sabato 28 marzo 2009

Cari Luca e Diego,

in questi ultimi giorni, complice evidente la vostra recente partenza per L’Amrerica Latina, mi è capitato più volte di usare a mia volta una parola particolare e ben definita nel proprio ampio significato, cioè “lontananza”.

Ma che cos’è davvero la lontananza per me, personalmente? Ci sto pensando bene proprio oggi e volevo condividere con voi questo ennesimo pensiero.

Nel senso immediato e più superficiale del termine, posso capire, forse, ci sta bene anche quella che c’è tra me e voi adesso; tuttavia, già l’ho sottolineato, si tratta solo, ai miei occhi di una condizione puramente fisica e materiale che non descrive certo il significato primario e più profondo che io posso dare a questo vocabolo. E sapete bene che io uso spesso e volentieri la mia pagina Internet dedicata a voi per raccontare nel contempo agli altri quello che io sono e di solito quando esprimo un pensiero mi devo spiegare bene, vado oltre le apparenze.

Per me la vera lontananza, quella che fa davvero male all’anima non è tanto nella distanza chilometrica tra un luogo e un altro, bensì è altrove. In che senso? Ve lo spiego subito.

Pensate a tutte quelle persone che abitano in paese qui a Reggiolo o per restringere ulteriormente la cosa anche solo a due case di distanza da me ma che riesco, con mio grande rammarico a vedere pochissimo, davvero di rado; così tanto che in confronto incontrare voi ai concerti cui sono andata e in radio in questi ultimi mesi, mi sembra proprio di frequentare una compagnia di amici, proprio quella che ho sempre sognato, veramente!!!

Ovvio non sto certo parlando in specifico delle amiche sonohrine, con cui bene o male mi sento tutte le settimane e sono una diretta conseguenza piacevolissima dell’aver conosciuto voi.

Io includo, senza fare nomi tutte quelle persone in generale (famiglia esclusa) che mi sono fisicamente vicine, mi conoscono benissimo da sempre che rispetto a me sono normodotati e hanno maggiore autonomia e indipendenza nella vita, che conoscono la mia situazione e sono ben consci del fatto che magari mi piacerebbe scambiare due chiacchiere per incrementare sotto molti punti di vista la mia vita sociale più ristretta rispetto a molti altri. A volte vorrei uscire molto più spesso di quanto già faccia. So che mi farebbe bene stare anche con loro qualche volta, magari senza mia sorella obbligatoriamente dietro a me a vigilare ovunque io vada.

Ma nonostante sappiano molto bene tutto questo non si fanno mai vive, o all’occorrenza si celano immediatamente dietro una frettolosa scusa di circostanza che odora di bugia e il più delle volte non giustifica nulla, anzi fa solo male e basta a me che la ricevo, capite?

D’accordo, comprendo, ognuno di noi ha la propria vita, e sappiamo bene che quella di oggi è molto frenetica per tutti, però - già però - se davvero ci tieni a una persona secondo me puoi davvero avere tutti gli impegni del mondo ma due minuti per una telefonata ogni tanto, un sorriso, una parola di conforto, purché sia detta col cuore li trovi secondo me! E invece niente!

Logicamente non posso pretendere nulla e obbligare nessuno a uscire con me se non se la sente o non ne ha voglia. Non posso certo contare neanche sul fatto che l’idea di uscire o ritrovarsi anche solo a casa mia per due chiacchiere parta sempre e solo dagli altri; più volte ho lanciato anche solo per battuta l’idea di avvicinarmi maggiormente a persone che in teoria dovrebbero essermi vicine, ma “nulla di fatto” direbbe Mike Bongiorno e gli do ragione! Che delusione!

Avete capito adesso dove vive molto spesso la vera “lontananza” tra un individuo e l’altro? Sta proprio qui in fondo, nella banale, fredda superficialità propria spesso della maggior parte dei rapporti interpersonali con determinate persone comuni, quelle che dovrebbero essere le più fidate.

Sapete ragazzi, mi è stato detto più volte anche questo: “lascia perdere la musica e circondati di persone vere”, peccato che però chi mi ha detto così non sia stato abbastanza intelligente e non ha tenuto affato conto del fatto che io stessa ho capito che le persone vere il più delle volte purtroppo sono incredibilmente distanti da te e sono molto spesso le prime a deluderti, ferirti e a farti molto male coi loro comportamenti.

Naturalmente, ogni cosa negativa cela in sé un chiaro lato positivo, in questo caso, mi sono subito consolata pienamente pensando che le famigerate “persone vere” che dovrebbero essermi così vicine secondo alcuni evidentemente non sono molto spesso minimamente degne della mia attenzione.

Sul fatto di lasciar perdere la musica non ci penso proprio ragazzi miei, questo non accadrà mai e poi mai. In linea di massima ho capito che in generale essa ci sarà sempre nella mia vita, discretamente, costantemente, indipendentemente da quello che possa pensare chiunque, non me ne frega niente perché lei c’è sempre quando ne sento il bisogno, non ho bisogno dell’intervento di nessun altro per ascoltarla.

Ovvio, non è tutto nella vita ma è splendido sapere che molto spesso si rivela un valido aiuto per rilassarsi, per riflettere, per stare bene ed essere serena con te stessa e con gli altri. Così la descriveva in una sua canzone anche John Miles:

«Music was my first love
And it will be my last
Music of the future
And music of the past
To live without my music
Would be impossible to do
In this world of trouble…»

John Miles - 1978

Questa ha il vantaggio che con le sue parole, con le note ha il potere di cullare ogni momento interiore gioioso e tenero, così come di curare e rendere quasi dolce ogni più grande dolore che incrocia il nostro cammino, fornendo risposte ai più grandi interrogativi della vita meglio di quanto saprebbero farlo le persone comuni o i più esperti psicologi strizzacervelli, che dicono di sapere tutto sulla mente delle persone ma spesso sono proprio i primi a non sapere nulla di come è una persona.

Vi voglio bene ragazzi, un bacione!!!! Grazie infinite a voi, per essere con me, sempre, dal cuore!!!!

Elena

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