mercoledì 11 agosto 2010

Hey ragazzi,

come state, come andiamo? Vi scrivo oggi dopo aver trascorso con la mia famiglia una giornata di completo relax sulle spiagge della Versilia offerta da dei nostri cari amici. Veramente, se ripenso a queste ultime 24 ore, dire che mi sono rilassata non è una cosa propriamente adatta perché nonostante la località di mare non ho avuto tempo di crogiolarmi sotto l’ombrellone ad arrostire con l’Ipod nelle orecchie o un numero della mia inseparabile “Settimana Enigmistica” con la sua infinita varietà di rompicapi.

Mi sono divertita da matti in ogni caso, solitamente divertirsi rilassa molto, e devo dire ho anche qualche leggera scottatura sulle spalle (a causa del sole cocente) ma anziché poltrire ed impolverarmi sulla sabbia sono andata in giro quasi continuamente per tutto il paese, Marina di Massa, perlustrandolo da cima a fondo. Insomma, non ho fatto granché, ma ho passato bene il tempo e anche quando ho visitato posti nuovi ho potuto vedere in prevalenza vie poco affollate e negozi ancora chiusi ma con vetrine riccamente allestite (che strano, da quelle parti gli esercizi commerciali aprono solo dopo le 17,30 chissà perché, non sono riuscita ad entrare, peccato…) comunque mi sono divertita parecchio. Siamo andati a trovare dei nostri amici che abitano a Carpi ma che trascorrono regolarmente le vacanze del mese di agosto in quella località toscana da oltre quarant’anni, e soggiornano in una bella casa presa in affitto che si trova a poche vie di distanza dal mare della Versilia.

Luca, Diego, sapete, per arrivare a salutare queste persone, abbiamo scelto un percorso autostradale che da casa nostra, in qualche modo ci avrebbe agevolato il viaggio. Per arrivare  a Marina di Massa, dal punto in cui abito io, bisogna superare tre regioni, l’Emilia Romagna, un pezzetto di Liguria, per poi naturalmente giungere alla Toscana.

Ebbene, non avrei mai pensato che anche le lunghe ore di ozio in auto, in viaggio in autostrada, mi dessero  spunto di pensarvi ancora una volta, cementando allo stesso tempo, con emozione, i miei vecchi ricordi scolastici. Ogni volta in maniera diversa, è chiaro, ma c’è sempre qualcosa che mi fa pensare indirettamente anche a voi, non vi pare carina l’idea?

Cosa ha improvvisamente ridestato, allora, il mio enorme interesse, in maniera così acuta da pensare addirittura di raccontarvelo in un post sul blog, durante l’andata e il ritorno di questa mia eccitante gita in giornata compiuta in Versilia?

La mia risposta è molto semplice, cuoricini. Una scultura. Una scultura che si trova grosso modo a pochi metri dall’uscita autostradale Parma Ovest. Qualcosa di straordinario ed assolutamente originale che onestamente i miei occhi trentunenni  non hanno mai visto da nessun’altra parte. Qualcosa che definirei costruito completamente  in robusto e pesante acciaio inox, ma potrebbe essere anche bronzo, ferro, chissà; purtroppo è proprio controindicato fermarsi in quel punto per osservarla meglio ma è un vero peccato questo, meriterebbe.

Calcolate che io poi non sono per nulla esperta di arte, tantomeno quella moderna e affini, non è mai stato il mio campo questo, perciò non saprei dirvi con precisione di cosa fosse fatta questa opera d’arte che è piuttosto ampia costituita da tanti archetti verticali e spessi lievemente ricurvi alle estremità e posizionati uno accanto all’altro. Non sono riuscita a fotografarla, ma ai miei occhi si è rivelata ancora una volta,  davvero uno spettacolo, misto a una non meno nascosta sorpresa!

Comunque mi hanno colpito la sua grossa forma perfetta e assolutamente strana, e più di tutto il fatto che fosse piazzata proprio lì in mezzo all’autostrada, sull’asfalto assolato, (posti in cui difficilmente si piazzano sculture, di solito, vero?)  incastrata nei pressi del paracarro in un determinato punto della strada costantemente trafficata di veicoli, collocata a metà tra le diverse corsie di marcia. Qualcosa di ben visibile che  però difficilmente chiunque potrebbe notare, una cosa che però a me rivedendola dopo tanti anni dalla prima volta, ha dato ancora tanta, grandissima emozione, e sapete perché? Ve lo spiego subito.

Questa sorta di monumento che io trovo assolutamente pazzesco e bellissimo, ha l’aspetto a una prima occhiata di qualcosa  che potrebbe somigliare addirittura a un vago albero di pino stilizzato. Ma che in realtà ha una funzione di riferimento particolare, celebrativa ed educativa.  Esso in verità segnala, sta ad indicare, ci dice, esprime un concetto che io reputo molto importante e cioè che che in quel punto preciso, in cui si trova, a poca distanza dall’ingresso del territorio parmense, pensate, passa geograficamente uno dei totali  180 paralleli in cui è stato ufficialmente e convenzionalmente suddiviso il nostro intero globo terrestre. WOW!!!! 

Non so dirvi quale dei 180 conosciuti sia esattamente quello che ho notato io col monumento di cui vi dico, nei pressi di Parma. Sebbene sia conscia del fatto che i  meridiani e i paralleli non esistono e sono segni grafici puramente  inventati dall’uomo allo scopo di orientarsi meglio sulla terraferma non avrei comunque mai pensato di poter scorgere personalmente, anche se per pochi secondi, nel corso della mia esistenza, qualcosa che ricordasse a  tutti questa importante presenza che  impariamo a conoscere a scuola nelle lezioni di geografia,  e onestamente anche   il solo pensare a  questa cosa, al fatto che proprio lì è stato calcolato e stabilito che ci passi nientemeno che uno dei paralleli terrestri mi emoziona da morire. É un pensiero che fa effetto, ti inorgoglisce.

Non sono scema e manco mi sono inventata tutto questo tanto per scrivere qualcosa di diverso da leggere che potesse interessare. Passateci anche voi per quel preciso tratto di autostrada, armatevi di pazienza e aguzzate bene la vista orientandola sulla sinistra per un bel tratto, accendete la vostra curiosità e prima o poi troverete concreta conferma nelle mie parole.

Già ero passata anni fa da lì traversando l’autostrada da Parma una volta per andare in gita a Genova con la mia classe  ho percorso quello stesso tratto autostradale. E proprio nel punto in cui a un certo punto, sulla sinistra, si può vedere ergersi questa scultura che brilla al sole e che tanto mi è rimasta impressa sin dalla prima volta,  la  mia profe di Geografia, la Sig. ra Manfredi, che era con noi in gita, ci ha fatto subito notare questa insolita esposizione artistica spiegandoci che era stata collocata proprio lì poiché eravamo appena passati ufficialmente su un parallelo terrestre. Ma come era prevedibile, quasi nessuno dei miei compagni le ha dato ascolto.

Io invece ieri, rivedendo all’improvviso questo pezzo di arte, mi  sono orgogliosamente ricordata con grande piacere ed emozione del suo insegnamento. E mi sono chiesta con enorme curiosità se questa stessa scultura fosse stata piazzata anche altrove chissà in quale altro sperduto punto del mondo, anche solo dal punto di vista simbolico, tanto per continuare la sua importante funzione culturale…chissà…

Questi pochi secondi del mio viaggio di ieri mi hanno dato ulteriore occasione  riflettere a lungo, di nuovo. Ho pensato che ci sono momenti meravigliosi in cui il mondo, che tu immagini sconfinato nella sua vasta immensità, si dimostra invece, molto spesso, anche solo per caso, talvolta piccolo piccolo. Come succede a voi, magari, che per lavoro o divertimento siete spesso costretti a viaggiare su e giù per l’intero pianeta terrestre, ragazzi, ci pensate? Chissà che emozione!!!!

Baci grandi grandi!!! A presto!!!

Elena

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