mercoledì 7 ottobre 2009

Hey, miei piccoli canarini, buongiorno!!!!

Accidenti, però, come è difficile richiudere il baule dei ricordi dopo che hai passato un giorno e mezzo a svuotarlo di ricordi personali che si susseguono inevitabili come un fiume, dopo che hai restituito loro nuova brillantezza e vigore. Eh si, diciamo che anziché mettermi nostalgia per ciò che non è più, parlarvi di “Portobello” invece mi ha lasciato addosso in dono un sacco di vitalizzante energia per i miei progetti futuri.

Così tanta, copiosa e felice che potrei addirittura venderne, se solo ciò fosse fattibile; ma mi accontento semplicemente di trasmetterla a chi la saprà cogliere dalle mie parole. Molto probabile che a voi energia non serva in questo momento, tuttavia sapete bene che “è meglio abbondare che deficere” dicevano i latini, perciò mi fa piacere sapere che anche voi leggendomi facciate comunque scorta di un po’ di ulteriore carica.

Allora domenica scorsa avete visto Piccadilly Circus eh? Fate bene, fate bene. Non oso neanche immaginare tutto ciò che i vostri occhi possano incontrare, ogni brivido emozionale che la vostra anima percepisce vibrando in voi come l’elegante e melodiosa corda di un’arpa. Chissà. Cerco di mettermi nei vostri panni ora, pur rimanendo in patria ma anche questo intento mi risulta difficile. Già il fatto di pensare a com’è Londra per me è un sogno, figuriamoci se questo dovesse diventare realtà…..

Da sempre mi parlano della Capitale come un luogo fantastico e assolutamente caotico, sicuramente imperdibile. Ma questo potrò confermarlo forse fra qualche anno quando e se mi deciderò a tentare l’esperienza ancora nuova del mio primo volo in aereo….

Luca: “Elena, dimmi se io e Diego potessimo portarti un pensierino da qui, cosa vorresti ricevere?”

Beh, così su due piedi non saprei che dirti, mio piccolo principe sai? Devo pensarci. Ci sono mille cose che riconducono immediatamente da anni il mio cuore a Londra, ma al momento non mi viene in mente nulla di concreto che potrei chiedervi una volta che rientrerete nella nostra cara patria.

Non ti preoccupare cuoricino, di sicuro non vi chiederei di portarmi il Big Ben perché sarebbe assurdo anche solo pensare una cosa del genere. E poi, anche potendo come fareste ad organizzarvi per caricare la torre sull’aereo in modo che l’orologio e le campane non si danneggino? Ah, ah, ah! Pare di sentire una barzelletta! Sarebbe un atto crudele, equivalente a strappare alla città e ai londinesi il proprio cuore senza nessuno scrupolo. La Clock Tower deve assolutamente rimanere al suo posto, lì, alta, guardinga, affascinante ed immobile dove è sempre stata. Sono certa che saprà attendere il mio futuro viaggio coronandolo con i suoi famosi rintocchi, onorando la mia sospirata visita come meriterà.

Idea scartata a priori dunque.

Cosa chiedervi, bella domanda, con tutta la varietà di cose che vendono i negozi al giorno d’oggi. Sapete che io sono una persona molto semplice e non mi occorre mai molto, mi so accontentare. Certo che però adesso che mi ci fate pensare con l’arrivo questi primi freddi, non sarebbe poi male….

Ecco, magari, se davvero volete farmi contenta vorrei una cosa che è risaputo faccia molto bene per certi versi, perché contiene sostanze che sono grandi alleate nel prevenire la formazione delle cellule cancerose, tumorali. Qualcosa che non vi sarà affatto difficile trovare nel posto in cui siete. Anzi.

Una bustina di té, sarebbe l’ideale. Ne vado matta! Del té che solo lì dove siete voi adesso sanno fare nel pieno rispetto della più antica tradizione e ricetta originale inglese. Basta solo sommergere la bustina per alcuni minuti in una tazza di acqua bollente in modo da fargli restituire tutta l’aroma particolare e il profumo che contiene segretamente, che puoi svelare a pieno solo in questo modo. E gustarlo pian piano, bevendolo a occhi chiusi, così, lentamente…..Una favola….

Io di solito sin da giovanissima (quando non lo alterno più raramente alla tisana altro piacere autunnale) sono sempre stata una grande consumatrice di té, anche se mi limito a bere la classica tazza delle 5 del pomeriggio ogni giorno. Cerco di non privarmene mai. Mia mamma me ne compra in tutti gli aromi e le fogge possibili, è una merenda a cui non so rinunciare, specialmente in inverno, soprattutto caldo. Mi piace anche il té freddo in estate ma molto meno in linea di massima. Quello caldo in tazza però è proprio un’altro paio di maniche. Tutto un differente sorseggiare….

Se c’è qualcosa che in casa mia non manca veramente mai da una vita e sottolineo mai è proprio ciò che gli inglesi direbbero “a cup of tea” ma a poter gustare il profumo e sapore del vero té inglese ancora non ci sono arrivata, peccato. I miei non ne consumano, chi beve té regolarmente sono solo ed esclusivamente io, anche se mi limito una sola volta al dì, come già detto prima. E questo da un sacco di tempo….

In ogni modo, ragazzi miei ve lo dico io, fidatevi, quando il té è servito bello caldo, al giusto punto di infusione, ed è accompagnato dal succo di limone buono e altrettanto profumato è una cosa da fine del mondo, che non teme confronti con la cioccolata calda secondo i miei gusti. Sceglierei, potendo, la mia tazza di te bollente, mille e ancor mille volte. Senza dimenticare nel mio caso un altrettanto indispensabile cucchiaino di miele sciolto nel liquido al posto dello zucchero che invece non posso proprio sopportare. Così come non esiste che si debba mischiare il té al latte come fanno in Inghilterra. Io ho provato una volta, ma non mi piace per nulla, il gusto che ha il té da solo è insuperabile…

Ma a pensarci bene anche se vi chiedessi qualcosa come una ben misera bustina di té mi sentirei in imbarazzo. Non ti preoccupare Luca, se ci pensate bene state già lavorando per fare un grosso dono a tutte le fan. Questo solo pensiero è quanto basta per farmi vedere le stelle dalla gioia.

Non penso avrò bisogno di chiedervi nulla di concreto dalla terra amata, l’importante è sapere che mi teniate simbolicamemte con voi, nel sentimento specialmente in questo periodo in tutto ciò che vi capita di vivere, fare, incontrare. Nel momento più eccitante perché vi riesce bene una canzone, in quello divertente, in quello di riposo, come in quello lievemente triste perché vi manca il cagnolone, la vostra casa o semplicemente i vostri cari.

Gatto Panceri ha reso bene la mia idea di oggi, col verso di una splendida canzone un suo brano che andava quando io ero alle medie. Che diceva così. E riassume in due frasette nude e crude, ma straordinariamente efficaci tutto ciò che desidero da voi.

«C'è tanto posto dentro te
Che basta un angolo per me.

In fondo sto chiedendo solo un posto
un qualunque posto
fuori o dentro di te.»

E in questo momento non posso fare a meno di immaginarti Luca, mentre imbracci la chitarra ancora una volta in un momento di pausa e strimpelli questi versi con la tua potente voce, mentre tuo fratello ti segue in silenzio con un’espressione particolare del suo sguardo che dice tutto da sola. E mi commuovi….

Un abbraccio ragazzi, buon lavoro, statemi bene, fate giungere notizie e siate sempre due valorosi e meritevoli “piccoli uomini dal cuore grande”…..

Elena

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