venerdì 16 ottobre 2009

Buondì mei novelli “inglesini” dal cuore italiano,

come state, come procede la vostra intensa vita di lavoro in sì dolce terra straniera? Bene oserei immaginare, dato l’alto numero di momenti in cui io percepisco inspiegabile ed inesprimibile emozione segreta, più che mai durante il periodo immediatamente successivo la vostra partenza per Londra. Il pensiero del tuo sorriso silenzioso, ma spontaneo, che ti nasce immediato sulle labbra al leggere queste mie righe mi fa capire subito che con ogni probabilità ho ragione Luca, dico giusto, Piccolo Principe?

In questi giorni qui è inaspettatamente scoppiato un gran freddo, quasi da inverno, nonostante il cielo fuori si mantenga limpido e terso, con un sole autunnale ma molto bello. Oltre a un abbigliamento più pesante, le mie mie migliori compagne di queste giornate sono delle gran tazze di latte e miele o té caldo, senza dimenticare una buona camomilla addolcita con un cucchiaio di miele la sera. Di solito questa aiuta un buon sonno, reso per me ancora più tenero e speciale grazie alla foto che è stampata sul vostro cuscino sempre presente sul mio letto. In pratica è l’ultima cosa che vedo puntualmente prima di addormentarmi. Una cosa positiva e affettuosamente preziosa sempre, indipendentemente dal fatto che la mia intera giornata appena trascorsa sia andata bene o meno. Così come allo stesso tempo essa rappresenta un delicato preludio a una successiva giornata che mi piace puntualmente pensare come migliore della precedente, anche se non è detto che lo sia davvero.

Sapete ragazzi, oggi vorrei riflettere con voi su una cosa a cui sto pensando da tempo. Purtroppo, mi sono accorta che non è possibile riprodurre fisicamente via blog quanto sto per scrivervi. Se c’è un unico difetto che mi tocca riconoscere a un mezzo di comunicazione moderno, completo e versatile come quello che ho personalmente deciso di redigere periodicamente è proprio il fatto che questo sia impossibilitato a essere compilato a mano da me ogni volta.

Credo che il computer con il suo carattere standard, tolga qualcosa di incredibilmente valido e squisitamente personale al senso proprio e originario del mio blog. Che voi non mancherete certo di cogliere comunque, lo so, però è un peccato non poter puntare anche sul fattore calligrafia perché renderebbe di sicuro più completa e vera quella che è ogni singola lettera scritta di pugno qui per voi. Mi piacerebbe molto, potendo man mano, poter pubblicare e trasformare ogni singolo post nella mia propria calligrafia marcata, tondeggiante, ordinata e straordinariamente panciuta, tipica delle persone romantiche e determinate. Sarebbe una cosa bellissima secondo me.

Già, proprio così, lo dico in senso schietto intendo, tramite carta e l’immancabile penna stilografica, oggetto quasi dimenticato dai più, ma che vive spessissimo tra le mie mani. Una cosa molto semplice, tradizionale, dal sapore quasi antico. Esattamente allo stesso modo in cui ogni post di questo sito prende vita prima di essere trascritto via computer in rete.

Ho sempre ritenuto, ragazzi forse non a torto che anche la scrittura (come la musica in maniera probabilmente ancora più primaria ed indubbiamente evidente) sia una sorta di arte ricca di fascino sempre nuovo. Perché no? Pensate alla sentita necessità e possibilità di far permanere nel tempo un qualsivoglia messaggio, in modo che questo possa essere decifrato e compreso da tutti. Attraverso il linguaggio scritto, ognuno di noi, così come voi con le parole delle vostre canzoni, ma anche io stessa è in grado di trasmettere sentimenti, emozioni, idee, fatti, eventi di vita, o più in generale tutto l’insieme delle esperienze personali e collettive che sono la generale base del sapere umano. Non so voi, ma a me questo pensiero fa rabbrividire di calda emozione, a pensare a tutte le cose che sono state tramandate per iscritto nell’arco di millenni e alla conseguente idea che continueranno a essere comunicate ancora per l’eternità.

Immaginate adesso quello che è un gesto abituale ed apparentemente scontato, che però racchiude in sé una parte sincera di ciò che Elena è veramente. Io mentre mi accingo ad aprire la preziosa, fine e solida scatola blu foderata internamente di raso color crema e prendo con amore e cura una delle mie penne particolari, ciò che mi serve quasi quotidianamente per dare concreta consistenza cartacea nonché libertà e corpo definitivi ai miei pensieri.

La vostra musica che frattanto esce a volume basso dallo stereo e accompagna fedele la mia mano mentre, dopo un iniziale ed irrinunciabile tremito di emozione, regge attenta e sicura la penna e corre quasi subito concentrata, con una leggera pressione lungo la superficie del foglio bianco, progressivamente, riga dopo riga. Il fruscio delicato e quasi musicale del pennino in oro che sfiora regolare la carta nel suo delicato compito. E l’inchiostro stilografico che istantaneamente esce preciso, elegante, dalla sferettina posta sulla punta del pennino, facendo sfoggio della sua tonalità turchina sfumata, mentre disegna ed assume sul candido foglio tratti che solo io conosco poiché giungono dal mio cuore in tutta la loro sincerità ed emergono come per magia ogni volta che scrivo, guidati dal movimento spedito e svelto delle mie dita.

Tutto ciò, volutamente, per lasciarvi in ogni sua parola qualcosa di diverso e unico nel suo genere. Un lungo messaggio a cui tengo moltissimo e che vorrei rimanesse in maniera inalterata e permanente. Poiché questo blog è in poche parole il romanzo che sentivo il bisogno di costruire e che avrei sempre voluto scrivere, ma che attendeva solamente di essere accolto da due cuori meritevoli, semplici e buoni che lo aiutassero a vedere in maniera lieta e progressiva la luce. I vostri. Grazie Luca e Diego!

Un abbraccio ragazzi, vi sento vicino con la musica e vi voglio un oceano di bene. A prestissimo!

Elena

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