mercoledì 25 marzo 2009

X Factor…..

Cari Luca e Diego,

a dire il vero non sono per niente fan di X Factor, non ne ho mai visto una puntata e mi guardo bene dal fare una cosa simile anzi, non ho vergogna a dire tranquillamente che non sopporto neanche sentire nominare il genere Reality Show sotto tutte le sue forme.

Secondo la sottoscritta (questa è una semplice opinione se ho torto o ragione sarà chi legge a giudicarlo) la TV ha cominciato in parte a patire una lenta ed inesorabile vergognosa agonia nel momento in cui questo tipo di programma è comparso sugli schermi, ahimé una decina di anni or sono.

Spesso mi chiedo che fine abbia fatto la TV seria e impegnata di una volta e mi pare si capisca ne sento la mancanza no?

Ripeto, odio a morte X Factor ma per voi Sonohra, visto che è stata questione di circa tre minuti, un’eccezione felice l’ho fatta ieri sera e oggi pomeriggio in replica, limitata strettamente al punto in cui siete comparsi voi, portando l’armonia, energia e frizzante vitalità che vi caratterizza.

Non ho torto, su questo punto, i gigli siete voi e questa ennesima prova lo straconferma; per mio conto i complimenti li faccio a voi non a quelli di X Factor, perché voi siete venuti dalla gavetta vera e propria, il successo lo avete sognato ma anche sudato con anni di gavetta non vi siete serviti di una mera trasmissione come si osa fare oggi, un po’ come gli attori di adesso che vengono scelti in seguito, magari, alla banale comparsa al Grande Fratello che non insegna nulla! Che tristezza!

Voi invece siete l’opposto sorprendente in musica, un po’ come gli attori TV famosi di una volta che difatti venivano da lunghi anni di gavetta in teatro e che di conseguenza richiedevano vera e propria preparazione!!!!

Non vi nascondo che il pensiero più tenero che ho avuto durante quei tre minuti in cui ho potuto vedervi ascoltandovi tra i partecipanti del programma è stato quando la mia mente inspiegabilmente ha rievocato subito una bella poesia di Giovanni Pascoli che mi è sempre piaciuta e che ricordo ancora a memoria perfettamente, parola per parola, nonostante l’abbia studiata da quasi vent’anni, me la riscrivo qua a mano così la memoria si esercita!!!

Chissà come musichereste voi questi leggendari versi pascoliani quelli de “La Mia Sera”, me la immagino la vostra melodia di sottofondo pura, romantica fatta di accordi semplici e ben studiati, rigorosamente “unplugged” magari, solo così, chitarra classica, pelle, sensazioni e cuore, non mi pare una brutta idea; come giocherebbero entrambe le vostre voci esperte destreggiandosi tra le sette note, incrociandosi in mille colorate acrobazie naturali con lo scopo di impreziosire questi versi. Ah che bello!!!!

LA MIA SERA
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
É, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.
Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Nè io ... che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra ...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era ...
sentivo mia madre ... poi nulla ...
sul far della sera.

‘Notte tati, a presto!!!

Elena

Nessun commento:

Posta un commento