mercoledì 23 giugno 2010

Cari Luca e Diego,

ho notato con interesse, da un articolo sul Web che vi siete dilettati in maniera carina nel provare a svolgere il tema di Maturità che riguardava la musica, presente tra le tracce uscite quest’anno. Bravi! Come vi invidio! Credo proprio anche io lo avrei scelto se fossi stata maturanda in questi giorni, sapete? Quanti ricordi piacevoli mi ha scatenato immediatamente la vostra scorrevole e ricca stesura, che mi trova d’accordo in più punti, da grande fruitrice di musica quale sono! Che nostalgia!!!

Cosa chiedeva invece, lo scritto che ho scelto di svolgere proprio io 12 anni fa all’atto del mio esame di Maturità e meglio denominato all’epoca dai professori come “tema di indirizzo” proprio perché poteva variare in base al tipo di scuola tecnica frequentata da ogni maturando?

E che, detto tra noi, a rileggerla bene in questi giorni, mi ricorda vagamente in assonanza un discorso simile a tutte le cose che ho scritto sull’evoluzione della fruizione discografica e musicale su larga scala, con Andrea, di recente, a partire dall’invenzione del fonografo fino al grammofono e alla radio per il suo esame orale.

Non ho avuto dubbi in quel grande momento di apprensione che è stata la prima prova scritta dell’esame di Maturità. China sul banco, mentre caricavo con una cartuccia di inchiostro nuovo la mia fedele penna stilografica, ho capito all’istante che avrei svolto proprio quel componimento per la prova di italiano, anche se vi svelerò che tra i miei professori la traccia da me svolta è stata una vera sorpresa perché ho poi saputo qualche giorno più tardi che tra loro c’era addirittura chi scommetteva che io avrei scelto quello di letteratura (con la traccia su Luigi Pirandello) dato che conoscevano tutti bene il mio particolare amore per la lettura, le poesie, l’espressione, il racconto e i componimenti scritti in generale.

Ma non ho potuto resistere alle parole di questa traccia. Troppo invitanti e festose, per me che già allora amavo fare i confronti specifici tecnologici su più fronti tra “il passato” e “il presente” attraverso la storia e l’evoluzione in vari settori.

Eccovi il testo originale della traccia, che ho svolto io tenendo conto che ero iscritta a Ragioneria. Recitava così:

ANNO SCOLASTICO 1997/1998

Quarta traccia

(Maturità Tecnica Professionale)

Lo sviluppo tecnologico e le applicazioni che ne sono derivate, soprattutto nella seconda metà del ventesimo secolo, sono all'origine di profonde trasformazioni economiche e sociali. Limitatamente al vostro settore di specializzazione, individuate le principali innovazioni introdottevi e valutatene gli effetti sull'attività produttiva e sulla organizzazione del lavoro.

Purtroppo non ho potuto tenere con me tutto il mio armonioso svolgimento originale della traccia sopra esposta e dubito che questo sia ancora presente ancora negli archivi dell’Istituto che ho frequentato. Sono passati ben 12 anni da allora! Sarebbe stato bello copiarlo qui parola per parola.

Però, riassumendo ricordo benissimo di aver sviluppato il mio tema, cominciando con il voler illustrare a chi avrebbe letto il mio scritto una sorta di immaginario e piacevole dialogo tra me e la mia mamma, la quale mi spiegava come erano attrezzati gli uffici e quali fossero i conseguenti i compiti propri di un impiegato ai tempi in cui lavorava lei, grosso modo a partire dalla prima metà degli anni 70.

Se ancora non lo sapete vi dico che anche la mia mamma è stata impiegata per sette anni, prima di sposarsi, prestando servizio a tutti gli effetti presso la filiale e distaccamento mantovano di una importante casa editrice nazionale, la UTET (Unione Tipografie Editoriali Torino) e dunque ero partita col descrivere per esempio una macchina per scrivere manuale che veniva azionata esclusivamente con la forza delle dita e nel caso in cui il foglio veniva mandato alla riga successiva tramite la “leva di interlinea manuale”. O ancora, non ho mancato di inserire i primi storici modelli di “Divisumma” che venivano fatti funzionare a manovella o con primitivi circuiti a transistor e solo in seguito completamente a elettricità.

E non potevo evitare il nominare la presenza immancabile per quel periodo di un accessorio allora comunissimo e ormai scomparso negli uffici attuali. Confermo. Oggi questo oggetto è solo un caro ricordo. La carta carbone. Eccetera eccetera. Insomma ho "snocciolato" una dopo l'altra le differenze tra tutto questo messe a confronto con quelle che nella seconda metà degli anni 90 (quando io ho conquistato la Maturità) erano per esempio ancora le comode, versatili e veloci “macchine per scrivere elettriche” funzionanti appunto a motorino elettrico, già minacciate però dalla dilagante presenza dei computer in modelli sempre più perfetti, aggiornati e precisi. E con questi ho inserito anche un chiaro riferimento al problema che preoccupava gli esperti informatici di mezzo mondo (poi rivelatosi di diffusione molto contenuta) e che riguardava i processori di quel periodo all’approssimarsi del cambio di secolo, con la lettura delle quattro cifre. Non so se lo ricordate ma era quello del famigerato “millennium bug”.

Questa idea è stata la carta vincente e perno centrale del mio tema. Alcuni professori addirittura, in sede orale, mostrandomi il risultato del mio scritto mi hanno ringraziato perché sono stata molto chiara nell’esporre una questione ancora poco nota alle scuole che trattavano di cose come queste! Loro pur essendo professori manco sapevano dell’esistenza di questo problema specifico sui computer, cosa che 12 anni fa poteva sembrare anche grave, perché come sapete anche adesso si fa tutto a computer. E se i computer fossero “saltati” di punto in bianco con l’inizio del nuovo secolo, considerato che tutte le aziende tengono la contabilità con questo mezzo, sarebbero stati guai, anche a livello di fornitura di grandi servizi pubblici (gas, luce elettrica, telefono ecc)…..

Che bello rievocare tutte queste cose! Mi rende felice rivivere questa emozione. Come vorrei poter avere tra le mani il mio riuscitissimo tema, votato di comune accordo con un altissimo 8 e mezzo!!!!! Ne sento la mancanza!!!

Baci!

E

P.S. Cos’è la Divisumma? Chiedetelo a mamma e papà, che hanno qualche anno in più di voi e avranno visto questa cosa qualche volta quando erano giovani, anche solo entrando in un semplice negozio qualsiasi. Io non ve lo dico cos’è, non una chitarra chiaramente…eh eh!!!!

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