venerdì 14 agosto 2009

Cari Luca e Diego,

stavo guardando i post inseriti in questo stesso periodo cronologico solo un anno fa e mi era venuta un’idea molto carina in merito a un vecchio post che ho riletto con piacere. Un’idea indubbiamente fattibilissima, che però ho subito accantonato.

Se vi ricordate, giusto un anno fa, il giorno di ferragosto avevo inserito una sorta di raccontino in cui immaginavo di raccontare come avreste passato voi una sorta di ipotetico 15 agosto.

Benissimo, devo ammettere che nel rileggere con piacere quello che avevo scritto e trattandosi di una sorta di raccontino lasciato volutamente in sospeso con i tre puntini, mi sarebbe piaciuto continuare proprio oggi tale narrazione, riprendendola proprio dal punto in cui veniva sospesa.

Avrei potuto per esempio immaginare che questo giorno di vostro ferragosto che ho descritto l’anno scorso non sia mai finito anche se appunto è passato un anno dal momento in cui ho gettato su carta lo sviluppo del mio originario pezzettino di storia. Forse sarebbe stata una bella idea, raccontare adesso a chi mi legge con parole mie la tua nutriente colazione ferragostana Luca, mentre chiacchieri in compagnia della mamma o ti lasci sommergere dai commossi ed inevitabili latrati del tuo cagnolone Elvis che ti riempie di feste e moine affettuose. Senza scordare l’improvviso tuo risveglio, Diego mentre frattanto spalanchi sorpreso al buio della tua stanza gli occhioni ancora pieni di sonno arretrato e dai quali magari fugge una sincera, trasparente lacrima pianta inconsciamente in sogno mentre rimani immobile per qualche secondo avvolto nella sicura e rasserenante serenità profusa dal tuo lettone che sente sicuramente troppo spesso la mancanza del proprietario. Ma questo non accadrà, stai tranquillo Diego. Dormi, dormi, dormi pure quanto vuoi non sarò certo io a svegliarti neppure nella più dolce delle maniere; rimani a riposarti così’ come ti avevo descritto, per tutto il tempo che ne senti il bisogno, è la cosa più bella che tu possa teneramente fare!

É vero, ci avevo pensato sul serio ed in un primo momento ero decisa a far continuare questa storia di ferragosto che avevo scritto, ma ho pensato che non la farò proseguire, per rispetto a voi due che avete da anni sicuramente pochi momenti privati veramente e completamente liberi. Ho deciso che non continuerò la storiella dello scorso anno, perchè possiate stare tranquilli come sarebbe giusto che fosse quando siete a casa coi vostri cari. Poi ho sempre pensato che non è giusto dare un seguito al mio racconto, anche se avrei potuto farlo. Io penso che le cose belle una volta che sono state scritte non devono essere più toccate, ma devono rispecchiare fedelmente un’emozione, un pensiero di un dato momento della vita di chi lo crea e rimanere ferme a ricordarlo nel tempo, così come sono nate sulla carta, per l’eternità.

I racconti, in fondo secondo me sono come una sorta di quadro quando è finito del tutto. Di solito questo viene incorniciato con orgoglio ed esposto definitivamente una sola volta per essere mostrato a tutti per sempre per ciò che deve trasmettere al pubblico. Per quest’anno mi basta pensare che sono felice se non altro di sapere che non ho bisogno di immaginarvi a casa in ferie perché so che lo siete davvero e sono felice per voi, non ho necessità di immaginare cosa facciate, l’importante è che ricarichiate alla grande le batterie come fa la maggior parte della gente in questo periodo. Ve lo auguro!

Vi voglio bene ragazzi, sempre! Buon ferragosto per domani, qualunque sia il vostro intento!

Elena

Il riposo a voi non sia pigrizia e letargo, ma preparazione di nuove forze e pensieri.

(Niccolò Tommaseo)

Dal punto di vista somatico, il sonno è una riattivazione dell'esistenza intrauterina perché realizza le condizioni di riposo, calore ed esclusione degli stimoli; nel sonno, infatti, molte persone assumono la posizione fetale.

(Sigmund Freud)

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