giovedì 11 febbraio 2010

Ciao “Sanremini”, buongiorno!

Come vanno le cose dove state al momento, cioè nei dintorni del famoso Casinò ligure? Spero alla grande, mentre vi appresterete ad applicare gli ultimi dettagli finali alle prove di Baby e mi fate anche pensare a me qualche settimana fa quando ero alle prese con la relazione che mi avevano richiesto eh eh. Oggi vi scrivo perché sono a casa in permesso e ho un po’ di tempo per riposarmi, ci voleva, dopo le tante emozioni di questi giorni.

Siamo solo a giovedì, ma sono felicissima perché il tempo che mi separa da voi anche se sembra lentissimo, nello scorrere si sta esaurendo. E nonostante giovedì non è ancora domenica il giorno che conclude la settimana, è però anche vero che non è comunque nemmeno più lunedì il giorno che annuncia al contrario l’inizio di una nuova settimana, e il giovedì, di solito è più vicino di quanto si pensi alla fine di questo arco di tempo. Dico bene? Fantastico!!!!!!

La giornata di ieri per me è stata decisamente impegnativa ma si è rivelata positiva su tutti i fronti. In questi giorni, io sul lavoro, assieme alle solite cose, comincio ufficialmente a seguire seriamente i fornitori esteri, e il primo passo verso questa mia nuova mansione, per quello che riguarda il mio nuovo compito si ha con la gestione generale dei clienti dalla Turchia. Devo dire che ho trovato molto interessanti le spiegazioni tecniche che mi stanno dando in proposito, anche se naturalmente c’è qualche difficoltà in più con la contabilità estera rispetto a quella italiana, la quale è un attimino più semplice, però questo maggiore impegno non mi spaventa, anzi mi rende ancora più determinata, contenta ed efficacemente coinvolta nello svolgimento della mia professione.

Evvai! Ho voluto la bicicletta? Molto bene, partiamo allora che sono piena di forze fisiche e morali, insomma, ben disposta a “pedalare”!

A coronamento di quella che ieri è è stata una proficua giornata di lavoro sotto tutti i fronti ci siete stati anche voi, cari puledrini. Non appena sono tornata a casa col cuore gonfio di soddisfazione personale, mi aspettava pure il numero di TV Sorrisi col “gruppone” dei, come si chiamano quest’anno, Artisti? Insomma dei musicisti in gara al festival che quando ero giovane io si chiamavano Big. E come vi ho scritto sul vostro sito nuovo di zecca quasi mi sembrava un sogno vedere spuntare le vostre due testoline come due profumatissimi e vellutati boccioli di rosa, nella foto di gruppo sulla copertina di Sorrisi. Che bello!

Comunque ho apprezzato parecchio anche l’intera pagina interna alla rivista dove si presenta la vostra canzone e si parla esclusivamente di voi. La terrò di sicuro. Lasciate che ve lo dica boys, starete bene anche in mezzo agli altri ma vedervi fotografati in qualità di duo supera qualsiasi altra foto di gruppo cui possiate prendere parte.

Mi è piaciuta molto, davvero un sacco, la vostra foto che è stata messa sotto al testo del vostro nuovo brano. Come splende delicato, (assieme a un tuo aperto sorriso) il giacimento aurifero che riposa sul tuo capo Luca, piccolo principe. Più passa il tempo più mi convinco fortemente che tu sia proprio questo grande personaggio della letteratura in versione “carne ed ossa”. Ci manca solo la tua rosa sotto il suo contenitore di vetro e poi sei in tutto e per tutto il dolce bimbo che Exupéry scriveva nel suo mitico libro, non c’è storia.

E che dire di te Diego? Spiegami subito, per favore, a cosa si deve, in quella posa quel leggero velo d’ombra che chiude morbidamente le tue labbra in una così seria e composta espressione del tuo bel viso? Cosa aleggiava nella tua mente al momento di quello scatto? Chissà. Non mi sarà dato saperlo, mi piace mantenere una dose di mistero. Questo lo so, comunque devo dire che osservandoti mi è riuscita cosa spontanea e naturale, ritrovare in te la stessa spettacolare e straordinaria eleganza che possiede in sé esteticamente anche un mastodontico e regale strumento musicale come il pianoforte a coda, visto al primo impatto, solo con gli occhi. Perché è proprio questo ciò a cui ti ho accostato guardandoti con attenzione. Sarà stato il colore nero del tuo abbigliamento o forse il richiamo dei tuoi capelli scuri che mi hanno riportato alla mente la possibile sembianza umana che secondo me, magicamente e per assurdo, potrebbe prendere proprio un pianoforte a coda.

Grandissimo, irresistibile e assolutamente completo nella sua importanza, fantastico ed imponente anche solo da vedere. Per non parlare di tutto ciò che questo romantico oggetto può poi puntualmente dire con la musica non appena un pianista ci si siede davanti e fa scorrere le sue agili dita sulla lucida tastiera di avorio, “emozionando sempre più”, direbbe Giorgia adesso. Diego, il tuo viso che mi sembra leggermente pallido, nella foto su Sorrisi, mi ha fatto pensare infine, appunto, al prezioso avorio della tastiera del pianoforte, il mio strumento musicale preferito in assoluto, che tanto riprenderei volentieri a suonare se ne avessi l’occasione. Chissà.

E mi fai venire in mente di quella volta che, già quella volta in cui da bambina io stessa….

No, non è ancora il momento per sfoderare questo preziosissimo ricordo personale che aspetta solo di essere svelato. Ve lo racconterò fra qualche giorno, magari dopo Sanremo, quando anche la mia mente sarà più calma e maggiormente incline al racconto di tutti i dettagli che non possono mancare nel mio emozionante racconto personale.

A prestissimo. Ci risentiamo prima della fine della corrente settimana se riesco.

Bacione ricco di tanta gioia.

La vostra Elena

P.S.: A proposito di storiche foto di gruppo col cast in gara a Sanremo, lo sapete che da qualche parte, su in soffitta, premuta tra i miei quaderni delle elementari di quell’anno devo avere ancora la copertina di Sorrisi con la foto dei partecipanti al mio Sanremo preferito, quello del 1986? Ricordo di averla strappata con cura personalmente dai giornali che all'epoca mi passava nonna Gemma, una volta scaduti i programmi TV e averla riposta in un quaderno di italiano. Dall’innocente ma speranzoso pensiero dei miei 7 anni di allora l’ho voluta mettere in un posto che avrei ricordato sempre e ritrtovato con facilità perché dicevo (e confermo tuttora l’intenzione di portare a termine questo mio intento se ce la farò) che avrei voluto farla vedere ai miei figli. Si sarà conservata, mantenendosi nel tempo, tra la polvere e il buio tipico dei granai? O sarà, piuttosto finita rosicchiata e mangiucchiata dai topolini che, purtroppo, qualche volta, per sbaglio, sono entrati negli anni scorsi a ripararsi dal freddo, d’inverno, nel sottotetto della mia casa, saziandosi anche, con ogni probabilità, di buona parte dei miei ricordi cartacei, forse, assieme coi miei vecchi quaderni delle elementari? Mah…..

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