giovedì 14 agosto 2008

Cari Luca e Diego,
circa una decina di anni fa (anzi undici), lo ricorderete pure voi, quando ancora i computer e la tecnologia non erano alla portata di tutti e la possibilità di costruirsi un sito in poche mosse tipo questo mi pareva un sogno, per gli studenti più vecchiotti andava di moda il diario tipo "Smemoranda".
Non era altro che una grossa agenda (16 mesi) corposa e molto comoda con la pagina interna quadrettata pronta per essere riempita vuoi con i compiti del giorno dopo, vuoi invece per essere decorata a piacere e così tanto o in maniera bizzarra che una volta terminata poteva anche pesare diversi Kg.
Pensavo di averla buttata via con un sacco di altri libri, la mia indimenticata e vissutissima Smemo. Ero convinta che non vivesse ormai se non nei miei ricordi! Invece l'ho ritrovata per caso stamattina, schiacciata e per di più difficilmente rintracciabile a una prima occhiata, nel fondo più inaccessibile della mia libreria.
Non avevo voglia di sfogliarla tutta e ho aperto a caso l'enorme librone ormai senza copertina, intriso all'nterno ancora di lacrime piante per chissà chi, pezzi di lattina, bastoncini di gelato ricordo di piacevoli serate in musica, mazzi di mimosa o tiglio essiccati, nastro adesivo, colla, commoventi, romantiche e volute macchie di inchiostro blu per stilografica e chipiunehapiùnemetta.
Sono passati 11 anni, cari i miei ragazzi.
Tra quelle pagine allora vivevano i miei sogni di ragazza di quarta superiore.
Il mio vecchio diario si è dunque aperto proprio sulla pagina sinistra in cui avevo annotato questi versi scritti originarioamente da San Francesco D'Assisi.
Ma siamo sicuri che questa sia proprio una cosa successa per caso? Alla luce di quanto mi è successo musicalmente negli ultimi 6 mesi, e credendo molto nel potere del destino di ognuno di noi io non classificherei tutto riducendolo a una banale coincidenza!
É di nuovo un piacevole segno del mio destino infatti, qualcosa che indirettamente e positivamente mi lega ancora più profondamente alle emozioni che la vostra musica riesce inevitabilmente a suscitare in ogni secondo, dentro di me.
Diego, Luca, già vi vedo ora con la mia Smemo enorme tra le mani, carica di anni e sentimento, intenti a leggere ad alta voce sorridendo, a turno, questi versi. Me li aveva fatti copiare la profe di italiano.
"Mettimi come sigillo
Sul tuo cuore;
Come sigillo sul tuo braccio;
Perché forte come la morte
É l'amore.
Le grandi acque
Non possono spegnere l'amore
Né i fiumi travolgerlo.
Dal "Cantico dei Cantici"
Versetti 8, 6,7
Sbaglio o questi versi magnifici possono essere ricondotti, volendo, anche al vero e proprio significato del vostro successo sanremese? Mi piace pensare infatti che fosse proprio questo il tipo di sentimento che voi con la musica avete gridato con tanta speranza, cercandolo tra le parole del vostro pezzo, sul palco dell'Ariston, dico bene?
Ciao tesori, non vi manchi mai un abbraccio sentito ciascuno da parte mia,
Elena

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