domenica 14 dicembre 2008

Cari Luca e Diego,

oggi non ho ancora avuto il tempo di scrivere nulla, ma non sono comunque potuta venire a Verona sfortunatamente, come avevo preventivato in un primo momento. La nostra gita prevista per oggi è stata rimandata causa persistente, maledetto maltempo. Ma è solo rimandata siate tranquilli, appunto, rimandata a brevissimo termine oltretutto perché le vancanze di Natale sono ormai imminenti, perciò avremo tutto il tempo per rifarci fra qualche giorno, in piena libertà di pensiero, magari non appena inizia il 2009.

Ieri sera vi ho aspettato per lungo tempo alla trasmissione di Pippo Baudo su Rai Uno, tuttavia vi confesso che non sono riuscita a reggere a un sonno che si faceva ogni secondo più pesante. Così non ce l'ho proprio fatta a vedervi, tesori, mi spiace. A un quarto a mezzanotte sono andata sotto le coperte tiepide, ho stretto forte al cuore il vostro morbido cuscino e sono quasi subito crollata sotto il peso di un'improrogabile bisogno di profondo riposo, provocato anche dalla vergognosissima, spasmodica, noiosa e quantomai inutile attesa a cui il «Pippo Nazionale» mi ha sottoposto stavolta con mia grande delusione. Ma non ce l'ho con voi, non temete. No, questo mai.

Passando a cose più rilassanti che vorrei dire, oggi Simona è venuta nel pomeriggio a trovarmi con la sua mamma e mi ha fatto molto piacere perchè abbiamo passato qualche ora in allegria a parlare (bene, benissimo ovviamente) di voi e mille altre cose interessanti, che hanno avvicinato ancor più le nostre rispettive famiglie. Sono contenta di aver rivisto la mia amica, è sempre un piacere stare in sua compagnia. Di lei posso finalmente dire che le voglio un gran bene, e comunque dico senza dubbio ciò che ho fino a prima di incontrare lei sempre (inutilmente) sperato di poter dire di un amico vero, più precisamente le parole di una ennesima vecchia sigla della mia infanzia, cara al mio cuore che diceva così:

É l'amico è
Una persona schietta come te
Che non fa prediche
E non ti giudica
Fra lui e te divisa in
Due la stessa anima

Non so come mai però, cambiando ancora una volta discorso adesso vi confido che ho appena chiuso gli occhi e sto tentando di immaginare come risulterebbe la canzone Save A Prayer, ovvero il più grosso successo pop dei Duran Duran, uscito originariamente nel 1982, se a interpretarlo foste eh eh, voi due. Credo morirei di gioia, non esagero affatto nel dire così.



E ripensando infatti a questa canzone, Save A Prayer appunto, proprio adesso, in questa sera vicina al Natale il mio morale, si tinge ora di una tenera, immancabile ed inevitabile malinconia velata di sentimento e preziosa nostalgia per un tempo e persone  a me strettamente vicine in passato che ho conosciuto e di cui sento la mancanza ma che ora non ci sono più.

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Cosa darei nel sentire le vostre voci e chitarre sposarsi ora  perfettamente in tutto questo splendido e classico brano specialmente nel pezzo di romantico ritornello in cui si dice:

«...Some people call it a one night stand

but we can call it paradise...»

«...Alcuni la chiamano una notte

Ma noi possiamo chiamarlo paradiso...»

Vi voglio bene ragazzi!!! Sempre!!!! Don't forget it!!!

Elena

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