mercoledì 29 luglio 2009

«Chi nel corso della propria intera esistenza non ha messo a dimora almeno una pianta ha vissuto inutilmente.»

Così dice un antico e assai saggio motto cinese.

Beh, secondo quanto dice questa frase è anche merito vostro se sono sicura di non aver vissuto invano, ragazzi. Oggi volevo chiedere direttamente a voi cari Luca e Diego il permesso in base al quale, secondo questa bella frase posso considerare affettuosamente anche voi, nella mia vita come una mia personale, speciale piantina accolta, curata e messa a dimora, come dice il detto che ho scritto più sopra.

Certo non pretendo voi siate per forza un mastodontico albero secolare tipo sequoia che racchiude in sé la forza generazionale accumulata da centinaia di anni di vita. Tantomeno vi penso come un albero che fa obbligatoriamente sfoggio di fiori sgargianti e pomposi che magari presentano qualsiasi conosciuta tonalità di sfumatura colorata esistente possa apparire agli occhi dell’uomo. Cosa che forse può confondere e disorientare le persone più sensibili.

Diciamo che io, personalmente, oggi a un anno e mezzo circa di distanza dal primo momento in cui vi ho conosciuto, vi vedo invece come una semplice piantina da appartamento, che cresce rigogliosa piano piano, quotidianamente. Un essere vivente che continua a regalare ogni giorno, a me (che ho la fortuna di poterla innaffiare ed esporre alla luce, regolarmente, quanto basta) il piacere di veder puntualmente aggiungersi alla sua leggera e slanciata figura naturale un germoglio sempre nuovo, il quale a sua volta da progressivamente e rapidamente luogo a innumerevoli future foglioline che prendono man mano posto lungo i suoi robusti, rigogliosi fusti verdeggianti, sani, pieni di vita.

E pensare che la prima sera che vi ho visti a Sanremo e vi ho inaspettatamente e fortunatamente, per così dire, ricevuto in dono direttamente dal mio stesso destino, voi non eravate altro che un’unica piccolissima, ancora insonnolita, ma incredibilmente preziosa gemma verde rotonda. Una minuscola cosa viva che faceva capolino appena dal terriccio morbido, posato di fresco, ma già incredibilmente fertile. Malgrado mostrasse i propri primi delicati momenti di vita si capiva che era ardentemente desiderosa di sopravvivere. Chiedeva solo di essere curata, protetta, custodita ed amata quanto serve per potersi aprire completamente, prosperare definitivamente, adempiendo al prezioso, vitale disegno che Madre Natura aveva in serbo per lei. Che tenerezza…..

Ciao ragazzi, vi voglio bene, sempre! A prestissimo! Bacioni.

La vostra Elena

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