lunedì 18 agosto 2008

Una mia risposta che alle Superiori mi valse un bel dieci sul registro in Italiano e che ora vi descrive molto bene.


«Fatti non foste per viver come bruti
Ma per seguir virtute e canoscenza»


É quanto fa dire Dante Alighieri (meglio conosciuto anche come Sommo Poeta) nella sua immortale Divina Commedia a un non meno illustre Ulisse, figura principale su cui ruota l'altrettanto famosa "Odissea" di Omero.
Senza inoltrarmi in inutili e, diciamolo pure noiose spiegazioni che non c'entrano nulla come quello che voglio dire, non dovrebbe essere complicato capire per voi (intuire se non altro il senso pratico e il significato nascosto in questi versi e perché io li colleghi indirettamente a voi.
In parole scarne, miei simpaticissimi Luca e Diego, era quello che volevo farvi sapere con questo post, io avevo dato una mia personale interpretazione (Scuole Superiori, Classe Quarta Ragioneria per l'esattezza) con altre parole, a questi versetti della Divina Commedia, in una "gloriosa" interrogazione sostenuta a sorpresa che la mia profe di italiano all'epoca, (rimanendo quasi sconvolta da quello che avevo detto volle) inaspettatamente premiare immediatamente con un bel dieci a mio completo favore sul registro, lo giuro sulla vostra vittoria a Sanremo. É stato uno dei momenti più belli della mia vita.
Lo avrete capito ormai anche voi da soli, io sono sempre stata molto brava in Italiano e non lo dico per modestia, questa materia mi è sempre riuscita quantomai semplice, spontanea e naturale in tutte le sue forme di insegnamento, esattamente come è sempre stato per voi per esempio cantare o suonare.
Mi è tornata in mente poco fa, la mia risposta a quell'interrogazione famosa, sapete, e stasera la ripesco apposta perché mi fa appunto pensare a voi.
Le avevo dunque proposto questa frase ottenuta con parole mie, che lottava furiosamente per uscire fuori dalla mia mente per tutto l'arco delle due lezioni precedenti, e diceva così, mi pareva consona a spiegare per il meglio le parole nascoste e il pensiero del nostro Alighieri. Le mie parole la colpirono molto, rimase piacevolmente allibita, di stucco, così come il resto delle mie compagne di classe, e ancora oggi, dopo undici anni, ricorda la mia prova con immutato affetto, pensate!

Ecco la mia spiegazione, in una sola frase avevo detto una cosa non facile. L'esperienza insegna, direi che affiancata alla vita è una grande maestra, non c'è che dire.
Bisogna saper vivere costantemente la propria vita consapevolmente, nella matura pienezza di spirito, e alla luce della semplice unicità che rappresentiamo, di ciò che ciascuno di noi, in quanto essere umano, è veramente dentro di sé.
Complimenti miei cari ragazzi, voi stessi con la vostra musica state facendo proprio quanto ho scritto in corsivo qua sopra, lo dimostrate continuamente, siete riusciti benissimo in questo compito da me espresso anni fa, almeno sinora, e vi auguro sinceramente di continuare così.


Vi voglio bene.


Elena

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