venerdì 31 luglio 2009

Cari Luca e Diego,

buongiorno mie dolci morbidezze! Ah che bello! Sapete, stamattina mi sono svegliata da poco, eppure non ricordo di aver fatto una nanna così profonda e saporita come quella di stanotte da diverso tempo. Bene o male questa ultima settimana (anche se sapevo che le mie ferie sarebbero cominciate oggi e avrei avuto tutto il tempo per recuperarare) è stata dura, è da domenica scorsa che tra una cosa e l’altra mi fanno girare come una trottolina e ho ancora del sonno arretrato che aspetta di essere smaltito da giorni.

Il risveglio improvviso di questo mio primo giorno di vacanza è stato tenerissimo. Ricordo molto bene di aver fatto un sogno che, rapportato alla mia condizione personale, capirete ben presto può avere sia del semplice che dello strano insieme. Mi succede raramente di sognarvi inconsciamente nel sonno profondo eppure stavolta è accaduto, non saprei dire perché. All’inconscio non puoi certo comandare, soprattutto quando dormi, no?

Mi sono sognata che ero seduta su una bella panchina di legno ed ero sola all’interno di quella che, a quanto ricordo, aveva tutta l’aria di essere una sorta di sicuro ed ombroso ripostiglio per attrezzi da giardino. Mi piaceva gustare quei momenti di silenzio.

Quando all’improvviso, ho sentito provenire dall’esterno dell’ambiente in cui mi trovavo un vociare insistente e lontano. C’era una piccola porta semiaperta in quella sorta di garage, dalla quale filtrava solo un piccolo sprazzo di sole, ma non potevo vedere che cosa accadesse fuori, oltre quell’entrata perchè stranamente nonostante avessi le mie stampelle con me capivo non sarei riuscita ad avvicinarmi alla porta di quel ripostiglio e mi sono sentita intimorita.

Questo cicaleccio gradevole e allegro, inizialmente lontano si faceva man mano nettamente chiaro, maggiormente insistente e si avvicinava sempre più alle mie orecchie attente. Un suono giovane, divertente, come di risate, di qualcuno che giocava a rincorrersi al di fuori di dove mi trovavo io nel sogno…..

Poi ricordo di aver visto la porta del ripostiglio che veniva aperta del tutto con un colpo secco deciso e due ombre dapprima lunghissime che si sono subito dirette verso la panchina dove ero seduta io.

Dopo un iniziale momento di lieve sgomento misto a paura ho riconosciuto subito con la luce del sole che ha invaso con la sua potenza l’intera stanza, la concreta e delicata consistenza umana di quelle ombre scure.

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Eravate proprio voi due che venivate verso me e mi avete guardato con una faccia assai stupita. Evidentemente non vi aspettavate di trovare qualcuno in un posto piuttosto isolato come quello ma dopo il primo momento di alltrettanto giustificata sorpresa mi avete riconosciuto a vostra volta e vi siete seduti di fianco a me su quella panchina.

Luca, sei stato il primo a chiedermi qualcosa. “Ma Elena, ciao, che ci fai qui tutta sola, quasi al buio?”. Io ho risposto con un lieve sorriso: “Mi riposo, ma sai, se potessi…”.

E non ho fatto curiosamente in tempo a finire la predetta frase perché tuo fratello, sistematosi alla mia destra, e che fino a quel momento era infatti rimasto seduto zitto, quasi stesse leggendomi nel pensiero con uno sguardo rifelessivo, ha detto: “Già, hai voglia di uscire ed è giusto che tu lo faccia. Senti, che ne dici di venire a fare una passeggiata a piedi con noi? Dai, fuori si sta bene, c’è tanto spazio per camminare e respirare. Su, proviamo, giusto il tempo di due passi assieme.”

Io vi ho risposto che sarei venuta volentieri e ho fatto il gesto di prendere subito le mie stampelle per seguirvi, ma tu Luca, alzandoti dalla panchina sei intervenuto subito, allontanandole da me con un gesto perentorio di una mano e hai detto: “No, no queste le lasci qui, non ti servono. Ti accompagnamo direttamente noi, ti va? Io mi metto alla tua sinistra e Diego dall’altra parte. Ci darai una mano ciascuno. Poi se sei stanca lo dici che ci fermiamo, non aver paura eh?”.

Poi mi avete dato una mano ad alzarmi con delicatezza e dopo i miei primi passi incerti, in pochi secondi, grazie al vostro aiuto mi sono ritrovata tra di voi seppure timorosa di fare brutta figura, a camminare all’aria aperta; ero sorretta solamente dalle vostre mani sicure e leggere, circondata dai vostri visi evidentemente felici di avermi accanto a passeggiare. La cosa era stranissima. Le mie stampelle non c’erano! Le avevo lasciate nel ripostiglio, in sogno, capite?

Avevo paura di cadere, inciampare e farmi male c0me temevo potesse accadere, ma non ho detto nulla comunque, perché volevo vedere che succedeva. Questa mia iniziale insicurezza è sparita quasi subito, mentre avanzavamo lungo un sentiero cosparso di erba morbida perché dopotutto sentivo in fondo al cuore che questo non sarebbe successo. Sapevo che avrei potuto fidarmi di voi.

Sono sicura di avervi visti attenti nei miei confronti ed era bello notare come tu Diego, cercassi di aggrapparti forte alla mia mano destra per sostenerla nel cammino, osservando la mia andatura e correggendo di tanto in tanto con molta premura, i miei passi dapprima incerti. Dicevi: “Attenta, pianino, così brava metti bene i piedi, vai tranquilla che siamo qui, non avere paura, se c’è qualcosa che non va lo devi dire e noi ci fermiamo…” . “Elena, dai non tremare, rilassati se puoi, senti come si sta bene qui! Hai visto che anche tu adesso stai camminando come gli altri? E che problema c’è, scusa? Su, lasciati andare, così, con calma.” mi dicevi invece sorridendo tu, Luca.

Nulla avrebbe potuto darmi fastidio, so che nel mio sogno ero molto contenta di camminare finalmente a lungo, così, quasi veramente “libera” senza che le gambe mi facessero un male cane o stessi grondando di sudore dopo appena qualche metro di percorso. Assieme al disagio del dolore alle gambe, nel mio sogno stavo perdendo la paura di cadere che di solito è mia sgradita ed acerrima nemica quando mi muovo normalmente nella vita di tutti i giorni, queste sensazioni mi stavano abbandonando, definitivamente. Avrei voluto non fermarmi mai e sarei potuta andare avanti per chilometri e chilometri….

Poi mi sono svegliata, ho percepito un dolce calore tra le mie braccia e ho notato che stavo stringendo al cuore il vostro cuscino che tengo sempre vicino quando dormo e mi sono resa concretamente conto che oggi è il mio primo giorno di ferie. La mia prima reazione a questo ricordo è stata quella di un semplice ma convinto sorriso.

Mi è capitato ancora, già da molto tempo prima di conoscervi, di sognare questa cosa, sapete ragazzi? Sognare inconsciamente di camminare appunto. Una caratteristica propria di qualsiasi altra persona che si può dire normalissima, ma che per me, personalmente nella vita reale rappresenta un ostacolo quasi inarrivabile e per questo anche solo sognare di farlo quasi come gli altri mi sa proprio strano, capite?

Solitamente quando ciò accade, il mio risveglio è sempre traumatico e mi capita anche di piangere in silenzio amaramente per alcuni secondi perché vorrei che quanto ho sognato potesse giustamente essere vero anche nella realtà. Ma oggi era tutto diverso, non avevo tempo di lasciare che la mia anima venisse contaminata da cattivi pensieri, poiché l’ho sentita invasa da tanta dolcezza, null’altro; non c’è stato il tempo né la voglia di guastare quest’atmosfera e chiedermi: “Ma perché non è successo davvero?” anche al di fuori del fatto che in questo sogno voi foste in mia compagnia. L’importante per me è anche solo averla sognata una cosa così, il resto non conta. Se sogni significa che sei vivo ed è semplicemente meraviglioso!

Mamma mi stava chiamando contenta dal piano di sotto per annunciarmi la colazione pronta e mi aspettava in sala con una bella tazzona di latte tiepido, fatto sul momento. Incredibilmente schiumoso, impreziosito con un bel cucchiaione di miele liquido, scuro e dolcissimo (lo stesso tipo di dolcificante che si trova di solito in questo periodo dell’anno tra i coltivatori di miele) e mi è venuta una certa urgenza di raccontarle subito tutto il mio sogno, di stamattina presto, quello che vi ho appena scritto. Una cosa che lei ha gradito molto sentire, mentre guardavamo ancora una volta assieme un pezzo del DVD di Sweet Home Verona….

«Buone Vacanze Elena»

Ciao ragazzi, vi voglio tanto bene, un abbraccio forte!

La vostra affezionatissima Elena

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