sabato 23 ottobre 2010

Buongiorno batuffoli!!!!

Già, spero proprio che questo sabato mattina sia per voi la prima parte di una giornata migliore in merito a qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare. Il momento più rilassato e moralmente positivo della settimana è per me generalmente proprio il sabato mattina, poiché non lavoro naturalmente, sono lontanta dallo stress ragionieristico e contabile proprio della vita d'ufficio e mi godo solitamente in santa pace buona parte del mio repertorio musicale, a seconda della mia predisposizione personale verso una canzone o l’altra.

Molto spesso capita che un motivo mi frulli in testa sin dal primo mattino, quando sono ancora sotto le coperte che sto dormendo per l’esattezza. Poi succede che questa melodia non riesca più a togliermela dalla testa per tutto il resto di quella giornata.

Oggi, in tal senso sembra proprio essere il turno di Ivana Spagna, artisticamente meglio conosciuta in tutta Europa col solo cognome. Già, sto parlando della vostra stimata collega e conterranea di Borghetto di Valeggio sul Mincio, che, grazie anche a tutto ciò a cui sto pensando in questi giorni, ha avuto la fantastica idea di monopolizzare la mia mente con un suo vecchio successo. Di cui naturalmente voglio proprio farvi partecipi anche grazie alla terra di origine di Spagna, la provincia di Verona.

Dubito, per questioni di età che voi due possiate ricordare gli esordi professionali di Ivana, quando cioè, dalla metà degli Anni 80 si fa notare un po’ ovunque per il suo look originale e decisamente discotecaro, precedendo a mio avviso di diverso tempo ciò che è oggi, a titolo di esempio, Lady Gaga per i più giovani. E lo fa anche cantando esclusivamente in inglese, e pubblicando per parecchio tempo un pezzo dance di successo dietro l’altro. La sua voce colpisce, la sua musica piace ed è ballatissima in tutto il mondo, conferendole definitiva notorietà. I tempi in cui convertirà la sua carriera in italiano sono ancora lontani. Ed io non tolgo nulla alla sua attuale bravura nell’interpretare pezzi nostrani, è comunque validissima. Ma quando Ivana cantava in inglese secondo me era al massimo del suo splendore artistico. Più per ciò che ha in seguito inciso nella nostra lingua, io penso che la ricorderò sempre così.

"Call me, call me, do do do it, baby please".....


Perché ho pensato a Spagna e vi parlo di lei? Cosa c’entra coi miei pensieri di stamattina, vi chiederete divertiti? Devo dire che sono al momento completamente monopolizzata dal suo vecchio hit danzereccio “Call me”. Che in italiano significa, “Chiamami”. E sono subito andata a rivedermi su You Tube il relativo videoclip di quella canzone; un caro ricordo che mi auguro possa portarmi fortuna per tutto quello che spero succederà prossimamente. Bei tempi quelli.

Difatti, a questo punto non vi sarà difficile collegare il fatto che la sottoscritta sia in fibrillante attesa che il suo telefono squilli. Sto aspettando una telefonata, è chiaro. Una telefonata che non ho ancora idea di quando arriverà, se sarà oggi, lunedì o penso che potrebbe giungermi anche durante tutto il corso della ventura settimana, chissà. So che deve arrivare e basta, è stata una promessa. Io la aspetto, con una discreta impazienza anche. Sono rimasta in parola che tutto ciò a cui sto pensando ora proseguirà a piccoli passi, verso un felice esito di progetti futuri e tutto questo, appunto per merito di una una telefonata chiarificatrice che potrebbe spianarmi la strada su quanto vorrei riuscire a portare a termine in un non lontanissimo futuro.

Penso che anche voi ben conosciate il valore di questa comunissima azione. Specialmente quando, a seguito di una conversazione telefonica può dipendere addirittura il destino di una persona, la riuscita di un progetto importante per la vita. O che, per spiegarmi meglio, in base a questa possano esserci tutte le positive premesse per un significativo cambiamento anche di vita, chi può dirlo? E come faccio a sapere io cosa succederà in futuro?

Mi siete venuti in mente anche voi, vi ho subito ricordato. Vi pensavo magari, mesi prima di fare Sanremo la prima volta, nel 2007 quando avete spedito il provino con quello che poi, destino ha voluto, sarebbe stato il vostro passo decisivo verso un insperato successo definitivo. A quando, grazie a “L’amore” siete passati sotto gli occhi attenti ed esperti di Pippo Baudo che era in commissione per le selezioni. E magari, chissà, è stato proprio lui, o qualcuno in sua vece, a dirvi per lettera, o forse per telefono, dato che è l'elemento centrale del mio post di oggi, che il vostro provino ha avuto esito positivo e che vi avrebbero ammesso in gara a Sanremo!

Tranquilli, capisco bene la tensione che si prova, mentre si aspetta un responso come questo o molto simile. Io sono in una situazione un attimino diversa, ma persiste questo requisito, la tensione, la paura mista a speranza di farcela positivamente. Guardi l’orologio ogni 30 secondi in preda a un’agitazione inevitabile che vorresti trattenere nei confronti di te stessa e degli altri. Poi ti chiedi: “Mi faranno sapere qualcosa, e se si, sarà proprio quello che spero?”. In questi casi, le ore, i minuti, i secondi non passano mai. Il ticchettio della lancetta dei secondi diventa insopportabile, provi a ogni istante una stretta al cuore quasi dolorosa, in attesa che accada qualcosa che ti cambi in positivo. Il tempo ritorna a essere dunque un perfetto elemento bastardo, che si diverte a volare via proprio quando non dovrebbe, cioè nei momenti migliori della vita di ciascuno, e a non passare mai quando invece vorresti che volasse. Dico bene cuoricini?

Spero di portarvi presto buone notizie e di svelarvi definitivamente, con convinta sicurezza, ciò che in queste ultime settimane mi sta tenendo più che mai sulle spine. Ho tanta tanta voglia di dirvi cosa preobabilmente mi accadrà. Una cosa così non posso non raccontarvela. Se arriverà a concretizzarsi sarà una notizia che darà luogo a un progetto personale futuro forte davvero. Una cosa bellissima che aspetto di mettere in pratica da sempre per quel che mi riguarda. E forse, chi mi legge avrà già anche capito a cosa alludo.

Ma dovrete avere pazienza io ancora non parlo, voglio essere sicura che potrò fare quanto spero prima di dire cosa c’è che mi agita così tanto. La pazienza, si sa, è la virtù dei forti e dei santi. E a volte, molto spesso nella vita ce ne vuole proprio tanta, anche se in questo caso le premesse perché quello che spero si avveri, ci sono sicuramente tutte e io sono positivamente fiduciosa…

Ci sentiamo.

Baci, a prestissimo, cuccioli, vi voglio bene!!!! Stringetemi in un forte abbraccio di “Buona Fortuna” perché ne ho bisogno per realizzare un sogno grande grande, e se una volta tanto volete fare qualcosa per ricambiare concretamente il mio affetto per voi, cantatemi una canzone a vostra scelta, oppure continuate a dirmi una sincera preghiera dentro il vostro cuore, perché tutto mi vada per il meglio, ve ne sarò riconoscente a vita, promesso! Ciao cuoricini.

Elena

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