi stanno proprio stretti. Ci sarebbe decisamente di meglio per voi come attori. Anche un ruolo in un romanzo salgariano volendo, perché no, visto che siete praticamente compaesani del Salgari e che nel 2011 ci sarà nientemeno che il centesimo anniversario di morte dello scrittore!!!! Grande omaggio questo, accidenti sareste perfetti per ricordare un altro volto che ha universalmente reso famosa Verona in tutto il mondo assieme a Shakespeare!!!!

E sempre parlando del telefilm in onda circa 35 anni fa c’era naturalmente la bellissima e leggendaria sigla finale cantata da Maurizio e Fabrizio De Angelis, artisticamente conosciuti come “Oliver Onions”, i quali sulle note conclusive della sigla di chiusura dicevano sempre una frase significativa che personalmente mi piace molto applicare e ripetere a me stessa il più possibile in ogni giorno della vita, soprattutto nei momenti più difficili. Il verso finale recitava così:

“Dammi forza ogni giorno, ogni notte

E il coraggio verrà.”



Buonanotte tigrotti, vi voglio bene! Viva la Tigre Della Malesia!

Elena

P.S. Un sentito ringraziamento particolare lo mando, oltre naturalmente ai Sonohra, stasera, a Kabir Bedi da parte della mia nonna che avrebbe tanto desiderato farlo. Poi agli Oliver Onions per aver scritto una sigla così bella e naturalmente ad Emilio Salgari da Soave di Verona con buona pace della sua prolifica e straordinaria anima di scrittore letterario, che, ne sono sicura, non scolorirà mai.

Nessun commento:

Posta un commento