venerdì 16 luglio 2010

Cari Luca e Diego,

in queste settimane, il giovedì sera su Italia Uno c’è in onda uno speciale condotto da Sabrina Salerno che teoricamente dovrebbe ripercorrere i fasti, le mode e le manie tipiche degli anni ‘80. Non so se vi sia capitato di darci un’occhiata. Scrivo “teoricamente” poiché io ho avuto occasione, per pura curiosità di vedere la messa in onda della prima puntata giusto una settimana fa che è stata più che sufficiente per farmi un’idea altamente negativa di questa trasmissione. Ho visto la prima puntata del programma, che basta ed avanza! Una noia! Ne sono rimasta profondamente delusa. Addirittura avrei pensato che potrei anche farlo sapere via mail come telespettatrice scontenta al direttore di TV Sorrisi E Canzoni, Alfonso Signorini.

Non credo proprio che questo programma si preoccupi di spiegare (come sarebbe giusto) ai giovani di oggi, spingendoli a stimolare la loro curiosità chiedendo informazioni a chi c’era e riportando alla luce eventuali ricordi per capire cosa facevano, cosa ascoltavano, come la pensavano i loro coetanei di 20/25 anni fa, con tutto quello che accadeva in quell’epoca. Piuttosto si mette in evidenza il contrario.

Mitici 80 si occupa di far dire due cavolate in merito a quei tempi a soubettine sciocche ed insulse protagoniste della TV di oggi utilizzate come inviate e che sono completamente impreparate in materia perché a quei tempi manco erano nate, perciò, figuratevi!!!

Chiaro, io non concordo affatto con questa visione!

C’è chi insiste col dire che gli Anni ‘80 hanno matematicamente avuto inizio 30 anni fa e che sono stati anni frivoli, vuoti, insignificanti e sono, per alcuni, terminati alla svelta, fortunatamente, vengono descritti come un periodo vuoto. Archiviato da un pezzo. Punto e basta. Nulla più.

Io invece vi dico che negli anni 80 ho personalmente vissuto la più bella infanzia che una bimba possa dire e desiderare di avere avuto. A cui ha fatto seguito, a partire dal 1989, il progressivo inizio di un’adolescenza anni 90, diversa da quella delle mie coetanee, ma comunque piacevolissima e tutta da ricordare e raccontare con orgolio. Gli anni 80 sono stati fondamentali per lo sviluppo della mia cultura generale, musicale, personale, scolastica. Gli anni 80 sono stati la solida base, “le fondamenta” in gioia e dolore della mia intera esistenza, mi hanno formato sotto tutti i punti di vista. Da bimba, sul finire degli anni 80, mi sono ritrovata pian piano ragazzina. La vita mi ha reso maggiormente matura e preparata ad affrontare ogni singolo giorno a partire dal punto di vista morale, in quegli anni.

Se non avessi vissuto gli anni 80 anche musicalmente con tutta la musica che mi circondava in ogni momento già da allora forse non sarei quella ragazza ventinovenne che avete conosciuto per la prima volta ormai due anni fa alla Festa Della Birra di Casoni e non avrei probabilmente neanche inaugurato questo sito dedicato a voi. E sono pure portata a pensare che non apprezzerei nemmeno la vostra musica attualmente, se non avessi incrociato questa epoca importantissima.

Luca, Diego, saprete bene che ci si chiede insistentemente, sin dall’anno conclusivo di quel decennio, grazie a una canzone simbolo di allora portata al successo al Festival di Sanremo da Raf: “Cosa resterà degli Anni ‘80?”.

Beh, con tutto ciò che ho vissuto io e che sto cercando di raccontarvi sottoforma di esperienza, ogni tanto nelle mie lettere, potrei persino portarvi a pensare che gli anni 80 non siano mai finiti, anzi godano di ottima salute tuttora, nonostante il calendario li dia matematicamente morti da almeno 20 anni, dall’inizio del 1990.

Ci sono un sacco di cose concrete, straordinariamente vive tuttora in casa mia, che fanno parte di quel periodo e non mi hanno mai abbandonato negli anni. Parlo per la musica soprattutto. Cose che che in diversi modi continuano quotidianamente a regalarmi il positivo sapore fruttato tipico di quel periodo che io ho avuto la fortuna di vivere completamente nonostante l’ancor giovane età. Credo poi che il decennio che ha visto nascere voi due sia comunque ancora largamente impregnato dell’atmosfera tipica dei precedenti Anni 70 per certi versi, non so come spiegarvi, è una buona e rassicurante sensazione che ho sempre avuto.

Gli Anni 70, sul cui finire io sono nata. Un’epoca memorabile che la mia mamma mi ha sempre spiegato come uno dei periodi più belli che lei abbia mai vissuto. Per quel che mi riguarda i veri anni 80 partono dal 1986 e si “protraggono” come mode ed usanze influenti fino a metà anni 90. Vi ho già spiegato che il 1986 poi è stato un anno molto particolare per me, mi ha segnato, è rimasto nel cuore con un costante ricordo. Forse perché allora avevo sette anni e sono accadute tante cose che vi ho in parte già spiegato e che ancora oggi continuano ad insegnare ed essere di esempio in ogni giorno della vita. In quel periodo e negli anni a venire sempre più diffusamente ho cominciato a sentire che la mia tenera infanzia mi stava abbandonando, che dovevo cominciare a tirarmi su le maniche e lottare nella vita per far capire chi è Elena veramente. La scuola e il mio handicap mi hanno insegnato a maturare con necessaria intelligenza e molto presto su diversi aspetti della vita, sono stata quasi costretta, con quello che mi è accaduto alla nascita.

Anni 80 ricchi di maturazione, costellati di grandi prove personali e profuso impegno ma anche divertimento, grazie alla TV e alla musica in generale, quella di cui ho grande nostalgia, quella che ho sempre amato, influenzata anche dai miei genitori giovanissimi che sin da allora condividevano questo mio grande amore. Direi la musica dei gruppi storici da alta classifica più che di Cristina D’Avena nel mio caso. I Duran Duran per me battono ancora oggi tutto e tutti musicalmente per l’epoca, sono da sempre il mio gruppo preferito internazionale in assoluto. Poi Europe, Culture Club, Kajagoogoo e Wham, ma anche Alberto Camerini, Giuni Russo, i Righeira, Gazebo, Scialpi e Donatella Rettore tra gli italiani! Non si può dire Anni 80 a casa mia senza citare i Duran Duran come primo punto di riferimento naturale, così come i giovani d’oggi amano ed identificano i giorni nostri che ne so coi Tokio Hotel, Lady Gaga o i Placebo, i primi nomi di artisti moderni e forestieri che mi siano venuto in mente.

Ripeto, gli anni 80 non sono mai finiti secondo me. Forse voi, leggendo queste righe, adesso sorriderete e mi darete ragione abbassando lo sguardo compiaciuto da questo complimento. Non so perché ma mi piace cullare nella mente questo dolce pensiero. E non è difficile cogliere segni a favore di quanto ho appena scritto ed è anche merito vostro naturalmente se scrivo così. Guardatevi ragazzi, osservatevi. Date un’ennesima occhiata al vostro ultimo strabiliante videoclip in rotazione, che a parte il titolo tutto inglese ha comunque moltissimo nella propria moderna gamma carica di atmosfere magicamente British 80 del tipo: “Duran o Spandau? Bella domanda. Io e mio fratello ci stiamo ancora pensando!!!!! Ma tra i due litiganti è Bon Jovi a vincere!!!!”.

Non è solo il calendario che vi lega entrambi per l’inizio della vita a diverse epoche degli anni ‘80. C’è molto nel vostro look che ancora si fa strada ed era proprio di quell’epoca spensierata ed indubbiamente migliore. Voi, fantastico duo protagonista della musica di oggi che pone le proprie radici nei veri “Mitici 80”, non certo quelli che vuole farci credere l’inutile programma di Italia Uno. E anche la vostra musica conserva grande ispirazione dai miti rock di quel fantastico periodo che pagherei per rivivere in tutto e per tutto fosse anche solo per lo spazio di un rapido pomeriggio. Siate enormemente fieri di questo e non dimenticatelo mai!

la vostra Elena

(fan felice, felicissima dei Sonohra e degli Anni 80 ma spettatrice TV delusa da “Mitici 80” di Italia 1)

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