lunedì 15 dicembre 2008

A volte sento
Mille strumenti vibrare
E mormorarmi alle orecchie,
E a volte voci che,
Pur se mi sono svegliato
Dopo un lungo sonno,
Mi fanno addormentare di nuovo.
E poi sognando
Vedevo spalancarsi le nuvole
E apparire ricchezze
Pronte a cadere su di me,
Così svegliandomi,
Piangevo per sognare ancora.
William Shakespeare - La Tempesta
diese 
Penso che sarei indubbiamente subito pronta a cedere il 70% della mia nutrita, amatissima collezione di dischi in vinile in cambio di sentirti anche solo  leggere questi versi di Shakespeare. Nota bene che non ho scritto "cantare" ma "leggere" il che implica uma leggera differenza.
Se li cantassi, si verificherebbe proprio quello che i Duran dicevano in Save a Prayer, potrei dire di aver conosciuto il Paradiso.
Sono giorni e giorni che comunque ti immagino interpretare gli ultimi versi di questa poesia. Stavolta non provo neanche a raccontare perché dato che tu conosci bene il mio stile di scrittura mi ci vorrebbero almeno 3 giorni per descriverti. Ciao «nuvoletta».....
Così svegliandomi
piangevo per sognare ancora......
Elena

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