lunedì 17 maggio 2010

Impavidi bersaglieri,

buon pomeriggio! Sono tornata a scrivervi, visto?! Lo avevo promesso!!! E dove volete che andassi? Lo sapete che più di tanto lontana dal mio sito io non ci rimango!

Eh si, cari miei proprio ieri io ho compiuto 31 anni, volente o nolente.

Trentuno lunghissime primavere, ho ammucchiato accidenti, non mi par vero. É una vita! Come potete notare, l’ennesima “campanella del tempo” è per me suonata di nuovo; però da una parte è anche un bene che sia così, perché quando non hai più compleanni da ricordare significa che, di conseguenza non esisti più se non nel ricordo di chi vive a differenza tua, e rimane a onorare la tua compianta figura. Che non è proprio il tipo di pensiero a cui voglio sottopormi al momento, era solo un ragionamento sul trascorrere del tempo. Ho ancora tante cose, da fare, tanti progetti da realizzare, tante occasioni da vivere, molte anche per merito vostro, e non è il momento di fare considerazioni spiacevoli sul tempo che passa, nonostante queste sappiano a loro volta mostrare tante cose di noi, fanno riflettere e sono a loro modo comunque utili per riuscire meglio a comprendere i nostri bisogni, i nostri desideri, le emozioni più profonde, capire gli aspetti più nascosti della nostra personalità. Un pensiero negativo è comunque importante secondo me, io lo vedo innanzitutto come il punto di partenza iniziale per rendersi conto bene di quello che si desidera cambiare in positivo nella nostra esistenza.Credo che chi legga un blog e decida di seguire quello che una persona scrive nel suo diario man mano, si affezioni all’autore del diario per ciò che è sia in positivo sia in negativo.

Non possiamo pensare che il pensiero di una persona sia sempre positivo, o negativo, è chiaro e normalissimo che i vari stati d’animo si alternano a seconda dei periodi nella vita di una persona, i modi di vedere le cose cambiano con il passare del tempo. E comunque siano è bello raccontarli nell’insieme, così come formassero una danza armoniosa. Solo in questo caso il diario raggiunge il proprio vero scopo secondo me, quello di descrivere i pensieri nel loro insieme che ci danno un resoconto piuttosto fedele su chi lo gestisce.

Sapete ragazzi, mio papà a tal proposito dice che ogni anno della nostra vita che passa porta con sé esperienza e saggezza. Io ho sempre concordato con questo punto di vista. É un po’ come avere a che fare col vino, il quale a suo modo, come sostanza derivata dall’uva è forse una sorta di “essere vivente”, e si dice che invecchiando progressivamente, questo migliori. Voi cosa ne dite? Anche noi facciamo così invecchiando, si migliora. Questo intende dire.

Il mio papà dice anche molto spesso che “Gallina vecchia fa buon brodo” e penso non abbia tutti i torti a citare con regolare frequenza nei suoi discorsi questo proverbio. Un fondo di verità c’è sempre in queste massime antiche secondo me.

Invecchiare non significa solo vedersi e sentirsi lentamente sfiorire. D’accordo c’è anche questa inevitabile fase della vita ma non è tutto, bisogna cercare di accettarsi sempre per quello che si è. Invecchiare, probabilmente vuol dire anche acquisire maggiore saggezza, competenza, consapevolezza di ciò che è la vita. Il che è molto positivo, penso. Un’esperienza che vale la pena di vivere, anche a costo di perdere un po’ di esteriorità fisica.

Cambiando discorso (eggià sento le vostre angeliche vocette dall’accento marcato dire: “uffa, Elena basta fare la filosofa, hai rotto, parla come mangi…”) avrete notato che quest’oggi ho esordito chiamandovi bersaglieri. Andiamo, baldi “giovini” veronesi nelle cui vene pulsa il sangue dei monti Lessini, dite, dite, dove avete nascosto il vostro copricapo con la celebri piume nere, eh??

In effetti mi è venuto in mente per voi l’ennesimo pazzo soprannome “bersaglieri” perché proprio ieri sera ho tirato fuori i miei 45 giri e il primo che mi è venuto sottomano estraendolo dalla grande scatola in cui conservo la mia intera collezione di supporti è stato proprio “Flick Flock”, meglio conosciuto in altre parole come “Fanfara dei Bersaglieri”, il loro famosissimo inno in musica appunto. Un disco che era stato di mio zio (quello che fa il carabiniere per intenderci) che è appassionato sin da giovanissimo di tutto ciò che riguarda corpi militari e cose del genere; un 45 giri finito oggi nella mia amatissima collezione di vinile. L’avevo già sentita da piccola, quel disco l’ho suonato ancora, però ho voluto rimetterla in funzione anche ieri, per la prima volta su un giradischi stereo, dopo tanto tempo. Ero curiosa.

Così, appoggiando appunto la puntina del giradischi sul primo, consumato solco del vinile di "Flick Flock” ho chiuso gli occhi un momento e nell’attendere l’improvviso avvio delle conosciutissime trombe intonate in corsa proprio dai bersaglieri ammetto che ho visto voi due. É stato un pensiero repentino, velocissimo ma carino, che mi conferma che non c’è storia. Comunque sia Luca, Diego, in qualsiasi verso io la metta, siete sempre dei grandi, chiaro?!

Però anziché una tromba dovrebbero darvi una chitarra, sarebbe più regolare, vista la vostra propensione musicale per questo strumento, dico bene?

Ma dite, secondo voi la Fanfara cosiddetta “Flick Flock”, si suona anche, volendo con la chitarra? Siete voi gli esperti della materia! Bel quesito! Chissà come risulterebbe! E se doveste suonarla “in corsa”, esattamente come fanno molto spesso i bersaglieri veri e propri, pensereste di farcela? Conoscendo il vostro talento penso proprio di si. Sarebbe davvero emozionante vedervi suonare nei panni dei bersaglieri, magari con la chitarra elettrica…

Bacio!!!! Vi voglio bene e sono piena di ottima energia per la settimana in corso! Un abbraccione!!!! A presto!!!

Elena

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