sabato 5 febbraio 2011

Aspettando Sanremo…

Cari Luca e Diego,

accidenti, cuoricini miei, come vola il tempo! Una nuova edizione del festival di Sanremo è praticamente alle porte. Manco mi sembra vero che la vostra tenera Baby stia per spegnere in questi giorni la sua prima candelina. E tantomeno che la vostra L’amore sia invece già alla sua terza. Ci sono mille indizi che ci fanno rendere conto del fatto che il tempo passa. E se uno ci fa caso anche le canzoni nel loro essere astratto ci danno questa possibilità.

Riguardo al Sanremo di quest’anno non so se lo guarderò. La vostra assenza (son sincera) pesa sul mio cuore come un macigno, e più in generale, la quasi totale mancanza di stimoli in uno spettacolo oggi ingiustamente dominato e ormai “rovinato” dalla gente che ha accesso alla manifestazione solo perché viene dai Reality più che grazie a meriti derivanti di anni e anni di gavetta e studio alle spalle, mi demoralizza.

Mi piace però l’idea che a condurre questa kermesse tradizionale sia stavolta una persona che presumo valida e sicuramente più competente della Clerici, che vi è toccata l’anno scorso. Gianni Morandi, un uomo che ha al proprio seguito alcune delle pagine più belle della musica italiana e per cui ho sempre provato simpatia. Sono curiosa di sapere cosa mi combineranno gli artisti che potrebbero interessarmi di più e che ritengo i migliori sulla piazza in questa edizione, sempre secondo i miei gusti! Anna Oxa e Roberto Vecchioni.

Della mia ammirazione musicale per la Oxa ve ne ho già parlato diffusamente nei miei vecchi post. Una donna che detiene ancora oggi a mio avviso una delle più grintose e sensuali voci femminili della musica. Chi si dimentica “Un’Emozione Da Poco”, “A lei” e “Quando Nasce Un Amore” tanto per citare tre suoi grandi brani sanremesi del passato che hanno colpito decisamente? Non certo io!

In quanto al professor Vecchioni mi incuriosisce perché l’ho sempre ritenuto un cantante raffinato, posato. Sa sfruttare bene la musica e dice cose grandi. Una persona d’altri tempi che sa stare molto bene anche con i giovani, visto che è un insegnante. Credo potrà lasciare il segno all’Ariston. Lo meriterebbe. Glielo auguro!!!

Ma se dopo questa breve introduzione mi chiedete di pensare a Sanremo, la mia mente corre felice a un’altra edizione che rimane impressa di diritto nell’intricato bagaglio dei miei ricordi più cari. Sto parlando di quella del 1982, vinta da Riccardo Fogli con la sua mitica “Storie Di Tutti I Giorni”. Uno dei più bei pezzi che popolano, a mio parere, la musica italiana di sempre. Ogni volta che la sento mi si riempiono gli occhi di lacrime. Ed è inevitabile pensare a quel periodo così gioioso quando io vivevo in casa della nonna e mia sorella non era nata che da poche settimane.

Ricordo bene che Fogli in quel periodo era ospite ovunque, lo trovavi in qualsiasi trasmissione con la sua canzone che piaceva moltissimo. Anche a me che ero una bambina di tre anni e ancora non sapevo che Riccardo avesse fatto parte una decina circa d'anni prima, di un famoso gruppo musicale chiamato Pooh.

La sua canzone me l’ero imparata bene bene a memoria a forza di sentirla quasi continuamente in TV. Riccardo Fogli allora era il tipico bravo cantante che incontrava consensi sia da parte delle ragazzine che da parte delle mamme e qualche volta anche dalle nonne.


«Storie di noi brava gente

Che fa fatica,

Si innamora con niente

Vita di sempre,

Ma ha in mente grandi idee»

Mi sono resa conto che questa canzone di Riccardo Fogli dice cose vere. Specialmente nel verso che ho appena trascritto più sopra e che è molto vicino al mio diretto vissuto per mille motivi. Lo ritengo significativo. Questo bellissimo verso è semplicemente il mio ritratto tinto di malinconia.

Io che nella vita molto spesso faccio fatica e mi trovo a superare ostacoli piccoli che però sono anche grandi se contrapposti in rapporto alle mie difficoltà e possibilità personali. Io che mi sono spesso innamorata con niente senza mai riuscire a dire quello che provavo perché temevo che il mio handicap potesse dare fastidio alle persone per cui ho sentito di provare qualcosa.

Io che molto spesso ho condotto proprio la vita di sempre, piuttosto monotona e ripetitiva ancorata a poche azioni. Ma non ho smesso mai di avere tanti progetti, idee, sogni che spero sempre di poter realizzare anche se lo scorrere troppo veloce del tempo e degli anni potranno probabilmente ostacolare il verificarsi di questi eventi che sicuramente darebbero maggiore risalto alla mia esistenza.

Ora mi piacerebbe porre a voi e alle sonohrine che mi leggono una ulteriore domanda: Quanto pensate possano influire i testi delle canzoni (in generale, non solo parlando dei Sonohra) sulla nostra vita? Credo parecchio. A volte sembra proprio che certi versi o melodie, così come io mi sono riconosciuta in Storie Di Tutti I Giorni ad esempio, sembra siano state scritte proprio per noi. Io ho imparato ad apprezzare questa canzone, ancora meglio, crescendo.

Però mi piaceva il pensiero di questi versi che pareva quasi mi descrivessero. A voi è capitato di notare che una canzone qualsiasi in qualche verso descrivesse cose o stati d’animo molto vicini al vostro vivere quotidiano? Direi che questo è un ulteriore pregio nascosto che la musica in quanto forma d’arte esprime!

Vi voglio bene! Confidarvi i miei stati d’animo su queste pagine in gioia o malinconia è sempre una bella cosa!!!! Grazie per avermi concesso questa grande opportunità.

Un abbraccio forte,

La vostra Elena

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