giovedì 8 aprile 2010

Ti aspetto gloria.....

Ciao margheritine,

sono stanca morta, dopo la comprensibile ora tarda di ieri e i vari impegni pesanti di questa seguente giornata ma non rinuncio certo alla vostra lettera odierna. Specialmente dopo quello che, come ben sappiamo noi, è successo appena ieri sera, a soli dieci minuti da casa mia.

So che ci sono altre persone che mi leggono oltre a voi. Che fremono e vorrebbero sapere come è andata. C'è chi magari smania e vorrebbe sentire raccontato da me un po' di quanto i miei occhi hanno visto, c'è chi invece forse, al vedere queste nuove righe si domanda, prima di ogni altra cosa, se sono riuscita nell'intento che mi ero prefissa e che solo 24 ore fa mi riempiva di interrogativi. Ma andiamo con ordine, una cosa per volta.

Voi sapete che devo raccontare quanto mi accade in una maniera particolare, dettata dalla mia personale ispirazione e differente da come narrerebbe qualsiasi altra persona. Altrimenti non vi avrei neanche dedicato e tributato questo attivissimo blog. E forse non sarei neanche una fan, se fosse andata diversamente. Ma non è così. Le nostre rispettive storie vanno di pari passo ed insegnano......

Stasera mi limito a dire dunque, a chi non c'era, che alla vostra sensazionale "data zero" pegognaghese ho fatto una grande, profonda conoscenza per mano vostra, qualcosa che potrei addirittura definire tangibile. Qualcosa che mai avrei pensato fosse concretamente possibile e dimostrabile, almeno fino a ieri pomeriggio, prima di mettere piede al Teatro Anselmi. Una cosa che mi ha reso enormemente orgogliosa di essere vostra irriducibile sostenitrice, confermandomi affezionata alla vostra musica più che mai.

Sin dal primo momento quando sono entrata e voi eravate ancora impegnati nelle prove, ho immediatamente notato che c'era in effetti qualcosa di potenzialmente diverso, un'atmosfera fortissima, invisibile, ma piacevolmente presente nell'aria, che toccava ogni cosa, sapeva magicamente di nuovo.

E solo un attimo dopo squadrando ammirata i vostri visi sorridenti aprirsi in un caro saluto verso me (che in quel momento ero tra i pochissimi fortunati presenti in sala davanti al palco) quando mi avete riconosciuto subito. Che sorpresa! Ho potuto ancora prima che voi mi salutaste, comprendere nettamente, quello che stavolta vi impreziosiva ancor più. Ciò che avrebbe reso in ogni nota anche questa serata appena trascorsa qualificandola tra i miei più cari ricordi come indimenticabile. Ho capito che sui vostri volti e in ogni vostro minimo gesto regna incontrastata proprio lei, in tutto il suo sfavillante splendore. La GLORIA!

Certo, ragazzi, avete letto bene, mi riferisco non tanto al nome di una avvenente ragazza come potrete erroneamente pensare voi in un primo momento. Bensì a quel sentimento gioioso interiore, particolare che Umberto Tozzi, per esempio cercava disperatamente nel lontano 1979, lo stesso che rese famosissima una sua canzone che portava questo nome che ambiva a tale riferimento nascosto, a detta dello stesso artista.

Mi spiace per te Umberto. Tu cercavi gloria e non sei riuscito a trovarla, almeno nelle parole del tuo brano. Io l'ho riconosciuta subito, invece la tua orgogliosa e sicura nonché ambitissima gloria. Essa, fidati di me, giace incredibilmente viva nel corpo, nella mente e nel cuore dei tuoi colleghi Sonohra. Perché si da il caso che lei dimori su di loro; da questo Sanremo in avanti li caratterizza, anzi, in maniera definitiva. Basta saperla riconoscere. E per me, onestamente è stata una cosa elementare, semplicissima, immediata. Ha scelto un ottimo mezzo per comparire, non ti pare?

La "gloria" regnava su di voi ragazzi, lo ripeto, con decisa convinzione; su questo non si discute. Si mostrava dandovi una potenza, una carica pazzesca, un magnetismo musicale a cui era praticamente impossibile per non dire addirittura vietato sottrarsi. Qualcosa di maledettamente irresistibile, coinvolgente, una voglia di vivere tale che ha attirato alla vostra musica, che mi ha legato in modo pazzesco a voi in un ennesimo abbraccio. Uno stato d'animo tale che avete profuso e sparso a tutti i presenti in un'esibizione di per sé spettacolare, semplicemente epocale!

E ve lo dico adesso, ancora incredula, mentre ho quasi le lacrime agli occhi dalla gioia se solo cerco di ripensare a tutto quello che di strabiliante, in un turbine di colorate emozioni ho vissuto ieri sera. Non ho bisogno di chiedervi di credermi, so che voi sapete che sto scrivendo la schietta verità su quanto provo a descrivere, punto e basta.

E


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