sabato 30 maggio 2009

Immag0021

Cari Luca e Diego,

credo che, parlando sinceramente, se a questa foto fosse dato il potere di parlare come fa qualsiasi essere umano normalmente, avrebbe un sacco di buone cose da dire su di me e ne sarei gelosa perché ruberebbe un pizzico del mio bisogno di scrivere su questo blog.

Siccome però questo non è ancora umanamente possibile, vorrà dire che sarò io a farlo per lei, seguendo nuovamente un vecchio ed istruttivo gioco che ci proponeva di fare spesso la mia cara maestra delle elementari. Ovvero fissare una fotografia qualsiasi per alcuni minuti e cercare di inventare un contesto da raccontare in cui il ritratto o il paesaggio della foto possa essere parte integrante di una fantasica storia più articolata.

Se guardo ora questa foto, direi che più che cercare di inventare una storia in cui inserire il soggetto che vedo, renderei il cuscinino che vedete come narratore di una grande emozione interiore che ho vissuto giusto la scorsa notte, quella appena passata appunto.

Ciò che vado a raccontare non è nulla di poco indicato per la mia pagina, per carità, non devo specificarlo ulteriormente di nuovo, già sapete che non sono il tipo, perciò lo dico subito bando alle cretinate e largo piuttosto a quanto di più significativo sento il bisogno di dire, perché penso non ci sia nulla di male. Non ce l’avrei mai fatta però a raccontare a voce alta quello che sto scrivendo adesso, lo giuro, e lo faccio ora liberamente perché già vi ho scritto che per una coincidenza sono a casa da sola oggi e non c’è nessuno che mi disturba, insomma sono lontana da occhi indiscreti.

Sono andata a letto parecchio stanca ieri, devo ammettere che generalmente la sera tarda o la conseguente nottata è forse l’ arco della giornata che apprezzo di più. Specialmente quando sono a letto in procinto di prendere sonno e di solito tutto dorme già attorno a me, sprofondato in un rassicurante buio. Credo che se dovessi scegliere il momento più bello della mia giornata punterei proprio quello che ho appena citato, poiché è il momento in cui mi sento maggiormente in dialogo con me stessa e le mie sensazioni perché si rendono più chiare, nette. Tutto ciò che ho vissuto in ogni giornata che va di volta in volta a concludersi mi ripassa velocemente davanti agli occhi mista a mille emozioni contrastanti, grazie anche all’oscurità che avvolge beenfica ogni cosa e permette il fluire indisturbato e sicuro dei pensieri prima che giunga il sonno.

E ieri sera è stato ancora più bello a dire il vero, poiché mi ero da poco coricata a letto come sempre ma sentivo che nonostante la stanchezza non sarei riuscita a dormire subito sistemandomi sul solito guanciale del mio letto. Così ho pensato di appoggiare la mia testa anche sul vostro cuscino, in modo che fossi più a mio agio per favorire un po’ di sonno. Mi sono poi girata sul fianco dal lato sinistro, finalmente decisa ad addormentarmi quanto prima appoggiando sul cuscino anche la mano destra, ed è poi successa una cosa molto carina e fortemente emozionante, che non ricordo di aver mai provato finora ma che sento di volervi confidare. Sapete ragazzi, sono sincera, mi sono accorta che appoggiando piano piano il mio orecchio sul cuscino, potevo percepire distinatamente nel silenzio della notte il mio cuore battere dentro me con un suono ritmico tranquillo, regolare estremamente rilassante, dolcissimo, musicale. Che bello! Garantisco che mi sono mantenuta immobile così per tutta la notte, veramente! Non sono proprio riuscita a girarmi in altro modo. Ero come rapita da ciò che sentivo in me, nulla avrebbe potuto darmi fastidio. E mi sono addormentata profondamente cadendo in un sonno ristoratore solo quasi un’ora dopo, credo.

É stata un’emozione gigantesca, affascinante, assolutamente incredibile, oserei dire addirittura, in parole povere la cosa più bella del mondo, che mi ha lasciato senza parole nella sua normale semplicità. Un evento così tenero che mi ha inizialmente incuriosito e successivamente, vi dico, man mano che il tempo passava lentamente mi sono sentita pervasa da una totale sensazione di felicità così grande e sconfinata che mi ha addirittura commosso. Meno male che nessuno si è accorto della mia emozione; le lacrime possono essere fortunatamente versate pure e silenziose talvolta, quasi segrete perché non viste da nessuno, come segno di gran gioia interiore e questo è il mio caso, lo scrivo pure qui adesso con le lacrime agli occhi. Fantastico!

A volte basta davvero pochissimo, quasi niente, perché ci si renda conto improvvisamente ed in maniera conceretamente inaspettata che la nostra esistenza ogni tanto si fa sentire anche in questo modo speciale, proprio così, prorompente, intensa, insomma ti risponde, ti fa compagnia, ti fa capire tante cose su te stessa ed è più vitale che mai, incredibilmente, solo ed esclusivamente tua!

Se volete sapere cosa mi ha lasciato addosso questa esperienza ve lo dico subito. Mi sono addormentata al colmo della contentezza, con la piena consapevolezza che mai avevo maturato prima di oggi di essere perdutamente innamorata di ciò che ognuno di noi possiede e chiamiamo vita perché ne ho assaporato l’essenza interiore, insomma la sua naturale e primaria musica. E sono pure felice di dirvi che l’unica cosa che mi è stata accanto in quel grande momento siete stati voi, o meglio la vostra foto, presente su quel caro cuscino che ho preso mesi fa quando vi ho visto a Mantova e mai avrei pensato degno e discreto testimone di un’esperienza che si potrebbe definire piccola e semplice ma che si è dimostrata grandissima e profonda allo stesso tempo!

Vi abbraccio forte tesori, grazie di tutto, mi raccomando acqua in bocca, mi fido sempre di voi perché sappiate riconsegnare, come solo voi potete fare, con una ventata di musicale magia, al silenzio più assoluto (lo stesso della notte) il presente post a cui tengo moltissimo! A più tardi!

Elena

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