sabato 6 marzo 2010

Vostre Soavità,

buon pomeriggio! Ditemi un po’, palpitanti cuoricini, come butta lì, ovunque vi troviate al momento? Come andiamo?

Luca: “Elena, scusa, ma perché ti ostini a domandare a noi come stiamo? Siamo noi che vorremmo piuttosto sapere come stai tu adesso. Capiamo tutta la gioia e lo stupore, però sappiamo anche che sai anche fare di meglio con le parole? Giusto?"

Beh, piccolo principe, sai, hai ragione, se devo essere sincera, io giungo or ora, sapete a concludere un’ennesima settimana semplicemente trionfale che sarà candidata a fissarsi indubbiamente tra quelle più belle per me mai mai vissute, veramente!!!!

Questa è stata in effetti una settimana di quelle che non dimenticherò di raccontare a figli e nipoti, sempre che nel mio destino futuro sia scritto il ruolo di mamma e nonna (oppure zia) comunque staremo a vedere. Chi vivrà vedrà.

In ogni caso vi confesso che ripensando bene, con la dovuta calma a tutto quello che mi è successo lunedì, un attimo prima che usciste da quella grande porta, ho avuto una fortissima percezione che mi ha quasi mozzato il respiro, così tanto che temevo che non ce l’avrei fatta a salutarvi come avrei voluto. Non ho ancora avuto il coraggio di confidare a nessuno quello che ho sentito su di me in quella brevissima attesa, ma sono pronta a farlo qui, sinceramente, sicura che non verrò sminuita o derisa; Luca, Diego sto per dirvi una cosa che vi emozionerà non poco secondo me, riempiendovi di gioioso orgoglio. Vi parrà strano e quasi impossibile quanto sto appunto per scrivere, però vi garantisco che si tratta di una sensazione interiore, profonda vissuta sulla mia pelle a pochissimi secondi dal vostro arrivo.

Sapete ragazzi, un attimo prima che usciste, ho avuto come l’impressione di sentire sulla mia spalla sinistra la pressione decisa e dolcissima di una mano grande e buona. Che non era certo quella di mia sorella…

In quell’attimo ho capito nel cuore, che quella mano che mi è stata posata sulla spalla era nientemeno che la concreta presenza dello spirito del mitico e grande John Lennon che mi era accanto come un cagnolino al suo padrone; eh si, ragazzi, ne sono sicura. É stato John Lennon a ricondurmi da voi. Mi faceva compagnia ed era lì con me, perché potessi salutarvi, vi attendeva fremente, quasi a dirmi in segreto, con tale gesto che sarebbe andato tutto bene, che noi ci saremmo rivisti e io non avrei più scordato questo ennesimo nostro incontro.

E mi confermava che la vostra musica, con la sua potenza, e la forza morale dei propri messaggi, assieme a quella di tanti altri artisti che stimo da una vita, non mi abbandonerà mai, sarà sempre con me a donare amore e confortante vita….

Grazie Sonohra!!!!!!

Elena

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