sabato 11 luglio 2009

Il mio primo pensiero della giornata di oggi…

«E allora giù quasi per caso

più vicino ai marciapiedi

dove è vero quel che vedi

e allora giù senza bussare

tra le ciglia di un bambino

per potersi addormentare…»

E LA LUNA BUSSO’ - LOREDANA BERTÉ - (1979)

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Chiarisco subito. Non mi è mai piaciuta Loredana Bertè anzi mi sta non poco antipatica però spezzo un’unica lancia a suo completo favore nel caso di questa celeberrima canzone che questa stramba artista incise ormai 30 anni fa, lo stesso anno in cui la sottoscritta vide appunto la luce.

Che io lo voglia o no, al dì la di ogni altra ragione nascosta c’è da sempre un legame fortissimo, quasi di sangue, tra me e questo pezzo. La classe è classe e talvolta tale requisito è così evidente che su questo non oso discutere. Un pregio che rimane inalterato ed indelebile nel tempo anche e in particolare per la musica, quella che piace a chi la ascolta, che coinvolge ed emoziona indipendentemente da ciò che altre persone pensano. E che è magicamente tornata a stuzzicare ancora la mia mente oggi, inaugurando questa mia nuova tranquilla giornata di sabato con dolcezza, non appena mi sono improvvisamente svegliata e mi sono trovata a canticchiare quasi senza volerlo, sottovoce, questo brano.

Anche se mi rendo conto che per alcuni starò anche per scrivere una cosa sciocca, banale, di poco conto, questo è in ogni caso il mio primo pensiero della giornata in corso. Una piccola cosa, certo, che investe la nostra mente appena per pochi secondi; però, se ci si riflette bene, secondo me molto spesso la prima cosa a cui pensi quando ti svegli, racchiude in sé il segreto per fare di ogni semplice giorno che ti appresti a vivere un’esperienza enormenente preziosa, da non dimenticare mai…

Come da sempre mi ricorda la canzone della Berté che vado citando, se davvero la grande e misteriosa luna, vera ed incontrastata regina del cielo notturno, era intenzionata a trovare, dapprima invano, un posto in cui riposarsi in pace, io non posso che complimentarmi commossa dapprima mille volte e poi centomila altre ancora con lei per la sua scelta. Credo siano più unici che rari i rifugi di questo tipo e forse chi legge queste righe, ripensando ai versi originali del brano concorda con ciò che ho pensato. Ma presumo anche che alla fine non sia stato affatto difficile per lei giungere a questo desiderato giaciglio. La luna può tutto, si sa. Mi piace pensare che sul finire della notte lei abbia lentamente trascinato, senza farsi percepire, i suoi ultimi luminosi raggi stanchi, ma pieni della sua immensa luce posandoli un attimo sulla tua chitarra per poi abbandonarsi finalmente sicura a una lieve, fuggevole carezza sulle tue guance. Un gesto che ha dato subito seguito a un desiderato, lunghissimo e quantomai meritato sonno profondo che vive, sfinita, proprio lì, beatamente addormentata tra le tue ciglia, Diego…..

Elena

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