venerdì 23 aprile 2010

Cinciallegre,

buon pomeriggio! Che si dice oggi, al momento dalle vostre parti? Meno male, meno male, ripeto nuovamente, meno male che la corrente settimana volge al termine, è stata decisamente snervante, saranno anche i ritmi pressanti di lavoro che devo affrontare, o la primavera che in teoria dovrebbe essere in pieno avanzamento o anche colpa di questo tempo pazzo e così difficile da capire ma ultimamente mi sento parecchio stanca. Chissà voi, non oso immaginare, dato che avete una tabella di marcia che è centocinquanta volte la mia!

Nonostante i ripetuti momenti di tensione da me vissuti stamattina sul lavoro e il tempo uggioso e piovoso che a prima vista metterebbe addosso qualsiasi sentimento fuorché la gioia io non posso fare a meno di dirvi che oggi mi sento proprio così, contenta, felice, dopotutto. Vi avevo accennato ieri che questo sarebbe stato per me un giorno speciale del mese di aprile, come lo è ogni anno da sempre.

Da tempo avrei desiderato parlare anche di questo argomento che mi caratterizza, ma una sorta di timore personale in merito a ciò che può pensare chi mi legge mi ha sempre trattenuto dal fare una cosa del genere. Ma sento che è giusto che ne parli ora, poiché non esisterebbe giorno più adatto all’infuori di oggi.

Uh che bello, mi sembra quasi di sentire le vostre chitarre che strimpellano! Suonate, suonate, un po’ di dolce musica ci sta più che bene in sottofondo!

La chiesa cristiana nel giorno 23 aprile ricorda tradizionalmente la figura di San Giorgio Martire. Io sono molto devota, (si badi bene, uso questo termine nel vero e proprio senso più sincero e sentito, nonché profondamente religioso della parola) a questo santo, da sempre, a tal punto che assieme a Sant’Elena Imperatrice, lo considero a tutti gli effetti come il mio speciale e personale "Santo Protettore". So che lui c'è, ascolta sempre le mie preghiere, e continuerà a farlo, ne sono sicura.

Non so dirvi quante volte nel corso della vita lo abbia pregato con cuore fermo, sincero, visto che vengo tra l’altro da una famiglia che mi ha avviato a un'educazione profondamente cristiana. Ho un suo solo santino con una bella immagine antica, un ricordo regalatomi dalla mia bisnonna, e che sta attualmente sbriciolandosi da tante volte che l’ho preso in mano fisicamente nel mio momento delle preghiere. Con sentimento di gioia, così come in quello del dolore ho sempre una fervida preghiera a lui per me e per tutti i miei cari più stretti.

Mi ha sempre affascinato profondamente, sin mia dalla più tenera età l’ avventurosa e lunghissima storia (me la raccontava sempre la mia nonna, me lo ricordo bene) di Giorgio, questo pio, valoroso, giovane cavaliere di origine turca, che dopo una lunga carriera militare fu anche parte delle guardie del corpo dell’Imperatore Diocleziano. E ancora più mi emoziona interiormente tutte le volte che la vedo, proprio come fosse la prima volta che i miei occhi la scorgono, la figura cristiana di questo prode e coraggioso martire componente dell’esercito dell’Imperatore, solitamente ritratto mentre ferisce trafiggendolo (stretto in sella al suo bianco cavallo e per mezzo di una lancia accuminata) il dragone, quell’immonda, cattiva e mostruosa creatura.

A Romanore, una piccola frazione di Borgoforte, comune in provincia di Mantova, (chissà forse l’avrete vista anche voi) esiste una Chiesa a lui dedicata sulla cui facciata principale dell’edificio si trova appunto collocata una splendida statua di questo santo da sempre a me tanto vicino.

Ogni volta che passo per Romanore in macchina, davanti alla suddetta Chiesa (in genere tutte le volte che mi devo recare a Mantova in città) non posso fare a meno di volgere lo sguardo in alto per dedicare almeno un mio sentito segno di croce alla statua del santo cavaliere che troneggia imponente nella sua grande nicchia centrale. E nel fare questo gesto ho puntualmente nell’animo, al vederla, la rassicurante sensazione, la conferma che dal volto della statua di San Giorgio, intento a uccidere il drago, traspare un’espressione di soave bontà, di pace interiore. La stessa che mi riempie di gioia, poiché lui pare proprio guardarmi e dirmi: “Stai tranquilla, la tua anima è qui con me, ci penso io a proteggerla!”. Insomma, una cosa bellissima!

Forse è solo una mia impressione, però ho sempre accostato la sacra figura di San Giorgio e del malvagio dragone come un simbolo dell’eterna lotta che c’è tra Bene e Male, con la vittoria del primo sul secondo in questo caso. La stessa perenne lotta che dimora nel cuore di ognuno di noi se ci pensiamo bene, dico giusto?

Luca, Diego, non so neanche perché vi sto parlando di religione, e nello specifico del mio speciale “protettore” San Giorgio oggi, a parte il fatto che la Chiesa lo ricorda proprio il 23 aprile.

Comunque penso che avrei scritto questo post in ogni caso, anche se avessi tenuto un tradizionale diario cartaceo come facevo una volta. Perché ci sono cose che vorrei poter dire a qualcuno che mi ascolta, che mi legge. Ho voglia liberamente di parlare anche di questo argomento nonostante tutto quello che si dice in questi giorni in materia. E che era giunto il momento, per me di fare uscire evidentemente. Malgrado certi valori come quello della religione, appunto, si stiano perdendo. Non per me naturalmente. Io sono fiera di essere cristiana. Non ci vedo niente di male a parlarne, in fondo.

C’è chi al leggere queste parole, forse sorriderà pensando che ho sempre avuto questa particolare devozione per San Giorgio, ma lo ripeto la mia è una cosa seria, sentita con tanta e sempre crescente sensibilità da parte mia. Avete imparato a conoscermi e capirete bene che non mi permetterei mai di scherzare su una cosa che ho a mia volta sempre reputato così grande, come la religione. Mi limito a riferire una mia esperienza, a parlare di un aspetto che ha sempre fatto parte della mia vita, di quella dei miei cari, di coloro che mi sono accanto in maniera concreta e riscontrabile. E del mio radicato Credo cattolico, nonostante tutti i problemi fisici che mi impediscono di essere maggiormente praticante e presente in Parrocchia come persona cristiana anche se lo vorrei.

Ma malgrado non riesca ad andare a Messa so di non aver nulla da invidiare a qualsiasi altro cristiano che ci va; o che si professa tale e va in Chiesa magari solo per farsi vedere o peggio è a caccia di pettegolezzi e non è minimamente interessato alla vera vita cristiana. Ci sono tante persone che fanno così. Questo non è il mio caso ovviamente. O perlomeno cerco di fare del mio meglio nella vita per riuscire a portare avanti il mio intento. Quello di considerare la religione per ciò che può veramente donare, apportare all'animo, per chi ci crede. Spero di esserne sempre all’altezza.

Penso anche che la fede, e con essa la preghiera siano una bella cosa quando sono professate col cuore, cose da mantenere sempre vive, presenti e rinnovate nella vita del cristiano al di la della devozione o meno che è possibile percepire per uno specifico santo venerato dalla Chiesa Cristiana. E mi fa sentire tanto felice pure l’idea di pregare, quando lo faccio, anche per chi non crede. A pregare non si sbaglia mai. Quando uno lo fa, è sempre una buona cosa se lo fa convinto e pienamente consapevole di ciò che sta facendo.

Penso che non sia necessario andare per forza in Chiesa per pregare. Si può farlo benissimo dovunque. L’anima bisognosa secondo me sa sempre come pregare. Credo bastino anche solo un “Pater, Ave e Gloria”, purché sia il cuore ad esprimersi e non solo le labbra, in modo superficiale.

Mi piacerebbe andare più spesso in Chiesa, ma la parrocchia del mio paese è poco accessibile ai disabili perché piena di gradini per entrare. Un motivo che mi impedisce di andare a Messa quando invece magari vorrei partecipare più spesso alle funzioni religiose. Mi spiace, è un peccato!

Mi piace pensare che sono pronta a rispondere al volere del Cielo, qualunque esso sarà. E quando la mia vita giungerà al proprio naturale termine, indipendentemente dal fatto che io sarò riuscita o meno a realizzare il mio sogno terreno di matrimonio e maternità, nel momento in cui anche per me (si spera) si apriranno le porte del Paradiso, spero saranno proprio Sant’Elena e San Giorgio a prendermi per mano uno ciascuno, accogliendomi con loro in quello che è l’Eterno Regno dei Cieli. Questo pensiero mi riempie di costante serenità l’anima in ogni singolo giorno che mi trovo ad affrontare! E a questo proposito mi vengono in mente anche alcune consolanti parole della Madonna di Lourdes a Bernardette, la veggente presso la grotta di Massabielle: “Non ti prometto di farti felice in questo mondo, ma nell’altro si”.

Elena

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