venerdì 3 luglio 2009

Cari Luca e Diego,

è così bello osservare, dopo un ottimo risveglio fisico e morale,  stamattina dalla mia finestra il cielo terso ed azzurrissimo che fa sfoggio di tutta la sua spettacolare  tinta blu chiaro in questo assolato e bellissimo giorno di inizio estate.

Ancora non mi sembra vero, non riesco a crederci del tutto, eppure è proprio così.  Mi ci sono voluti almeno due giorni di completo riposo e silenzio, lontana dal blog, per rimettere ordine nel “pentolone ancora disordinato dei miei dolci pensieri” piacevolmente riempito fino all’orlo da una positiva riserva di tanta pace e felicità.  Ragazzi, è fantastico, avete entrambi nuovamente incrociato sia musicalmente che di persona, poco meno di quarantotto ore fa, a Carpi, il mio cammino!

Ora vi penso, e come per magia un lampo di sorridente gioia interiore si scioglie lento, benefico e sincero dentro la mia anima. Mi sembra che, in questo stesso istante in cui scrivo di getto queste parole (seppure siate dall’altra parte del mondo a enorme distanza da qui) voi cantando possiate percepire intatto e integro sulla vostra  pelle il calore del mio pensiero,  che ha quasi le sembianze di una improvvisa ed invisibile carezza; lo stesso tipo di sensazione tenera e dolce che solo una grande emozione ben vissuta sa donare a lungo.

Ricordo che sei mesi fa circa or sono, a poche ore dal vostro concerto invernale col meeting a Fiorano, se ricordate avevo scritto più o meno su queste pagine che “partecipare a un vostro concerto era per me come bere un bicchiere di acqua fresca ogni volta che sento la sensazione di sete”. All’indomani del vostro primo spettacolare concerto estivo carpigiano  posso dunque pienamente confermare quanto scrivevo tempo fa, aggiungendo però che forse paragonare voi e la vostra musica a un semplice bicchiere d’acqua fresca sarebbe a ragion veduta, troppo poco.

Ragazzi, lasciatevelo dire, in schietta sincerità, per quello che riguarda me voi siete addirittura una cascata d’acqua limpida, fresca, leggerissima e trasparente, che scorre continuamente sulle rocce, portando, purissima,  inarrestabile refrigerio, sollievo, vigore, gioiosa vita e nuovo ristoro che voi sapete elargire  a chiunque, come me, decida di dissetarsi fiducioso presso di voi.

Tuttavia ho sempre pensato che in tutte le cose non bisogna comunque approfittare della generosità di chi ci offre anche non sapendolo qualcosa di immenso valore affettivo. Ragazzi miei, tornando a paragonare in questo caso me stessa a una persona che ha bisogno di bere e voi a una immensa cascata di acqua a cui è possibile dissetarsi a piacere e in ogni momento  penso che la felicità vera, in generale nella vita si ottenga anche sapendo soffrire un po’ la sete, sopportandola anche se non è facile, quando ciò si rende necessario, e non cercando continuamente un posto in cui ci sia acqua da bere, capite? 

Io intendo solo dire, che è ancora più bello e speciale se posso vedervi suonare o parlarvi di persona solo ogni tanto, e non sempre, anche se magari mi piacerebbe. Sono contentissima e fortunata in fondo di vivere queste emozionanti esperienze, nel modo che la mia esistenza in effetti mi concede. Poiché, vedete, se ciò accadesse ogni giorno forse non riuscirei più a vivere le emozioni accogliendole dentro di me così come devono essere vissute, percepite e pienamente ricordate nel corso degli anni che verranno.

Non avrei forse più modo di ricavare dalla vostra presenza e musica ciò che di più significativo essa sa invece sempre comunicare. Solo così, bevendo la vostra acqua a picccoli sorsi, senza esagerare, quanto basta,  posso essere puntualmente  sicura che starò subito meglio  e non avrò la sensazione di sete  molto a lungo.

Ogni volta che vi vedo è speciale, unica e a sé stante, insomma si rivela come una sorta di eterna, inaspettata prima volta. e sono gioiosa e grata verso voi anche perché questo è proprio quello che volevo ottenere. Nulla di più.

Vi voglio bene, ragazzi, sempre, non scordatelo mai! A prestissimo!

Elena

 

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