domenica 11 ottobre 2009

Hey ragazzi con la chitarra,

cucù….ci siete? Come andiamo oggi? Sempre bene, lo spero per voi, immagino che vi stiate godendo ora un meritato giorno di dovuto relax dopo un’altra impegnata settimana di lavoro a zonzo per la Capitale, tempo atmosferico permettendo.

Già, perché come cantava pure lo storico conduttore dei primi anni della TV, Mario Riva, alla fine degli anni ‘50 “Domenica è sempre domenica. È domenica pei poveri e i signori, ognuno può dormir tranquillamente. Nè clacson, né sirene, nè motori, si sveglia la città più dolcemente….”. Chissà se davvero è così in questo giorno anche nella grande metropoli londinese “every Sunday, appunto”. Mi farete sapere ok?

Non vi ho scritto per due giorni e non posso dire che il mio morale fosse al massimo, non sto molto bene ma sono malesseri di ordinaria amministrazione, cose a cui si può porre rimedio. Oggi è un nuovo giorno che sarà sicuramente migliore! Difatti il mio morale è più disteso, mi sento meglio rispetto a ieri.

Non posso dimenticare di mandare con le mie parole un saluto affettuoso anche ai nuovi eventuali lettori del mio blog che si aggiungeranno probabilmente ai tanti che già leggono le mie lettere per voi, dopo la conseguente e recentissima apertura di un gruppo globale su Facebook come omaggio dedicato in fin dei conti sempre a voi e gestito da me. “Per tutte quelle che impazziscono per il ciondolo a chitarra dei Sonohra”.

Non vorrei che ora voi due e chi mi ha sempre letto e continua a farlo qui pensi sia caduta inevitabilmente nello sciocco o banale. Spererei di no, perché non è questo lo scopo primario dell’apertura del mio gruppo. Ero stufa di vedere sempre le solite cose fritte e rifritte, praticamente uguali, rese pubbliche su Facebook, ciascuna con un numero vario di utenti.

Mi sono dunque presa il tempo e fatta un giro su Facebook per dare un’occhiata a tutti i gruppi che in qualche modo parlassero o avessero a che fare con voi. E ho scoperto con gioia che nessuno prima di me aveva ancora pensato a quella che poi è stata la mia idea di fondo. Quella di pensare al vostro (anzi nostro direi, dato che adesso posso orgogliosamente dire di avercelo anche io seppure solo da una decina di giorni in qua) ciondolo d’oro come a un ulteriore simbolo prezioso che rappresenta il vostro amore per la musica, la vostra competenza e professionalità. Che sono tutte cose vere, su cui si potrebbe discutere per ore intere senza annoiarsi mai. Non voglio certo con questo, per conto mio, farvi diventare più commerciali di quanto già non vogliano farvi apparire, lo puntualizzo subito.

Sapete bene per quanto tempo ho personalmente ininterrottamente cercato un ciondolo di questo tipo, che si fa sentire con il suo dolce suono spostandosi sulla catenina a ogni minimo movimento del mio collo. Proprio come fosse una dolce campanellina. Che tenerezza! Penso siate ormai allo stesso tempo bene al corrente del mio amore viscerale per la musica, qualcosa di innato che va al di là di qualsiasi altro oggetto materiale possa esistere ed è legato saldamente a quello del significato della mia stessa esistenza. Un sentimento così grande e puro che non teme confini.

Una cosa che volevo dirvi ancora, cari Luca e Diego, cambiando discorso ma rimanendo sempre in tema a proposito del ciondolo a chitarra e che però non vi ho ancora raccontato sinora, riguarda un caro ricordo che mi fa sempre tornare in mente con nostalgia la mia nonna, la mamma di mia mamma, che è purtroppo scomparsa ancora molto giovane, da almeno 16 anni, a cui sono sempre stata affezionatissima.

E che quando ero piccola, (allora avrò avuto tre anni e mezzo) sapete, mi chiamava sempre affettuosamente proprio “chitarrina” perché mi piaceva molto la musica in generale. Mi pare ancora di sentirla la sua voce giovane e dolcissima che dice: “Hey, la mia chitarrina” e poi mi prendeva in braccio coprendomi di baci, affettuosamente, sorridendo, come tutte le nonne sanno fare coi nipotini. Che bello.

Ed è anche per questo, appunto, prima di ogni altro motivo, la ragione personale secondo la quale ci tenevo comunque così tanto ad avere un ciondolo fatto a chitarra. Poi voi se mai avete inconsapevolmente permesso che questo divenisse realtà e pure fatto sì che fosse anche un tributo a due grandi musicisti che ho fortunatamente conosciuto. Però non bisogna dimenticare che per quanto mi riguarda questa medaglietta mi ricorda tanto anche il soprannome che nonna mi aveva dato e che mi è rimasto sempre. Vedete ragazzi, è come se in questi pochi grammi d’oro massiccio e pesante che ora porto stabilmente e orgogliosamente appesi al collo, potessi averla di nuovo qui con me la mia nonna, in un certo senso. Ma siccome questo non è umanamente possibile (e chi di noi non vorrebbe riavere accanto qualcuno che ci ha lasciato?) posso almeno sentire meno la mancanza della nonna che mi era tanto cara, e rievocare ancora meglio il ricordo affettuoso e tenerissimo che di lei conservo ogni giorno.

Buona domenica ragazzi, vi saluto, statemi bene, fate buon lavoro, girate e riposatevi, per quanto possa concedervelo la vostra tabella di marcia. Dite un po’ vi ricordate ancora cosa sia la noia? Penso proprio che mi rispondiate di no….

Bacione grande, che si posi direttamente sul cuore di ciascuno di voi! Vi voglio bene! Sempre!

Elena

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