venerdì 27 novembre 2009

Una lettera che avrei voluto poter pubblicare direttamente scritta a mano con l’aiuto della mia inseparabile ed elegante stilografica. E una dedica speciale, che nasce, totale e sincera, in un giorno davvero importante….

Reggiolo,  27 novembre 2009

Carissimi auguri a te, Diego,

non credo avrai certo dimenticato  quando un anno fa, su questo blog, in occasione di quello che è stato, cronologicamente parlando, il tuo ultimo compleanno in ordine di tempo, avevo scelto di dedicarti un classico, tra i tanti, di Morricone, “Saharan Dream”, dico bene?

Quest’anno,  ho deciso che faccio altrettanto, ovviamente in musica. Mi spiace, non sarò io stessa stavolta a perdermi in mille giri di mirabolanti  parole per tentare di festeggiarti nel limite delle mie eloquenti possibilità,  narrando ciò che si può di meglio augurare a una persona come te nel giorno unico del suo compleanno.

Quest’oggi a farti gli auguri a mio nome, in maniera diversa e del tutto speciale,  lascerò sia  uno storico gruppo rock nostrano. Un nome prestigioso che, ci scommetto,  tu conosci di sicuro. Saranno nientepopodimeno che  loro La “Premiata Forneria Marconi” (meglio conosciuti come P.F.M.) con quello che è il loro più grande e ricordato successo canoro di sempre, inciso   originariamente nel 1971.

Un esempio di toccante poesia rimasta nel cuore di tutti. Le cui  parole, abbinate alla suggestiva musica elettronica, resteranno inalterate,   intramontabili, eterne, senza tempo, bellissime; siamo di fronte a un vero e proprio classico esempio della canzone italiana di ogni tempo. Che ora nonostante il poco tempo a mia disposizione in queste più recenti settimane, riascolto col cuore, e che scelgo solo per te.  Accetta in dono questa pietra miliare della musica in ogni sua semplice, singola, profonda parola e consideralo come il mio  augurio più grande per il tuo compleanno, nonché  fonte di buon auspicio.

Uno splendido brano che tu avrai senz’altro indovinato, a questo punto. La canzone si intitola “Impressioni Di Settembre” e non mi importa se a giudicare dal suo titolo ho sbagliato periodo dell’anno (difatti ora siamo a novembre ormai concluso) io  voglio dirti dal cuore che mi piace spesso immaginarti così, esattamente come recitano  riga dopo riga le parole della canzone che ti dedico.

Ciò che mi preme assolutamente sottolineare in questa festosa  ricorrenza è che per quanto mi riguarda, a vivere questi meravigliosi versi in poesia  scritti da Mogol, (il paroliere principale di Lucio Battisti) potresti essere infatti proprio TU in persona e nessun’altro all’infuori di te.

IMPRESSIONI DI SETTEMBRE

Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole, ma non c'è.
Dorme ancora la campagna, forse no,
è sveglia, mi guarda, non so.
Già l'odore della terra, odor di grano
sale adagio verso me,
e la vita nel mio petto batte piano,
respiro la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là
sembra quasi un mare l'erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda.

Un cavallo tende il collo verso il prato
resta fermo come me.
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
respiro la nebbia, penso a te.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono solo, solo il suono del mio passo.
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già 
il  giorno come sempre sarà.

Chissà quante volte avrai intonato tu stesso, magari personalmente commosso, questo celeberrimo pezzo imbracciando la tua chitarra acustica,  in un momento in cui tutto era diverso e la tua vita era ancora, forse, relativamente calma. Chissà quante volte i tuoi genitori dal canto loro avranno in passato ascoltato e suonato sul giradischi questa famosissima canzone, soprattutto quando erano ragazzi……

Senza scordare il significato basilare, primario di questo componimento,  che se lo si legge attentamente è decisamente emozionante, vero? Si racconta la magia letteraria scatenata dell'eco di una f0rtissima presa di coscienza che durante una passeggiata in una campagna nebbiosa di primo mattino,  irrompe decisa e vitale con tutta la sua forza interiore, facendosi sentire all'improvviso nella nostra esistenza  e lasciandoci per un attimo sbigottiti, attoniti, quasi smarriti e senza la capacità di esprimere a concrete,  precise parole ciò che abbiamo potuto provare dentro di noi.

Qualcosa che ci dona dopotutto un mare di pace e serenità che ritroviamo indubbiamente assieme agli elementi della natura (la rugiada, la terra, la campagna, il prato, un cavallo…) e nella figura maestosa finale dello spuntare del sole che giunge con la sua brillante luce a squarciare la nebbia ed infondere al cuore nuova sicurezza in ogni nuovo giorno che nasce.  Soprattutto quello che vivo al momento.

Eh già. sembra proprio essere un giorno come tanti oggi, ovvero questo “famigerato” ventisette del mese di novembre, che è di per sé testimone e memore  di una data importante  che vede appunto l’odierno inizio del tuo 23° anno di vita.

Goditi  al massimo e con piena coscienza, questi tuoi fortunati piacevoli anni pienamente giovani, ti auguro di saper cogliere al volo e con tutta l’anima  le molteplici  risorse che la tua esistenza saprà donarti in ogni momento!

Felice compleanno, principe buono, dal cuore timido e felice; a presto, “piccolo grande uomo”.

Ti voglio bene, Diego!

Elena

Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già’,
Solo allora imparerai come si vola.

Lui poteva volare, sì, più in alto. Ed era l'ora, sì, di andare a casa. Abbracciò con un ultimo sguardo il suo cielo, i magnifici campi del cielo, dove aveva imparato tante cose.

Richard Bach – “Il gabbiano Jonathan Livingston”

Nessun commento:

Posta un commento