lunedì 27 luglio 2009

Semplicemente voi, la mia «Fiaba Sonohra»

«A mille ce n'è
nel mio cuore di fiabe da narrar
Venite con me
nel mio mondo
fatato per sognar
Non serve l'ombrello, il cappottino rosso, la cartella bella per venir con me
Basta un po' di fantasia e di bontà….»

Cari Luca e Diego,

non potrei giurarci, ma facendo due calcoli veloci, e tenendo conto della vostra ancor giovane età, di almeno qualche anno rispetto alla mia, mi pare piuttosto improbabile che la conosciutissima sigla di apertura che ho scritto più sopra vi possa dire qualcosa di effettivamente significativo.

Ma lasciate che vi spieghi pian piano il punto focale dei miei pensieri a cui voglio portarvi oggi, subito dopo la vostra magica data di ieri sera a Villafranca, a partire dal descrivere un caro ricordo personale. Più sopra ho infatti riportato la canzoncina che si intitolava “A mille ce n’è” la quale apriva i primi solchi di ogni disco della collana “Fiabe Sonore” reperibile in edicola e pubblicata ancora oggi su CD e DVD dalla casa Editrice Fabbri Editori, mi dicono questa fosse però in commercio già sin dai primi anni 60.

Come dimenticarle? Io personalmente, dall’alto dei miei 3o anni ancora freschi, ho potuto assaporare da piccolissima sia la versione vinile a 45 giri (mezzo audio mooooolto caro a me come bimba dell’epoca ma già allora sulla lenta e triste via del tramonto ahimé) che la musicassetta, naturalmente entrambi corredati di fascicoli e libriccini illustrati per seguire con bellissimi disegni e testo narrato l'andamento progressivo della fiaba.

Io ne avevo alcune di queste fiabe che zia e mamma mi compravano talvolta in edicola all’inizio degli Anni 80. Le musicassette le ho regalate ai miei cugini più piccoli, ma vi confesso che invece ho tenuto ancora i 45 giri in vinile (con particolare riferimento a “Il Brutto Anatroccolo”, favola che mi piaceva molto) anche perché sapete che sono a tutt’oggi avida collezionista di questi supporti. Con mia grande fortuna li ho sempre trattati bene i dischi nel corso degli anni, utilizzandoli piuttosto poco per non consumarli però mi piaceva parechcchio questo modo di ascoltare e di conseguenza “vivere” le fiabe, quasi da protagonista.

Ma perché vi parlo proprio oggi delle favole per bambini, rimaste nel cuore di tanti adulti odierni, quando invece dovrei spiegare al massimo delle mie possibilità ciò che ho provato al vostro concerto tenuto a pochi chilometri dalla vostra città natale?

Beh, tutto questo è molto semplice, piccoli tesori; anzi, chi legge in questo momento capirà subito che non potevo trovare paragone o nesso logico migliore per far capire ciò che Elena ha vissuto ieri sera nel giardino del Castello Scaligero di Villafranca Veronese. Proprio così, sentendovi cantare, ieri ho risentito sulla pelle la stessa atmosfera emozionante che le “Fiabe Sonore” su vinile sapevano darmi nell’infanzia.

Vedete, tesori, più che mai ieri sera siete riusciti a dare il meglio del meglio di voi stessi. Veramente. Ai miei occhi ed orecchie affascinati, tra le mura dell’antico castello forse complice nel ricreare questi stati d’animo, siete riusciti col vostro spettacolo a ricreare in tutto e per tutto l’atmosfera propria di una emozionante fiaba. Un lunghissimo racconto moderno e speciale tutto in musica che però non possiede nessun tipo di personaggi cattivi o malintenzionati. Solo tanta positiva bontà. Una narrazione fresca, colorata e grintosa guidata da una carica sensazionale, la stessa che è da lodare sempre in voi poiché è un pregio e si fa sentire bene anche magari nei vostri momenti di maggiore stanchezza.

Qualcosa che si è in fondo unito a una sana ed armoniosa serenità e professionalità che non vi è mai di certo mancata, ma che ieri sera avete secondo me sfoderato a più non posso. Mi avete trasmesso una gioia interiore tale che io stessa (nonostante la lunga attesa prima del concerto e il viaggio di ritorno a un orario non proprio comune alla mia solita routine, visto che mi piace dormire di solito e non amo molto fare le ore piccole) non sono riuscita a sentire minimamente la stanchezza e sono di conseguenza riuscita ad affrontare il mio giorno di lavoro con grande energia. Ve lo avevo promesso idealmente ieri sera mentre eravate sul palco che sarei andata a lavorare fresca come una rosa nonostante tutto e sono felice di dirvi che sono riuscita a mantenere questo intento.

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Solo adesso, per esempio a mente fresca, riguradando a qualche ora di distanza questa foto mi chiedo quale scritta così vicina al tuo cuore, Diego (in enormi caratteri fosforescenti ben visibili anche al buio) abbellisse con tenera semplicità la tua maglietta rossa. Non ho avuto tempo di badarci ieri sera sai? A volte sei talmente rapita da alcuni elementi fondamentali che hanno la meglio su tutto il resto, come ad esempio la vostra musica su cui la tua mente di spettatore si concentra al massimo delle sue potenzialità che non riesci a tener conto di tutte le importanti e rare “piccolezze” aggiuntive di cui vorresti comunque riferire per trasmettere forza e spessore a quanto vorresti dire…….

Insomma miei cari Luca e Diego anche se non sono riuscita a fermarvi di persona stavolta non fa niente, non ce ne sarebbe stato bisogno comunque. Il cuore mi dice che ci rivedremo ancora e io ascolto sempre la sua voce, che è anche la vostra.

Per concludere, ciò di cui vi sto parlando adesso con le mie originali impressioni è già diventato un ennesimo splendido ricordo. Una presenza preziosa e fortunata di cui vi sono come sempre immensamente grata per quello che mi donate e che non voglio dimenticare mai più, anche se confesso che forse scrivo queste parole gioiose miste a un pizzico di malinconia perché per il momento non avrò modo di vedervi dal vivo per un po’, non che io sappia, ma sono comunque molto contenta di avervi arricchito nuovamente della mia presenza con tutto l’affetto che avrei voluto darvi….

Dato che ho aperto questo post con una canzoncina di apertura che avrà risvegliato bei ricordi in tante persone che mi leggono e ora sono grandi più di voi non posso fare altro che chiudere questa corolla di doverose e piacevoli impressioni personali nel mio post di oggi con la corrispondente sigletta di chiusura delle care già citate “Fiabe Sonore” la quale precedeva (lo ricordo bene) di pochi secondi con una punta di tenera e personale amarezza per la fine della fiaba lo scatto finale del mio vecchio mangiadischi arancione, che mi avrebbe consentito di estrarre il disco per riporlo nella sua busta. La sigletta di chiusura delle “Fiabe Sonore” diceva appunto così, la so ancora a memoria:

«Finisce così, questa favola breve se ne va,
il disco fa clic e vedrete tra un po' si fermerà
Ma aspettate e un'altra ne avrete...
”C'era una volta” il cantastorie dirà, e un'altra favola comincerà»

Diego Fainello a tarda sera mentre esce dal palco a concerto concluso, per dirigersi in tutta fretta verso il backstage….

Grazie di tutto, mie personalissime e sempre nuove Fiabe Sonohre, possiate essere sempre lì, accanto al mio cuore.

Elena

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