martedì 10 febbraio 2009

Sanremo 1986: É il momento emozionale più alto, quello di Rettore che presenta «Amore Stella» ….

…Mamma mia che botta! La Oxa ha messo a dura prova la mia emozione generale con il suo brano e dopo averla vista sparire alla fine della sua esibizione verso l’estrema destra del palco mi sembra quasi di aver sognato.

Ma non passa nemmeno mezz’ora che è la volta di Rettore, la quale presenta dal canto suo un pezzo che non è certo da meno per me rispetto a quello della collega/rivale Anna. Se «É tutto un attimo» mi lascia a dir poco a bocca aperta e colpisce profondamente, la canzone di Rettore, che si intitola «Amore Stella» riesce a zittirmi completamente, lasciandomi pietrificata. Le sue parole sono magnifiche, eccezionali. Dovranno passare ben 22 anni prima che un’altra canzone presentata a Sanremo, sul palco dell’Ariston mi colpisca così come solo Amore Stella ha saputo fare allora.

Degno di nota, per quanto riguarda la bionda cantante trevigiana vostra corregionale è anche il suo strano ma delicato look sul palco, cosa che io ricordo molto bene. Un lungo abito bianco con delle curiose spalle a punta argentate ispirato vagamente all’abbigliamento proprio di Crudelia De Mon il personaggio cattivo de “La Carica Dei 101”.


Questo brano, scritto originariamente per l’ex moglie di Riccardo Fogli, Viola Valentino, fu poi imposto a Rettore dai suoi discografici che la volevano a tutti i costi al festival essendo ancora una cantante di grande presa sul pubblico per quei tempi. Rettore dirà sempre che non gradisce quella canzone e non la troverà affatto di suo gusto, minacciando di non volerla cantare più. Opinione discutibilissima che rispetto, e che pur essendo una sua grande fan io, dal mio punto di vista, non condividerò mai.

Amore Stella è uno dei più grandi e forti ricordi musicali personali sanremesi della mia vita in assoluto. Rettore, che è già apprezzatissima da parte mia sin dalla prima infanzia riesce a incantarmi nuovamente con una delle più grandi e tenere canzoni d’ amore che io abbia mai sentito. Una sorta di spettacolare evergreen. Questa canzone rappresenterà per sempre il culmine della mia felicità per quell'anno, rimanendo una sorta di centrale «marchio di fabbrica» italiano proprio del mio personale ed indimenticabile anno 1986.

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